Traduttore: Elena Campominosi
Editore: TEA Genere: (Auto)Biografia
Pagine: 328
ISBN: 9788878187894
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Schede libro: Sito editore :: Goodreads :: Anobii
Il nostro voto:
Ho scritto questo libro perché credo che alcune persone ci si riconosceranno. L'ho scritto perché non sono d'accordo con quasi tutto quello che si sostiene a proposito dei disordini alimentari. L'ho scritto perché spesso le persone considerano il disordine alimentare una manifestazione di vanità, pazzia e immaturità. E, in un certo senso, è tutte queste cose insieme. Ma è anche una dipendenza; una risposta, per quanto perversa, alla cultura, alla famiglia, e se stessi.
Ho letto molti libri sul problema dell’anoressia e della bulimia, ma pochi hanno soddisfatto la mia sete di sapere, su questo argomento. La mia non era curiosità sciocca, ma un tentativo di capire. Altri libri mi avevano lasciato in bocca uno strano sapore, come se la protagonista fosse caduta in un baratro a seguito di un capriccio, un caso, una decisione.
Questo libro è stato l’unico che è riuscito a farmi capire, almeno un po’, come si sente una ragazza in quelle condizioni. Non è la storia di quella “che ce la fa”, ma è una storia umana, reale.
Se devo essere sincera, il fatto che oggi come oggi l’interesse delle giovani si stia spostando verso i disturbi dell’alimentazione (tanto da spingere molte a fingere di averne… -.- ) mi preoccupa un po’. Non dico che bisogna censurare le informazioni, ma sicuramente un libro così può indurre una mente debole a pensare “Oh! Potrei provare anch’io! Sarei così sofferente e fragile!”. La stessa Marya confessa di aver iniziato a “fare sul serio” dopo aver letto un libro che parlava di un’anoressica. Per questo vi dico: leggetelo, ma solo se non pensate che l’anoressia sia una cosa “figa”.
Non c’è niente di “figo” nella morte, ve lo assicuro.
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