Mi sono avvicinata a questo libro attratta più che altro dal telefilm a cui l’autrice collabora (Bones, per chi fosse interessato), e devo dire di essere in parte felice d’averlo letto e in parte un po’ delusa.
Partiamo da ciò che mi ha deluso: lo stile dell’autrice, essenzialmente. Un po’ troppo accademico a volte e un po’ troppo piatto e banale, per i miei gusti, soprattutto dato che stiamo parlando di un thriller. Ho trovato che, spesso, l’autrice spiegasse “troppo”: chi richiama, se hanno risposto, che messaggio ha lasciato. Cose che, a volte, all’economia del libro non servono più di tanto, o che comunque potevano essere raccontate con un po’ più di verve da parte dell’autrice, un po’ di suspance. Si tratta però, oltre che di un gusto personale, anche di un discorso che va preso con le pinze: probabilmente, questa dovizia di particolari e azioni giova più alla “saga” (Ceneri, infatti, fa parte della serie di libri dedicati alla dottoressa Brennan) che al singolo romanzo. Ad ogni modo, è l’unica parte che mi ha delusa.
La trama, infatti, anche se a volte è ammosciata dallo stile, è molto interessante e contiene, oltretutto, un messaggio piuttosto forte. La dottoressa Brennan è un’antropologa forense, un’esperta di ossa (da qui il titolo del telefilm ispirato a questa serie) ed è spesso alle prese con ritrovamenti di cadaveri oramai scheletrizzati di cui deve stabilire tutto il possibile. Questa volta, però, la scoperta è macabra e dolorosa: le ceneri di un bambino vengono rinvenute in una stufa a legna, e la madre del piccolo sembra essere la principale indiziata. Oltretutto, è figlia di una persona che la Brennan conosce benissimo; ed è questa la parte più dolorosa della faccenda. A questo rinvenimento ne seguono altri, in cui si mescolano parti di orso e parti umane, e tutto va a comporre un unico puzzle che la nostra protagonista deve risolvere, con l’aiuto della polizia.
Devo dire che ho apprezzato molto il fatto che si insistesse poco sui particolari più cruenti delle scene; forse un pizzico di introspezione psicologica in più non avrebbe guastato, ma considerato che il romanzo è scritto in prima persona, si può anche sorvolare. Non mancano i colpi di scena, le sorprese, e in certi punti ci sono anche battute divertenti, anche se a volte la protagonista sembra un po’ troppo “snob”, passatemi il termine. La parte sicuramente più interessante del libro, per chi ama gli animali come me, è il messaggio di sottofondo: il traffico clandestino di animali rari e in via d’estinzione, in barba alle convenzioni internazionali stabilite con il CITES, anche per utilizzare parti di animali in composti o medicinali. Il tutto, appunto, senza nessuna considerazione della specie e del rispetto dell’animale come essere vivente. Il messaggio non è proclamato ad alta voce, è come se l’autrice cogliesse l’occasione per far presente che c’è, per far sapere al lettore qualcosa che, nella miriade di informazioni da cui è sommerso, gli può essere sfuggito. Questo è, secondo me, un grande pregio del romanzo e credo sia importante sottolinearlo.
Per concludere, non credo sia un romanzo adattissimo a chi vuole il batticuore mentre legge. Come dicevo, i colpi di scena non mancano ma a volte vengono narrati in un modo che quasi banalizza. Comunque, è sicuramente una storia intrigante e istruttiva, da un certo punto di vista, e si merita un buon voto. Lo consiglierei più agli amanti del mistero che del thriller vero e proprio.
Giudizi
Trama:Rating: Personaggi:Rating: Stile:Rating: Generale:Overall Rating:
Info utili
Titolo e autore originale: Bare Bones, Kathy Reichs Titolo e traduttore italiano: Ceneri, A. E. Giagheddu Collana, editore e anno: Scala stranieri, Rizzoli 2003 ISBN o ISSN: 9788817872331
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La pagina di Kathy Reichs sulla Wikipedia italiana e inglese
La pagina di Ceneri sulla Wikipedia italiana e inglese
Sito ufficiale di Kathy Reichs (inglese)
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