Dopo un thriller medievale, ecco un thriller ambientato nell’antica Grecia, precisamente ad Atene, IV secolo a.C. Anche qui, sono di parte: il mio assoluto amore per l’antichità e soprattutto per l’antica Grecia mi ha fatto immediatamente apprezzare la descrizione minuziosa dei luoghi, delle abitudini, dei rituali (il matrimonio, i Misteri di Eleusi, per quanto si possa conoscerli), della mentalità dell’antico uomo greco.
Aristotele e i Misteri di Eleusi è il quinto testo che Margaret Doody dedica alla figura di un Aristotele investigatore. Molto interessante è il rapporto tra i romanzi della Doody e le opere dell’antico filosofo: sembra infatti che ad ogni romanzo della Doody corrisponda un’opera di Aristotele, e in questo caso specifico si tratterebbe della Politica.
La trama è molto semplice: una serie di furti, alcuni dei quali terminano purtroppo con degli omicidi, sconvolgono la vita di Atene e in particolare del nostro narratore in prima persona: Stefanos. Il giovane decide di continuare ad indagare sui furti, nonostante in molti cerchino di dissuaderlo, e da qui si sviluppa per lui una serie di problemi che cercano di deviare la sua attenzione da questi furti. Nel frattempo, il nostro Stefanos ha anche altre necessità: sta per sposarsi e vuole diventare uno dei migliori ateniesi, un concetto che la Doody spiega perfettamente nel testo, per dare alla moglie una casa e un marito di cui andare orgogliosa. Uno dei problemi principali di Stefanos sono i soldi: spende molto per sistemare la casa e soprattutto le sue stanze, dove terrà un banchetto importante, e le spese non sembrano finire mai, mettendolo sempre più in difficoltà. Anche il desiderio della moglie di essere iniziata ai Misteri di Eleusi influisce sulle sue finanze, in quanto il rito richiede spese. Ma è proprio ad Eleusi, da cui proviene la sua sposa, che il mistero dei furti e delle sfortune di Stefanos avrà soluzione.
Amico del protagonista è naturalmente Aristotele, il filosofo, che lo accompagna nelle sue indagini, che lo consiglia e aiuta, e che soprattutto condivide con lui la sorte dei Misteri di Eleusi: come Stefanos è stato convinto dalla moglie, Aristotele è stato convinto dalla sua schiava (che in realtà può essere considerata la sua compagna). L’importanza di Aristotele nel risolvere il Mistero è sottolineata soprattutto dalla sua capacità di osservazione: piccole cose che sembrano insignificanti a narratore e lettore, diventano invece estremamente importante per dissipare ogni dubbio su come sono andate le cose.
Quello che si apprezza di più, di questo giallo, è la minuziosità delle descrizioni, e la probabile opera di documentazione che sta alla base di tutto questo. E’ tutto curato nei più insignificanti dettagli: basti pensare alla descrizione della casa del protagonista, alla vita dell’agorà, al rituale del matrimonio, al rito dei Misteri Eleusini che viene raccontato fin dove è possibile farlo (la parte finale del rito dei Misteri è tutt’ora sconosciuta: gli iniziati non potevano parlarne e quindi non si hanno descrizioni della cerimonia oltre alla rappresentazione del rapimento di Persefone). Insomma, per gli amanti del periodo storico, come me, è un affresco curatissimo, riuscito, credibile, realistico… che riesce a fare da contrappeso a una trama talvolta noiosetta che si rivela, alla fine, estremamente semplice.
Una lettura impegnativa, questo sì: 659 pagine non sono poche e basti pensare che, all’inizio del romanzo, è presente un elenco dei personaggi, anche dei più insignificanti, che si protrae per 4-5 pagine. Unìimpresa ricordarli tutti. Ma certamente un libro che gli amanti dell’antichità non possono perdersi.