Il meglio di sè, Andrea Camilleri, lo dà nei romanzi meno conosciuti, gli storici. Addirittura, con Il re di Girgenti, ha scelto di confrontarsi con un genere quasi epico, il cui precursore più noto è sicuramente Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Lo stesso Camilleri racconta che l’ispirazione per questo romanzo la ebbe leggendo un libretto su Agrigento (prima Girgenti), in cui si narrava di un fatto storico avvenuto nel ‘700, nel periodo della pace di Utrecht: la città di Agrigento si ribellò alla dominazione sabauda ed elesse come re un contadino affrancatosi, Zosimo, che però dopo 6 giorni soltanto soccombette alle truppe.
Dal momento che le notizie storiche sulla figura di Zosimo sono poche e frammentarie, il romanzo, che si prefigura non tanto come una biografia quanto come un “cunto” di una cantastorie, è quasi interamente di fantasia. Di reale vi è lo sfondo storico su cui i personaggi si muovono e alcune vicende, come il susseguirsi di monarchie, la già citata pace di Utrecht e la “vicenda di Lipari”, un riferimento ad un fatto trattato anche da Leonardo Sciascia. Di dovere anche il rimando a Verga, per la descrizione dei primi anni di vita di Gisuè, il padre di Zosimo, un povero contadino.
I tratti che emergono maggiormente nel romanzo sono due: il ritratto della nobiltà e dei suoi intrighi di potere, dei “curtigghi” e delle trame che organizzano, della loro grettezza e snobismo, e la superstizione del popolo: Zosimo, che nasce ridendo piuttosto che piangendo viene considerato posseduto. La descrizione del popolo e delle sue credenze assume toni dolenti e quasi grotteschi.
Nella seconda parte, la narrazione diventa più lenta, oserei dire quasi “amichevole”, più poetica, mentre diventano più chiare le abilità di Zosimo e nasce contemporaneamente il presagio della sua fine.
Essenziale nella narrazione è la lingua, un pastiche di dialetto, spagnolo e italiano dai toni fortemente critici, una lingua camaleontica che si adatta di volta in volta al livello linguistico del ceto trattato, una lingua che coinvolge e ci permette di immergerci nello scenario dai cieli rosso cupi di quella Girgenti del Settecento che ha vissuto pochi giorni di gloria.
La vicenda narrata in questo romanzo, eccezionale nella storia siciliana, diventa pretesto per esprimere l’amore per una terra sfruttata, che ha pagato un prezzo salato in vite umane durante il corso delle sue vicende, che è stata spesso teatro di eventi negativi.
Insomma, consiglio a tutti di leggere questo romanzo, e di rileggerlo, per scoprirne le sfumature.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: Il re di Girgenti, Andrea Camilleri Titolo e traduttore italiano: Collana, editore e anno: La memoria, Sellerio Editore Palermo, 2001 ISBN o ISSN: 9788838916687 Prezzo (in media): € 14,00
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Link di approfondimento
- La pagina dedicata al romanzo sulla Wikipedia italiana
Io adoro Camilleri, sia come autore di romanzi storici, sia come creatore del personaggio di Montalbano. Conosco di fama, questo romanzo, ed è tra i prossimi acquisti che vorrei fare. Mi manca un po’ il siciliano, a dire il vero. ^^