Scrittori che leggono è una rubrica mensile in cui autori poco conosciuti ripercorrono le loro letture. Dieci domande per scoprire i loro percorsi di lettori, dieci domande per scoprire chi c’è dietro l’autore e che cosa ne ha formato la sensibilità. In questo episodio, conosciamo meglio Antonella Arietano!
Chi è Antonella Arietano
Antonella si descrive così:
Entusiasta, sognatrice, un’idea tira l’altra e vorrei fare tutto!
– Antonella Arietano
L’ultima sua fatica è Ali di farfalla, pubblicato da Triskell Edizioni nell’aprile 2019. Ha pubblicato anche I Talenti delle Fate, un romanzo Young Adult uscito inizialmente per conto sempre di Triskell Edizioni e ora ripubblicato in selfpublishing su Amazon; Cuore, un racconto gratuito sempre per i tipi di Triskell Edizioni (che verrà prossimamente ripubblicato in una raccolta auto pubblicata). Inoltre c’è anche Amber, altro romanzo fantasy anche lui pubblicato da Triskell e ripubblicato in selfpublishing su Amazon.
Antonella sta inoltre progettando una raccolta di racconti di genere fantastico, che sarà disponibile probabilmente quest’autunno. Il titolo sarà Un velo sottile, e il filo conduttore dei testi sarà il legame tra questo mondo e quello fatato.
Ma passiamo alle dieci domande per conoscere Antonella come lettrice!
Antonella Arietano: lettrice
Cominciamo subito con il botto: il primo libro che ricordi e il primo libro a segnare davvero la tua “carriera” di lettrice.
Ho sempre letto moltissimo, da bambina e poi da ragazza, perciò non riesco proprio a ricordare il primo libro che mi sia capitato tra le mani. So di aver divorato i cosiddetti classici per ragazzi: ho giocato al “gioco della felicità” di Pollyanna, ho seguito con trepidazione le vicende delle sorelle March in Piccole Donne, ho vissuto la speranza di Sarah Crewe in La piccola principessa e ho scoperto il giardino al di là del muro con Mary Lennox ne Il giardino segreto. Non mi sono fatta
mancare un pizzico di Verne con il mitico Il giro del mondo in ottanta giorni, né ho lesinato sull’avventura concedendomi i pirati di Stevenson ne L’isola del tesoro. Ce ne sono stati sicuramente molti altri, diciamo che questi sono i romanzi che ricordo con maggior trasporto e affetto. Credo siano stati questi testi a spingermi a voler leggere sempre di più, spronandomi tra l’altro a scrivere a mia volta, nel tentativo di creare una storia che fosse anche solo lontanamente simile a quelle che rapivano la mia immaginazione. Quindi non sarei davvero in grado di segnalare un titolo su tutti, si tratta piuttosto di un’allegra brigata! Un libro che invece ha segnato molto la mia carriera di lettrice e scrittrice è stato Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley: il mio primo fantasy, nonché l’unico libro (con Il Signore degli Anelli) che abbia letto due volte. Mi ha fulminata, letteralmente: l’ambientazione, le leggende arturiane, la magia e l’idea di questa mitica isola celata dalle nebbie… Ce n’era abbastanza per nutrire la mia immaginazione negli anni a venire! E un po’ è stato così.
Ci sono libri che fanno ridere, libri che fanno piangere e libri che fanno paura: qual è il primo libro che ti viene in mente per ognuna delle 3 categorie?
Mi ha fatta ridere moltissimo Le avventure nel frattempo di Roddy Doyle: l’ho letto con i miei figli Stefano e Elisa, ricordo che in certi momenti ci spanciavamo letteralmente! Ho pianto quando ho letto La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger, per la bellezza della storia e per la sua drammaticità, un testo davvero ben congegnato e per nulla scontato, una vera chicca. Per quanto riguarda la paura, non posso avere dubbi perché ho letto pochissimi romanzi del genere: La donna in nero di Susan Hill, che ho voluto leggere dopo aver visto il film con Daniel Radcliffe. Ho fatto fatica a dormire per diverse notti…
Non sempre film e libri vanno d’accordo, ma in confidenza puoi dircelo: hai mai pensato: “questo film è venuto proprio bene!”? Se sì, con che libro?
Sono pochi i film tratti da libri che mi abbiano convinta del tutto, di solito tendo a considerarli due realtà parallele, ma ritengo che tra i pochi che mi abbiano fatto battere il cuore sia d’obbligo citare Il Signore degli Anelli, non certo perché sia meglio del libro, ma perché Jackson è riuscito a ricreare troppo bene la Terra di mezzo e i suoi personaggi. Ho apprezzato la cura per i dettagli, la spettacolarità delle scenografie, la magia degli effetti speciali. Davvero, non ho avuto nulla da dire. Lo stesso effetto me lo fece il primo film di Harry Potter, che uscì nello stesso anno, per cui posso dire che fu davvero un bel periodo, cinematograficamente parlando; non ho mai più vissuto la stessa trepidazione legata a un film!
Parliamo di personaggi: il più amato, il più odiato, il personaggio bambino che avresti voluto essere.
Il più amato? Oggi ti direi Elizabeth Bennet, per la vena ironica e il carattere determinato, ma ce ne sono stati diversi per le varie fasi della mia vita: si va da Jo March a Morgana, per intenderci. Ho odiato profondamente Jonathan Randall nella serie Outlander di Diana Gabaldon, perché è davvero un personaggio marcio dentro. Da bambina non ricordo di essermi identificata fortemente con il personaggio di un libro, era un meccanismo che scattava a ogni nuova lettura.
È il momento dell’amore! La coppia più indimenticabile di cui tu abbia mai letto?
D’istinto mi viene da dire Elizabeth Bennett e Mr. Darcy: mi sono sempre divertita a immaginare che tipo di coppia sarebbero stati dopo il matrimonio, secondo me avrebbero fatto scintille!
Ognuno di noi ha una sorta di libro-guida, quello a cui si torna quando le cose si fanno difficili, quello da cui traiamo forza e coraggio. Qual è il tuo?
Non credo di averne uno, a dire la verità. Mi rendo conto che in questi ultimi anni cerco molto storie di donne che si reinventano, che danno vita a un progetto cui tengono molto o che si lanciano in imprese fuori dalla loro quotidianità, per cui penso che la mia guida letteraria sia più che altro la trama: scelgo testi che mi ispirino a dare il meglio, a mettermi in gioco, nella speranza di arrivare un giorno a dire “ce l’ho fatta!” (a fare cosa, ancora non lo so, ma succederà).
Chi è l’autore o l’autrice che più di chiunque altro definiresti la tua fonte di ispirazione?
Certamente sono stata ispirata molto da Marion Zimmer Bradley. Apprezzo molto lo stile ironico della Austen e le storie della Ahern, velate di un pizzico di paranormale.
Ci parli un po’ del libro che più ti ha segnato come scrittore?
Come dicevo, si tratta senz’altro de Le nebbie di Avalon: sono rimasta affascinata dall’ambientazione, dall’incastro delle vicende, dalla magia. L’idea di questa isola misteriosa celata dalle nebbie mi faceva sognare a occhi aperti, avrei tanto voluto essere tra le giovani sacerdotesse consacrate alla Dea. Ho cercato di riprodurre nei miei testi ambientazioni capaci di avvincere il lettore allo stesso modo, e soprattutto nei miei ultimi lavori (uno ancora in fase di scrittura) ho iniziato a mescolare un pizzico di magia nella quotidianità, facendola diventare parte della realtà. Spero di riuscire ad arrivare a uno stile tutto mio, per cui i lettori saranno capaci di riconoscere un mio testo anche solo dalla trama.
Immaginati in Fahrenheit 451, immagina di dover memorizzare un libro, uno solo, per salvarlo dall’oblio. Quale sceglieresti? E perché?
Uno non troppo lungo, detesto imparare le cose a memoria! XD Scherzi a parte, credo che punterei su Il diario di Anna Frank, nella speranza che fosse possibile evitare di commettere di nuovo gli stessi errori.
Lasciamoci con una citazione, ti va?
Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono.
Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi.– Gilbert Keith Chesterton
Antonella Arietano: scrittrice
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- Ali di farfalla, Triskell Edizioni
- I talenti delle fate, self publishing
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