Sapevate che nel III secolo a.C. Eratostene, astronomo alla corte di Alessandria, riuscì a misurare la circonferenza della terra, sbagliando di poche centinaia di chilometri rispetto all’attuale misurazione ufficiale?
La chioma di Berenice racconta questa grande avventura, descrivendo la vita di Eratostene come bibliotecario di Alessandria, come tutore dei figli del re Tolomeo, come capo della missione di misurazione. E’ proprio questa missione il cuore del libro, e lo stupore che suscita nel lettore il contrasto tra i pochi mezzi a disposizione e la riuscita dell’impresa grazie a nozioni geometriche e astronomiche.
Il libro però non si ferma solo a questo: è la storia della dinastia dei Tolomei, la leggenda della Chioma di Berenice, sacrificata dalla regina per la vita del marito e divenuta costellazione celeste, la grande meraviglia del faro, la vita quotidiana dell’Egitto del tempo e le meraviglie che riempiono la biblioteca di Alessandria. Non è esattamente un romanzo storico, ma ne ha la precisione. Non è sempre un racconto appassionante, anzi, a tratti è un po’ noioso, ma se amate il periodo storico in cui è ambientato e amate le grandi imprese dell’antichità, è il libro che fa per voi.
Il romanzo è lungo, ma il momento in cui Eratostene riesce nell’impresa e stabilisce la misura della terra in memoria del suo re oramai defunto è toccante e sa scuotere il lettore. Io poi, che sono particolarmente sensibile a questo tipo di risultati, mi sono commossa. Come dicevo, il romanzo a volte è un po’ noioso e lo stile dell’autore non aiuta molto; devo dire che ho trovato un po’ pesanti le spiegazioni geometriche anche brevi, per una mia antipatia personale per tutto ciò che ha a che fare con matematica e geometria. Ma il libro è tutto sommato piacevole, e permette di venire a conoscenza in maniera tutto sommato divertente e rilassante di una grande scoperta dell’antichità.
In definitiva, un buon libro, anche se non lo consiglierei a chi non si interessa dell’argomento: lo troverebbe un po’ troppo noioso e pesante.