Scrittori che leggono è una rubrica mensile in cui autori poco conosciuti ripercorrono le loro letture. Dieci domande per scoprire i loro percorsi di lettori, dieci domande per scoprire chi c’è dietro l’autore e che cosa ne ha formato la sensibilità. In questo episodio, conosciamo meglio Juls SK Vernet e Daniela Barisone: ecco la seconda parte dell’intervista, dedicata a Juls (qui, invece, puoi rileggere la prima parte)!
Chi è Juls SK Vernet
Juls si descrive così:
creativa, assonnata, paranoica, fantasiosa, introversa, riflessiva, entusiasta, pigra, determinata, emotiva.
Il suo ultimo lavoro è Just Beat it!, scritto a quattro mani con Daniela Barisone (che abbiamo conosciuto nella prima parte). Puoi vedere tutta la produzione delle ragazze sul loro sito ufficiale!.
Ma passiamo alle dieci domande per conoscere Juls come lettrice!
Juls SK Vernet: lettrice
Cominciamo subito con il botto: il primo libro che ricordi e il primo libro a segnare davvero la tua “carriera” di lettrice.
Il primo che ricordo è Il mio primo dizionario di Richard Scarry 😉 Non sapevo ancora leggere ma guardavo le vignette e inventavo delle storie!
Ho sempre amato alla follia tutto ciò che riguarda Sherlock Holmes e più in generale Arthur Conan Doyle. Il Mondo Perduto mi riempiva di meraviglia e ovviamente ero innamorata del magnifico investigatore.
Avevo uno scaffale pieno di economici della Newton, per cui tantissimo Salgari, Burroughs, Stevenson, e l’immancabile Piccole Donne.
Ci sono libri che fanno ridere, libri che fanno piangere e libri che fanno paura: qual è il primo libro che ti viene in mente per ognuna delle 3 categorie?
Memorie di un cuoco di Astronave di Massimo Mongai. Fantascienza all’italiana con un occhio di riguardo per la buona cucina. È delizioso in tutti i sensi!
Libri che fanno piangere: l’ultimo per cui ho pianto come un vitello è stato il sesto libro di Harry Potter, ho iniziato a metà volume e non ho smesso fino alla fine. Va detto che da allora leggo molto meno di quello che vorrei e per lo più saggistica per cui non ho avuto occasioni di commuovermi 😉
Shining. L’ho letto quest’anno e più di una volta me la sono fatta addosso.
Non sempre film e libri vanno d’accordo, ma in confidenza puoi dircelo: hai mai pensato: “questo film è venuto proprio bene!”? Se sì, con che libro?
Sarò banale, ma il primo Harry Potter non era fatto male pur con alcuni tagli rispetto alla trama originale. Tutt’ora mi dà una fortissima nostalgia vedere la prima inquadratura della Sala Grande all’inizio, mi sembra di essere a casa!
Parliamo di personaggi: il più amato, il più odiato, il personaggio bambino che avresti voluto essere.
Il più amato è Sherlock Holmes, non ci sono santi. Ho letto e riletto quei racconti e quei romanzi più volte di quanto sia sano, e penso che continuerò a rileggerli finché avrò la forza di tenere su un supporto di lettura 😉
Subito dopo se la giocano il Conte di Montecristo e Jo Marsh di Piccole Donne. Sono molto diversi, ma li ho amati intensamente entrambi! Il Conte di Montecristo è fenomenale nella sua fredda e paziente vendetta. È un uomo che perde ogni cosa ma è capace di risalire la china, superare se stesso, arrivare al punto in cui potrebbe avere il mondo nelle proprie e infine decide di non trascendere in un eccesso di hybris. Jo Marsh è molto più trasparente: è la scrittrice ‘ribelle’ che ha affascinato generazioni di bambine, spingendole a voler scrivere storie avventurose e romantiche.
Il personaggio più odiato: Codaliscia, in Harry Potter.
Il personaggio che avrei voluto essere: l’ho già detto! Jo Marsh 😉
È il momento dell’amore! La coppia più indimenticabile di cui tu abbia mai letto?
Penso che copierò Daniela e dirò Jane Eyre e Rochester anche io *sospira*
Ognuno di noi ha una sorta di libro-guida, quello a cui si torna quando le cose si fanno difficili, quello da cui traiamo forza e coraggio. Qual è il tuo?
Al primo posto ci sono ovviamente tutti i romanzi e i racconti di Sherlock Holmes.
Oltre a questo, però, vorrei fare un tributo a tutte le fanfic che mi hanno tenuto compagnia e consolato nei momenti brutti, in particolare quelle di Silver Auror nel fandom di Sherlock anglofono. Con la serie finita o comunque sospesa a tempo indeterminato il mio interesse è andato a scemare, ma le sue storie mi fanno sempre l’effetto di una copertina calda in una giornata di pioggia.
Chi è l’autore o l’autrice che più di chiunque altro definiresti la tua fonte di ispirazione?
Stephen King per la produttività e l’etica lavorativa, Ursula K. Le Guin per alcuni concetti del fantasy che mi sono rimasti dentro e di cui farò tesoro per sempre, Daniel Pennac per quel delirio che è tutta la roba dei Malaussene che ho letto alle medie senza capirci niente ma amandolo follemente, e per Come un romanzo di cui so ancora a memoria il decalogo del lettore.
Le Bronte per averci mostrato alternativamente come scrivere una storia d’amore prendendo anche in giro i classici dell’orrore dell’epoca e come NON scrivere una storia d’amore costruendo tutta una narrazione su un rapporto malato romanticizzato. Jane Austen perché sono una donna romantica in fondo al mio cuore nero, i Gialli Mondadori degli anni ‘80 per un certo divertito spirito hard-boiled e Dumas per i feuilleton del mio cuore. Mark Twain perché ne sapeva una più del diavolo.
Conan Doyle perché ha creato il mio investigatore preferito di tutti i tempi 😉
Ci parli un po’ del libro che più ti ha segnato come scrittrice?
Credo che sia difficile isolarne uno – gli esseri umani sono come delle spugne e tendono ad assorbire ciò che hanno intorno. Per cui dovrei citare tutti i libri, fumetti, giornali, libri scolastici che ho letto nella vita e tutti i cartoni animati, film, serie tv e cultura popolare che ho consumato in quasi 4 decenni.
Per farla breve quindi menzionerò soltanto On Writing di Stephen King, che ho letto di recente e che ho adorato.
Immaginati in Fahrenheit 451, immagina di dover memorizzare un libro, uno solo, per salvarlo dall’oblio. Quale sceglieresti? E perché?
Uno Studio in Rosso. Perché è lì che tutto è iniziato.
Lasciamoci con una citazione, ti va?
Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.
– Arthur Conan Doyle
Juls SK Vernet: scrittrice
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