Traduttore: Liliana Frassati Sommavilla
Editore: Feltrinelli Genere: Romantico
Pagine: 176
ISBN: 9788807803383
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Il nostro voto:
Senza mai chetarsi, ora infuriata ora implacabile, la voce delle onde ci accompagna durante tutta la lettura di questo romanzo. Si tratta di una storia d'amore che sulla sponda del mare nasce e si sviluppa, raggiungendo apici di toccante e poetica spontaneità e semplicità. La vita, fatta di coraggio e di sacrificio, di un povero villaggio di pescatori giapponesi è lo sfondo per le uscite sul mare in tempesta, la pesca delle perle e i convegni d'amore di due giovani protagonisti, Shinji e Hatsue, su al tempio di Yashiro, che dall'alto del monte domina l'Isola del canto - Uta-jima - come armoniosamente la chiamano i suoi abitanti.
Questo racconto, per la sua raffinata sensibilità, occupa un posto di rilievo nella vasta produzione di Yukio Mishima (1925-1970), uno dei maggiori esponenti della letteratura giapponese moderna.
La voce delle onde è un romanzo del 1954 dello scrittore giapponese Yukio Mishima. Per la precisione, è un romanzo breve di argomento sentimentale.
Shinji e Hatsue. Lui e lei. Il figlio maggiore di una famiglia di poveri pescatori e la figlia dell’uomo più ricco del villaggio. Si innamorano, anche se il padre non la darà mai in sposa ad un nullatenente, senza contare poi l’opera di disturbo del figlio dei notabili del villaggio, che si sente predestinato a sposare Hatsue, e della figlia di una professoressa, innamorata di Shinji. Ma alla fine gli ostacoli vengono superati, e i due protagonisti convolano a giuste nozze.
Tutto qui? Tutto qui. Quando ho letto per la prima volta questo romanzo, stentavo a credere che Mishima avesse potuto scrivere un romanzo dalla storia così banale e stereotipata. Non solo la trama è semplicissima, ma anche i personaggi: del protagonista, Shinji, si dice che “non era per niente capace di meditare sulle cose”, e in effetti per tutta la storia gli resta addosso l’etichetta di eroe ottuso, che compensa la scarsa intelligenza con doti quali coraggio, purezza d’animo, senso del dovere; anche Hatsue non appare molto più acuta, e in una memorabile scena che ricorda più De Amicis che Mishima conquista il rispetto delle anziane pescatrici dell’isola con un gesto di squisita umiltà . Chi conosce le malelingue dei villaggi non crederà a questa scena nemmeno per un istante, ma tutto il romanzo sembra un opuscolo di propaganda dei tradizionali valori giapponesi, e quindi va bene. Davvero sembra impossibile credere che l’autore di questo romanzo sia lo stesso che pochi anni prima aveva scritto Confessioni di una maschera, e che in futuro avrebbe realizzato altri capolavori del calibro di Trastulli di animali e Il padiglione d’oro. Non solo, ma oltre alla banalità della trama e dei personaggi, il romanzo ha un altro grave problema, e cioè l’assoluta mancanza di tensione: come già accennato, gli ostacoli alla storia d’amore tra i due protagonisti non mancano, eppure non sembrano mai veramente insuperabili, e infatti vengono superati con una certa facilità , anche quelli che teoricamente dovrebbero comportare gravi rischi fisici (come il tentato stupro ai danni di Hatsue, o la tempesta sulla nave dove presta servizio Shinji). Sino all’ultima pagina mi sono aspettato che succedesse qualcosa di imprevisto, appunto per l’opinione che avevo di Mishima, ma senza questa tara mentale probabilmente avrei previsto tutta l’evoluzione della storia sin da metà romanzo. Anche la morale con cui Mishima chiude l’opera, e cioè l’importanza di contare solo sulle proprie forze per superare le avversità , è espressa in maniera piatta e stereotipata, come se nemmeno lui ci credesse veramente (come testimoniano i protagonisti delle sue opere maggiori, prigionieri di dubbi e passioni e votati all’irrazionalità più estrema).
Insomma, un romanzo da evitare? Non necessariamente. Di sicuro è un pezzo minore nell’opera di Mishima, ma nonostante tutti i difetti sopra elencati la lettura può risultare piacevole, grazie allo stile, che riesce ad unire semplicità e profondità. Se lo si legge nel modo in cui si guarda un affresco, senza badare alla storia, allora La voce delle onde diventa un’esperienza apprezzabile.
I nostri voti | |
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Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |
Non sono riuscita a rintracciare l’autore di questa recensione su iobloggo. Aveva probabilmente abbandonato il blog.
Chi di voi riconoscesse questa recensione come propria può farmelo sapere? Grazie.