Traduttore: Nicoletta Lamberti
Editore: Mondadori Genere: Romanzi rosa
Pagine: 285
ISBN: 9788804582816
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Il nostro voto:
Fleur Daxeny è bella e affascinante, ma soprattutto è una donna senza scrupoli. Fornita di uno straordinario guardaroba di eleganti abiti neri, consultati i necrologi sul «Times», Fleur si imbuca a funerali e commemorazioni puntando a conquistare ricchi vedovi inconsolabili. Dopo averli sedotti, e dopo aver messo mano alle loro carte di credito, Fleur scompare senza lasciare tracce, almeno fino all'incontro con una nuova, ignara vittima. Questo giochetto le riesce più volte. Ma quando si imbatte nel noioso e prevedibile Richard Favour alla commemorazione dell'amata moglie, qualcosa cambia. Ancora una volta, da vera professionista, Fleur riesce a far breccia nel cuore del povero vedovo, ma le cose non vanno esattamente come lei aveva previsto...
Si stenterebbe a credere che la Madeleine Wickam autrice di La signora dei funerali sia Sophie Kinsella. Eppure sono la stessa persona, che è riuscita a scrivere cose talmente diverse che risulta difficile, almeno per me, credere che provengano dalla stessa penna.
Per prima cosa, La signora dei funerali manca, a mio avviso, dell’umorismo che si trova in tutti i libri della Kinsella. Non ho mai letto la serie I love shopping, anche se conto di farlo, ma ho letto gli altri suoi romanzi, e ho trovato che il punto comune di tutti i titoli sia la capacità dell’autrice di ficcare la sua protagonista in situazioni assurde e per questo divertenti. Non sono però soltanto le proverbiali figuracce a far ridere: ho sempre pensato che la Kinsella, anche se non scrive certo capolavori della letteratura mondiale, abbia una certa ironia nei suoi libri, che va oltre le scene smaccatamente divertenti. Scrive libri leggeri, in cui ci sono scene mirate a strapparti la risata (e a mio avviso ci riescono), ma anche nelle parti più ‘serie’ c’è quel modo di scrivere, di presentare la situazione, quell’osservazione del personaggio di turno che ti strappano un sorriso e che insieme ti fanno dire: è assolutamente vero.
Tutto questo manca a La signora dei funerali. Siamo di fronte a una protagonista, Fleur, abbastanza cinica: la sua vita consiste nel frequentare funerali e commemorazioni dove puntare un uomo ricco a cui poter strappare una carta di credito gold e spillargli una buona quantità di soldi, prima di passare al funerale successivo. Un giorno incontra Richard, un uomo che ha perso da poco la moglie di cui si accorge di non sapere praticamente nulla; alla fine, sapremo di lei più noi lettori che suo marito, attraverso brevi racconti, flash, ricordi che ci mostrano come non fosse del tutto la donnina dolce e delicata che tutti credevano che fosse. Da qui in poi la trama è piuttosto scontata: lui si dimentica che Fleur afferma di aver conosciuto sua moglie, e si innamora di lei; e Fleur, anche se non lo ammette, rimanda sempre di più la ‘verifica di ricchezza’ che è abituata ad effettuare sulle sue vittime per capire se può o meno spillar loro del denaro. A completare il romanzo ci sono altri personaggi; i figli di Richard, soprattutto Philippa, che per come viene descritta mi ha ricordato, anche se molto, molto alla lontana, le protagoniste degli altri romanzi della Kinsella, la cognata di Richard, in cui Fleur provoca un cambiamento bellissimo, e gli amici di Fleur, un gruppo che mi è spiaciuto non comparisse più spesso.
Ho detto che Philippa mi ricorda molto alla lontana altre protagoniste della Kinsella: in realtà mi ha dato l’impressione che lei potesse essere molto più divertente se fosse stata descritta in un altro modo. Philippa è fondamentalmente una vittima, di sua madre, di suo marito, della vita; e si comporta come tale. Prima di tutto, spesso e volentieri si perde nelle sue fantasie in cui lei è al centro dell’attenzione, amata e desiderata dal marito, cercata da amici. Fantasie che, ovviamente, non si concretizzano. Philippa ci tiene a essere una vittima e a essere considerata come tale; e ci tiene ad avere l’attenzione di Fleur, più per farla sentire in colpa di averla inizialmente ignorata che altro. Per come si comporta, per come fantastica, per il personaggio che è, credo che la Kinsella avrebbe potuto tirarle fuori dei momenti veramente spassosi e un cambiamento molto più profondo di quello che invece ha descritto la Wickam (e il fatto di parlarne come fossero due persone diverse segna la distanza abissale che ho trovato tra loro!). Ho avuto quasi l’impressione che fosse un banco di prova, un personaggio sprecato che, per la sua sfortuna, sarebbe stata benissimo tra le mani della Kinsella.
In definitiva, non mi è piaciuto tantissimo. Sì, si legge bene, è scorrevole, ma la trama è un po’ piatta, i personaggi non sono esageratamente interessati, e il sapere che l’autrice sa fare di meglio smorza un po’ tutti gli entusiasmi. Non giudicate la Kinsella da questo libro; a mio avviso le riescono molto meglio i libri ironici e divertenti. Se siete suoi fan, saltate questo libro: ne rimarreste delusi.
I nostri voti | |
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Personaggi | |
Stile | |
Generale: |