Scrittori che leggono è una rubrica mensile in cui autori poco conosciuti ripercorrono le loro letture. Dieci domande per scoprire i loro percorsi di lettori, dieci domande per scoprire chi c’è dietro l’autore e che cosa ne ha formato la sensibilità. In questo episodio, conosciamo meglio Laura Lem!
Chi è Laura MacLem
Laura
Sono una lettrice che scrive. Leggo troppo. Scrivo di più.
Laura MacLem
Attualmente, è impegnata con un webcomic dal titolo Path of life and stone; è un progetto che sta uscendo a puntate, gratuitamente, basato sul suo romanzo – ancora inedito – ed è quindi possibile avere già un assaggio della storia. Il romanzo uscirà presto!
Puoi visitare il sito ufficiale, oppure sostenere il progetto con Patreon; Laura MacLem è autrice anche di: L’Incanto di Cenere (Asengard), Regina di Fiori e radici (self), Nati Due Volte (self).
Laura ha anche un altro desiderio:
Vorrei tanto incontrare di nuovo la mia professoressa del ginnasio che mi consigliò, in un momento difficile della mia vita, di scrivere per buttare fuori le emozioni confuse che avevo dentro. Provaci, mi disse. Ti aiuterà a stare meglio, mi disse.
Laura MacLem
I professori sono tutti bugiardi.
Passiamo alle nostre 10 domande per scoprire Laura anche come lettrice!
Laura MacLem: lettrice
Cominciamo subito con il botto: il primo libro che ricordi e il primo libro a segnare davvero la tua “carriera” di lettore.
Il primissimo libro (che conservo ancora, con gli angoli ammaccati e le macchie delle merendine che mangiavo mentre leggevo) è stato Il richiamo della foresta. Un regalo estemporaneo di mio padre, una sera qualsiasi. Quelle cose che ti cambiano la vita e tu non lo sai.
Jack London mi ha fatta innamorare della lettura, quindi era naturale che non potessi rimanere sana. Ho in seguito divorato tutti i romanzi dello scrittore ‘dannato’ su cui sono riuscita a mettere le mani, e penso che la sua narrativa mi abbia influenzata moltissimo: per me un libro, per essere bello, deve spingerti oltre i limiti. E poi ancora oltre. E più in là ancora.
E tornare indietro deve essere impossibile.
Ci sono libri che fanno ridere, libri che fanno piangere e libri che fanno paura: qual è il primo libro che ti viene in mente per ognuna delle 3 categorie?
Libri che fanno ridere: Uno yankee alla corte di re Artù, di Twain. Molto molto divertente, pieno di spunti che fanno ghignare, ma non sarebbe Twain se non graffiasse a sangue anche mentre ti fa ridere.
Terry Pratchett: uno qualsiasi della saga di Mondo Disco.
L’uomo che metteva in ordine il mondo, Fredrik Backman. Ridevo come una scema già dal prologo, quando il protagonista decide di comprare un iPad e mangia la faccia al commesso perché cerca di truffarlo vendendogli un computer senza tastiera. Spoiler: il commesso perde.
Libri che fanno piangere: di solito li evito perché somatizzo troppo, ma nella mia carriera di lettrice ci sono cascata alcune volte. Devo ancora riprendermi.
Io prima di te, di Jo Moyers. Cioè, no. NO.
Dalla parte di Bailey: Qua la zampa!, di W. Bruce Cameron. Credevo di farmi una lettura sfiziosa, simpatica e divertente, perché l’idea del cane che si reincarna ogni volta che muore mi pareva lo spunto per una bella commedia, invece mi sono ritrovata a singhiozzare sul finale. Vi odio.
L’amico ritrovato, di Ulhman. Qui piangere era necessario. Ma oh, che male.
Libri che fanno paura: cominciamo con un bell’ossimoro: Io non ho paura, di Niccolò Ammaniti. La lenta scoperta del marciume che si annida nel paesello mi ha attorcigliato le budella. Sentivo la tragedia avvicinarsi e non potevo fare niente per evitarlo.
Sessanta racconti, di Dino Buzzati. Adoro Buzzati, la sua prosa, le sue idee, le sue tematiche. Ha scritto storie commoventi, storie sinistre e storie morali, ma quando decide che devi (termine editoriale) ca*arti in mano, non hai scampo.
E infine, banalmente, Pet Cemetery. Non tanto per l’idea dei morti che tornano, che in sé è molto banale, ma per la malignità insita nello sfruttare il dolore di chi ha perso qualcuno di caro, per farlo arrivare a compiere il gesto. Un punto debole che abbiamo tutti, quindi siamo tutti potenziali vittime del Wendigo!
(l’avevo detto che non potevo rimanere sana…)
Non sempre film e libri vanno d’accordo, ma in confidenza puoi dircelo: hai mai pensato: “questo film è venuto proprio bene!”? Se sì, con che libro?
Forse per l’effetto nostalgia (è stato il primo film che sono andata a vedere al cinema, da piccola), ho amato molto la trasposizione cinematografica di La Storia Infinita. Solo il primo eh! I sequel sono qualcosa di immondo.
Ma non posso non citarlo, visto che la scena della morte di Artax ha reso la mia generazione quella che è.
Distrutta.
Parliamo di personaggi: il più amato, il più odiato, il personaggio bambino che avresti voluto essere.
Comincio dal personaggio bambino che vorrei tutt’ora essere: Matilde! Geniale, lettrice e con i superpoteri. Mi accontento di poco.
Il personaggio che ho amato di più… difficile. Mi è rimasto nel cuore Tuf, da I viaggi di Tuf, di George Martin. Un protagonista flemmatico, gattaro, che se le cose vanno male si limita ad aspettare si stufino di andare male.
Il personaggio che ho più odiato? AYLA FIGLIA DELLA TERRA. Del ciclo dei figli della terra di Jean M. Auel. Essa è una sapiens allevata da un gruppo di neanderthal, essa è bellissima ma non sa di esserlo, essa si mette con l’uomo più ambito di tutte le tribù del continente (non è un’iperbole), essa è una dea del sesso, un medico sopraffino, cuoca provetta, addomestica tutti gli animali che l’uomo può addomesticare, scopre come accendere il fuoco, come conservare la carne, come nascono i bambini, come prevenire le gravidanze indesiderare (tengo a ribadire che è l’età della pietra), come mettere su un sistema politico equo e democratico. Essa ha poteri extrasensoriali e vede il futuro dell’umanità. Inoltre prevede i terremoti. Se pensate a qualcosa che può saper fare, la sa sicuramente fare.
Dire che la odio è poco.
È il momento dell’amore! La coppia più indimenticabile di cui tu abbia mai letto?
Colpo bassissimo: Ettore e Andromaca.
Ognuno di noi ha una sorta di libro-guida, quello a cui si torna quando le cose si fanno difficili, quello da cui traiamo forza e coraggio. Qual è il tuo?
Ne ho più di uno: La pietra del vecchio pescatore, La storia infinita e Il mago di Earthsea, che mi hanno tenuto compagnia da bambina e da ragazzina. Adesso ci sono Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, di Sepulveda, la Tenda Rossa, di Anita Diamant, e, per ragioni che non ho ben chiare, l’Antigone.
Chi è l’autore o l’autrice che più di chiunque altro definiresti la tua fonte di ispirazione?
Neil Gaiman si prosterna
Ci parli un po’ del libro che più ti ha segnato come scrittrice?
Citarne uno solo è difficile! Ci provo: anche se è di moda citarlo adesso, ho letto IT durante la mia adolescenza, e penso proprio che per me sia stato una svolta. In quel romanzo c’è tutto.
Immaginati in Fahrenheit 451, immagina di dover memorizzare un libro, uno solo, per salvarlo dall’oblio. Quale sceglieresti? E perché?
Escludendo i classici e i libri più noti, credo che salverei Nata dal Vulcano, di Tanith Lee. Amo quest’autrice, la sua prosa poetica e le sue tematiche, che sono ancora fin troppo attuali.
Lasciamoci con una citazione, ti va?
Le storie sono come ragni, con lunghe zampe, e sono come le ragnatele in cui l’uomo finisce aggrovigliato, ma che se le guardi sotto una foglia, nella rugiada del mattino, sembrano tanto belle con quel modo elegante di collegarsi una all’altra, strette strette.
Neil Gaiman, I ragazzi di Anansi
Laura MacLem: scrittrice
Alcuni dei titoli di Laura che potrebbero interessarti:
- L’incanto di cenere (lo abbiamo anche recensito!)
- Regina di fiori e radici
- Nati due volte (parte 1 e parte 2)
- Path of life and stone (webcomic a puntate)
Visita la pagina Goodreads di Laura MacLem
Una scrittrice bravissima che stramerita di essere letta. Sono moooloto curiosa dell’uscita del libro di Path of life and stone *_*