Die Blendung, l’accecamento, era il titolo originale di quest’opera, dfficilmente traducibile, tanto che fu lo stesso Canetti ad indicare il titolo per le traduzioni estere. Il primo e unico romanzo di un letterato che avrebeb vinto il premio Nobel soprattutto grazie al suo saggio "Massa e potere", di cui "Auto da fè" si può quasi considerare uno degli studi preliminari. A differenza di un saggio, però, rivestono grande importanza gli stati d’animo dei personaggi.
Kien è un professore di fama internazionale che vive solo per i libri, una "testa-senza-corpo", non sa cosa sia il mondo e non ha contatti con altre persone. Therese, la sua governante, rappresenta invece la meschinità, la grettezza di chi vive solo per il proprio interesse. Kien, quando decide di interessarsi al mondo, comincia proprio sposando Therese, che rivelerà tutta la sua perfidia allontanandolo dai libri in maniera brutale e cacciandolo fuori di casa. A questo punto si modifica la prospettiva del protagonista: la sua biblioteca diventa solo "mentale", ideale e, poco a poco, comincia un processo di avvicinamento e adattamento al mondo. Canetti sembra così suggerirci che la lettura sterile isola dal mondo, è fine a se stessa e dannosa per gli uomini, menre se essa è consapevole e supportata dal mondo raggiunge scopi positivi. Kien ispira infatti soprattutto pietà, rabbia e impotenza, quasi un senso di frustrazione. Alla sua figura si contrappone quella del fratello George,forse l’unica figura del romanzo che non sia circondata da un cupo alone: uno psicologo di fama mondiale che sperimenta ogni giorno una sorta di ipocrisia e di distacco vivendo in un manicomio. Sperimenta la natura umana allo stato puro, senza facciate, senza le dissimulazioni di cui, per esempio, è capace Therese.
L’epilogo del romanzo è tragico, apocalittico quasi, e disvela tutta la follia di cui è capace l’uomo.
UN libro dall’atmosfera cupa, quasi soffocante a volte, ma che allo stesso tempo rapisce, costringe quasi alla lettura Ognuno di noi si sente preso in causa, i paradossi e le esagerazioni nei caratteri dei personaggi non li allontanano dalla realtà, ma li avvicinano; vien voglia di sbattere contro il muro la testa di Kein o Therese,e di informare il professore sui raggiri operati ai suoi danni…
Molta importanza rivestono il concetto di "normalità" e "follia", perchè ogni personaggio considera gli altri "sbagliati", ognuno giudica gli altri sensa pietà, e il concetto di "materialismo" e, come annunciato all’inizio, il rapporto dell’uomo con la massa, la fobia della grande folla ch può spingere ad atti assurdi, a veri e propri linciaggi. Forse è questo l’aspetto più inquietante, il riconoscere che la folla non ha più una "testa", è solo "corpo", solo animale.
Jinga
Sembra grandioso sto libro anche se comunque non ho capito il senso del titolo: sia "Auto da fé" che "L’accecamento" mi sembrano un po’ strani… anzi forse il secondo è più normale…
Il senso del titolo si capisce dopo aver letto il libro, soprattutto se si conosce il significato principale di "Auto da fè" ^^
D’accordo con jinga, anche perchè io personalmente un finale così non me l’aspettavo proprio.