Traduttore: Glauca Michelini
Editore: Giunti Demetra Genere: Classici, Filosofico
Pagine: 144
ISBN: 9788844033675
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Il nostro voto:
Pubblicato nel 1763, il Trattato sulla tolleranza fu ispirato a Voltaire da un fatto di cronaca: l'ingiusta condanna a morte di un protestante, decisa dai giudici di Tolosa sotto lo stimolo di un cieco fanatismo religioso. Questo episodio di intolleranza è per il filosofo parigino il punto di partenza per la serrata affermazione della necessità di bandire ogni tentazione di sopraffazione fra gli uomini, per riaffermare una civiltà fondata sul rispetto delle scelte, delle posizioni, dei diritti degli altri. In una parola, sul rispetto della diversità. A distanza di oltre due secoli questo manifesto per la libertà e la tolleranza religiosa secondo gli ideali illuministi resta un'opera sempre attuale capace di riportarci alle radici stesse della modernità. Titolo originale: Traité sur la tolérance à l'occasion de la mort de Jean Calas.
Altro classico della filosofia che però è attualissimo, soprattutto di questi tempi. Prendendo spunto da un fatto clamoroso, la morte del protestante Jean Calas il 9 marzo 1762 (di cui vengono narrati tutti i dettagli nel primo capitolo del trattato), Voltaire muove una critica al fanatismo religioso e al fanatismo in genere, opponendo la logica della ragione. Il trattato narra diffusamente dell’omicidio di Calas, del perché sia avvenuto e di cosa abbia comportato, e dell’errore che si cela dietro alla sentenza di morte (sentenza che verrà poi considerata ingiusta, comportando il versamento di un indennizzo alla famiglia dell’uomo). Ma passa poi ad esprimere la propria indignazione contro il fanatismo imperante, contro la rigidezza, contro la mancanza di tolleranza della religione altrui, del pensiero altrui, che egli stesso riscontra nella propria società . E il trattato si allarga a descrivere cosa siano tolleranza e intolleranza, a tracciarne un quadro storico e filosofico, a dimostrarne l’esistenza o meno in altri popoli e in altre culture, fino ad arrivare al nocciolo della questione, che rende il testo vivo più che mai: Voltaire esprime infatti il concetto secondo cui, se una società pretende di definirsi civile, debba tollerare tutte le diversità al suo interno, siano esse politiche, religiose o quant’altro. Solo in questo modo, secondo Voltaire, con il rispetto delle diversità e di ogni singolo individuo in quanto individuo, è possibile creare una società che possa definirsi civile e che possa mantenere una pace duratura. L’argomentazione è serratissima, gli esempi si susseguono, i riferimenti sono molteplici e spaziano in numerosi campi. E il concetto che esprime è tutt’ora vivo e sentito: e leggere sapendo che più di 300 anni dopo la pubblicazione del saggio sussistono ancora le intolleranze e i fanatismi che già Voltaire criticava e combatteva duramente, dà l’idea di quanto poco si sia andati avanti da questo punto di vista. Il saggio si concentra soprattutto sui fanatismi religiosi, ma leggerlo solo in questa chiave è, a mio avviso, scorretto: io credo – opinione personale, eh – che il trattato muova da questo pretesto e attacchi il fanatismo e l’intolleranza come concetti a se stanti, che si possono esprimere nella religione come nella politica. Credo che la storia dei secoli che ci separano da Voltaire, che gli avvenimenti attuali, che la vita con cui abbiamo a che fare tutti i giorni sia la dimostrazione che il fanatismo non è un problema solo quando è politico, è religioso, o comunque quando investe un solo campo: è un problema perché contiene in sé la percezione di chi è diverso come qualcosa di sbagliato, che va piegato alla propria volontà , a qualsiasi costo. Credo sia questo il messaggio di Voltaire: e per coglierlo credo si debba andare al di là dell’episodio contingente (che ha sicuramente scatenato l’indignazione di Voltaire, e scatena la nostra quando leggiamo) che alla fine è un pretesto per parlare di un concetto di più ampio respiro come quello della tolleranza, del rispetto dell’altro, del rispetto della diversità e dell’arricchimento della propria individualità quando entra in contatto con le individualità che la circondano, così come le culture si arricchiscono grazie alla loro interazione. E’ un trattato sempre attuale, credo, anche se c’è da sperare, per la portata dei concetti che esprime e che trasmette, che diventi presto un classico che si legge e basta e che non si ritrova nel mondo che ci circonda. Vorrebbe dire che siamo giunti ad avere un mondo in cui “diverso” non è più sinonimo di “sbagliato”: e credo sia questo che Voltaire, con le sue argomentazioni, col furore della sua indignazione e della sua prosa, voglia trasmetterci. Faccio presente infine che l’edizione che ho qui riportato ha un buon saggio introduttivo e un notevole apparato di note, ma che però ha il difetto di avere le note tutte in fondo: e trattandosi di 181 note, diventa scomodo per il lettore andare a cercare in fondo al libro il riferimento esatto. Ad ogni modo, questo trattato va letto, soprattutto nei tempi in cui viviamo: apre gli occhi.
I nostri voti | |
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Generale: |
In effetti è impressionante come certi libri siano attualissimi nonostante siano magari scritti secoli fa!!!