Editore: Elliot Genere: Narrativa
Pagine: 242
ISBN: 9788861921429
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Il nostro voto:
Gioia è precoce, curiosa e dotata per mettersi nei guai. Le piacciono le bambine, ma non i giochi da bambina; non si spiega perché i suoi genitori, entrambi atei, l'abbiano mandata a una scuola privata cattolica, un covo di letale perbenismo urbano in cui i suoi esperimenti chirurgico-sessuali con la coetanea Veronica non sono affatto graditi. A quindici anni l'amore per Stef, bella e traditrice, scoppia come una guerra, e Gioia, colpita al cuore, esala l'ultimo respiro; dalle sue ceneri nasce Dolores, la regina dei dolori, ferita e bugiarda, oscura e fantasiosa, creatrice di mondi violenti e apocalittici che diventeranno immagini a fumetti. Debora è la sorella di Stef e la pecora nera di una famiglia che aspira, senza troppo successo, agli ideali della più splendente mediocrità. Temprata dalle asprezze della vita, Debora sopravvive alle crociate di sua madre per fare di lei una vera donna, a un primo amore con la sensuale ma poco fedele Bea e a uno spettacolare coming out televisivo. E nel frattempo, senza accorgersene, da brutto anatroccolo si trasforma in cigno. Dolores e Debora non si sono mai incontrate. Ma a vent'anni il destino vuole che le loro vite si sfiorino, e che entrambe facciano la loro comparsa nei sogni dell'altra. Cosa le aspetta, la felicità o il disastro?
L’uovo fuori dal cavagno è un libro che ha come assolute protagoniste le donne. Gioia, Debora e Stef sono tre ragazze tra loro assolutamente diverse che incarnano passioni e ambizioni delle ragazze d’oggi: solo che, tutte e tre, sono attratte da individui del loro stesso sesso, e affrontano la loro omosessualità in modo estremamente diverso. Gioia fin dalla più tenera età dimostra il suo orientamento e la storia d’amore con Stef metterà a dura prova la sua persona, radendola al suolo e facendo nascere dalle sue ceneri Dolores; Debora si avvicina piano piano alla verità riguardo alla sua sessualità, prendendone poi pienamente coscienza, senza vergogna; Stef invece, sino alla fine, nega la sua vera natura, ambendo ad una vita “normale”. Ma cos’è la normalità? Più volte questa domanda torna durante la lettura e non si arriva mai ad una risposta soddisfacente: essere omosessuali non è normale? Ma allora lo è fingere di essere quello che non si è? Giocare con i sentimenti delle persone? Io non credo. Un libro pieno d’amore e di sentimento, in cui però le storie non sempre hanno un lieto fine
“C’era una pistola in quella mano. E stava sparando. Stava svuotando il caricatore.”
ed in cui non mancano però momenti filosofici
“Ma non ti annoi mai, sempre lì a rimestarti le tue cavolo di idee da sola?
E’ con gli altri che mi annoio, non con me stessa. Con me stessa non sono mai sola.”“(Meri)Apri bene le orecchie, Kindergarten, dice ancora mentre asciuga per terra. Lezione di vita numero uno: prima di tutto salvarsi la pelle. Numero due: non si può aiutare chi non vuol essere aiutato.”
“Forse è così la vita, ti manca sempre qualcosa. Stai col fiato sospeso, e non sai perché. Vorresti qualcosa di più. Qualcosa di impossibile, come volare. Vorresti fare qualcosa di stupendo che ci rendesse tutti un po’ più contenti e possibilmente meno stronzi, e poi ti guardi intorno e dici: Io qui se sopravvivo è già tanto. E ti accontenti di volare di notte, quando sogni.”
e battute divertenti ed ironiche.
“Ho un culo martire, dovrebbero dedicargli una cappella in chiesa e un giorno sul calendario.”
“(Igino, padre) E’ una ragazza complicata, sintetizzò lui. Quando è toccato a noi, quelle semplici le avevano già finite.”
“Tu non credi in Dio? verificai con Elisabetta un momento che mi sembrava di buon umore.
Non è che non ci credo, disse lei tirando la sfoglia degli agnolotti. E’ che non ho niente da dirgli. Lui al suo posto, io al mio. Senza togliere niente a nessuno.
Ma lui può punirti se non ci credi?
Mi punisce già tutti i giorni, disse Elisabetta. Devo sopportare te e tuo padre.”
Durante l’intero romanzo assistiamo alla crescita delle tre ragazze ed al loro continuo confronto con il mondo che le circonda, assolutamente variegato: si passa dalla madre di Debora e Stef, assolutamente intollerante, alle ragazze dell’associazione ALICE, tutte omosessuali ma estremamente diverse tra loro.
Interessante inoltre la modalità in cui il romanzo è scritto: abbiamo l’alternarsi di capitoli dedicati a Gioia/Dolores e Debora, scritti in prima persona, senza la punteggiatura del dialogo, come un diario, un flusso continuo di pensieri, che ci consente di immedesimarci pienamente nella vita di queste giovani ragazze, tra le loro gioie ed i loro numerosi tormenti.
I nostri voti | |
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Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |