Traduttore: Carla De Caro
Editore: Edizioni E/O Genere: Narrativa
Pagine: 404
ISBN: 9788866320906
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Il nostro voto:
Un giorno, senza motivo, svaniscono nel nulla migliaia di persone…
Ciò che colpisce in questo romanzo è come la vicenda non sia narrata nei toni postapocalittici di alcuni libri e film degli anni recenti, ma come una “normale” storia dei nostri giorni. Le passioni e le paure, le gioie e i vuoti della vita familiare, sentimentale e sessuale sono come le nostre.
Il grande abbandono, il Rapimento, è “solo” un evento inspiegabile che accelera, moltiplica, illumina il paradosso, la fragilità, la tragedia e la bellezza della vita umana.Il giorno del Rapimento predetto dalla Bibbia è arrivato e voi siete tra quelli che sono rimasti sulla Terra.
Cosa fareste?
Se un libro si giudicasse dal titolo, Svaniti nel nulla sarebbe estremamente fuorviante: siamo di fronte a un romanzo che non si occupa di coloro che sono letteralmente scomparsi nel nulla, ma di quelli che sono rimasti, che devono affrontare le conseguenze, tutto ciò che viene dopo un evento traumatico quale può essere l’improvvisa e inspiegabile sparizione di una parte della popolazione umana.
Ecco, in questo senso il titolo originale, The Leftovers, è molto più indicativo di ciò che leggeremo, tanto più se consideriamo che in realtà l’evento traumatico viene nominato di sfuggita, come una sorta di sfondo, come se non avesse davvero tutta questa importanza: ciò che importa sono quelli che sono rimasti, che raccolgono i cocci, che cercano di continuare la propria vita. Per farvi capire quanto la cosa sia affrontata in maniera marginale, vi basta leggere alcune recensioni qua e là: ci sono lettori che si chiedono se fosse davvero necessario tirare in mezzo un evento di questa portata, e non utilizzare invece un qualcosa di più comune e meno misterioso per ottenere gli stessi risultati. In effetti ripensandoci è una cosa che mi chiedo anche io, ma alla fine non conta molto, e ora vi spiego perché.
Il romanzo è incentrato su alcuni personaggi, in particolare i componenti della famiglia Garvey e Nora Durst, una donna che sta vivendo una grave depressione dopo aver perso l’intera famiglia nella sparizione di massa. Ho trovato intelligente la scelta della famiglia Garvey, perché in realtà nessun componente di quella famiglia è scomparso: la figlia ha però vissuto da vicino la sparizione di un’amica, svanita nel nulla sotto ai suoi occhi. Quello che leggiamo è l’impatto che l’evento nella sua complessità ha avuto anche su una famiglia che non è stata direttamente toccata: la figlia attraversa un momento di profonda crisi, il figlio, lontano perché studia al college, si associa a una ragazza che è incinta di un santone, la moglie decide di unirsi a una nuova setta nata in seguito alla scomparsa di massa, i Colpevoli Sopravvissuti, e il marito, sindaco della cittadina, ha a che fare con le stranezze della setta della moglie, con la figlia che non riesce ad aiutare e con l’amica della figlia che deve ospitare, e con Nora, con cui intreccia una sorta di relazione che incontra notevoli difficoltà. Di fatto, abbiamo una famiglia in crisi da una parte e una donna che ha perso tragicamente la sua famiglia dall’altra, e un paio di sette che costringono i propri membri a comportarsi in un certo modo: era proprio necessario utilizzare un evento particolare e inspiegabile come una sparizione di massa per trattare questi argomenti? Certo che no. Ma questo sottolinea ancora di più la marginalità di questo evento e la centralità della fatica di ritrovare un ritmo quotidiano, di riadattarsi alla vita con tutti gli aggiustamenti che una disgregazione o una perdita familiare possono portare. E sottolinea ancora di più quanto un titolo sia importante e quanto possa essere fuorviante.
Io ho apprezzato la scelta dell’autore di accarezzare soltanto l’evento traumatico; mi è piaciuto che in realtà il romanzo non trattasse di eventuali indagini per scoprire come e perché queste persone fossero scomparse – non avrebbe avuto senso proprio per la natura della sparizione che ci viene descritta: come vi dicevo, Jill Garvey, la figlia, ha visto la sua amica sparire da un momento all’altro. Sarebbe difficile spiegare un evento del genere senza utilizzare qualcosa di soprannaturale o di fantascientifico. E nel corso del romanzo noi non scopriamo mai per quale motivo siano scomparse quelle persone, come, se torneranno e quando, se in realtà sono morte o sono vive altrove: non è la parte importante. La parte importante, e interessante, è proprio la capacità della psiche umana di rielaborare un evento di questo genere e tornare in qualche modo alla vita di tutti i giorni; che sia attraverso una nuova relazione, associandosi a una setta che ti costringe a vestirti in un certo modo e non parlare mai più, seguendo una ragazza incinta di un santone che sta sostenendo un processo per pedofilia, fondamentalmente, o cercando di fare in modo che la cittadina di cui sei il sindaco viva una vita il più normale possibile.
Se nel romanzo cercate la soluzione di un mistero, ecco… ne avrete solo una, davvero piccola, che riguarda una serie di morti all’interno della setta dei Colpevoli Sopravvissuti. Se cercate la soluzione del mistero da cui tutto il romanzo scaturisce, rimarrete delusi. Ma se lo leggete senza pregiudizi, senza aspettarvi qualcosa che non avrete, senza farvi fuorviare dal titolo, credo che avrete davanti una lettura interessante, piacevole, che non ha nulla da invidiare al simil-thriller che avrebbe potuto essere.
I nostri voti | |
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Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
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