Cinque bambine sono sparite senza lasciare alcuna traccia e solo dopo il ritrovamento del loro braccio sinistro amputato, la polizia si rende conto di avere a che fare con un serial killer. Qualcosa però non combacia: gli arti rinvenuti sono sei e nessuno sa chi sia la sesta vittima. La Squadra Speciale capitanata dal criminologo Goran Gavila si occupa del caso ma il tempo stringe e gli indizi sono troppo pochi, così viene richiesta la collaborazione di Mila Vasquez, un’esperta nel campo delle sparizioni. Inizialmente l’arrivo della donna non viene visto di buon occhio ma presto l’intera Squadra riconosce le sue capacità investigative fronte ad un killer così astuto.
Sono partita piuttosto scettica perchè non avevo mai sentito parlare di Donato Carrisi e tra l’altro non ero nemmeno stata io a comprare il suo libro ma me l’hanno regalato. L’ho trovato molto avvincente e per essere solo un romanzo d’esordio, vuol dire che l’autore ha davvero tanto potenziale!
In alcuni aspetti l’impronta deaveriana è palese: Goran, il civile che viene considerato infallibile dall’intera Squadra e Mila, la protagonista femminile bella ma insicura che diventa subito la cocca del detective, ricordano moltissimo il duetto di Rhyme e Amanda. Sono somiglianze che si notano facilmente ma in fin dei conti non sono poi così tanto pesanti da danneggiare l’intera storia.
L’unica vera critica che posso muovere al libro è l’uso di medium e ipnosi. Questi metodi avranno sicuramente un fondo di verità ma a me sembrano soltanto espedienti campati per aria! Sarà che preferisco un approccio più scientifico e concreto.
Per fortuna non ho faticato a seguire le indagini e sono stata al passo con tutti gli avvenimenti e i ragionamenti dei protagonisti. La chiarezza è una delle poche caratteristiche che ritengo assolutamente indispensabili in un thriller! Non c’è cosa peggiore della confusione… a volte mi capita di perdere il filo della storia e inizio a non capire più niente, così vado avanti a leggere per inerzia ma non per il reale piacere di sapere chi sia veramente l’assassino! Con Il Suggeritore invece, sono entrata in sintonia con i personaggi e mi sono sentita una detective alla ricerca di misteriosi indizi!
C’è stato un momento in cui pensavo addirittura di aver scoperto l’identità del killer e per poco i miei sospetti stavano per essere consolidati… invece di essere contenta delle mie doti investigative, ero quasi delusa dalla banalità del libro! Proprio mentre stavo cambiando opinione sulle capacità dell’autore, Carrisi ha tirato fuori tutta la sua verve e si è rivelato un maestro del depistaggio: i colpi di scena delle ultime cento pagine e il finale col botto, mi hanno letteralmente spiazzata!
Un ottimo thriller che mi ha tenuta incollata alle sue pagine fino all’ultimo!