Traduttore: Lucio Chiavarelli
Editore: Newton & Compton Genere: Classici
Pagine: 186
ISBN: 9788854118553
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Il nostro voto:
Ogni epoca, ogni generazione hanno avuto il loro Principe dei Ladri. Cavalleresco come Ivanhoe, spavaldo come D’Artagnan, Robin il proscritto ha la generosità di un santo e la giovialità di un ragazzo. Di sicuro l’arciere di Alexandre Dumas è il prototipo di una lunga serie di ladri gentiluomini. Il cinema lo ha a lungo inseguito nei labirinti di Sherwood, regno dell’allegria, dell’amicizia e delle sfide beffarde. Gli ha fatto assumere la scanzonata fisionomia di Douglas Fairbanks, la malinconica ironia di Sean Connery, il sorriso rassicurante di Kevin Costner, lo sguardo truce di Russell Crowe. Per i cartoni animati Robin è una volpe, l’inseparabile John un grosso orso. Ma nessuna immagine (come nessuno sbirro) è mai riuscita a imprigionarlo. La lotta che ha ingaggiato con il Potere è destinata a non aver mai fine. Perché Robin Hood è un mito: quello della giustizia che non ha pace e vaga per il mondo a risvegliare i suoi arcieri.
«Nelle prime ore d’una bella mattina d’agosto, Robin Hood camminava di buon passo per uno stretto sentiero della foresta di Sherwood. Era solo, ma aveva il cuore pieno di gioia e una canzone gli era venuta alle labbra.»
Il recente film di Ridley Scott, con Russell Crowe nel ruolo principale, ha riportato in auge la figura – peraltro mai passata di moda – di Robin Hood. Newton Compton coglie la palla al balzo per proporne, finalmente in edizione integrale, il romanzo di Alexandre Dumas.
E’ cosa poco nota ai più, infatti, che l’autore dei Tre Moschettieri e del Conte di Montecristo abbia apposto la sua firma anche ad una versione in prosa delle avventure del celebre fuorilegge, le cui gesta ricorrono da sempre nell’immaginario popolare e si trovano in molte ballate della tradizione inglese (oltre che, oggigiorno, pure sul grande e piccolo schermo). A onor del vero, in effetti, i romanzi sarebbero due: la storia narrata nel detto Robin Hood è preceduta infatti da Robin Hood. Il principe dei ladri (anch’esso di recentissima apparizione presso Einaudi).
Ci si aspetterebbe un racconto frizzante e vivace, da non staccare il naso dal libro: sia per le note doti narrative di Dumas padre, sia per l’argomento – le quasi duecento pagine traboccano letteralmente di avvenimenti e imprese di taglio eroico così come di aneddoti che fanno affiorare il riso alle labbra. Ci troviamo invece di fronte ad un racconto essenzialmente lento, finanche noioso. I personaggi sono invariabilmente buoni oppure cattivi, questi ultimi risultando oltretutto sovente meschini (al pari degli altri, generosi infallibili). Lo spirito dumasiano che ha dato vita e sfaccettature a d’Artagnan non rende, ahinoi, la stessa giustizia a Robin Hood, malgrado ve ne siano decisamente tutti i presupposti.
Ma c’è un inghippo. Bisogna menzionare il fatto che Alexandre Dumas usava spesso avvalersi di collaboratori nella stesura delle proprie opere (un’abitudine peraltro sulla quale il dibattito è ancora aperto). I due romanzi dedicati a Robin Hood, infatti, vedono la luce (postumi, nel 1872 e ‘73) con l’apporto di Victor Perceval (pseudonimo di Marie de Fernand), che ne avrebbe di fatto curato la traduzione a partire dall’opera di Pierce Egan pubblicata a puntate in Inghilterra una trentina o poco più d’anni prima.
L’apporto personale di Alexandre Dumas in tutto ciò sarebbe dunque minimo, se non addirittura nullo: ciò che ne spiegherebbe i difetti, pur non giustificandoli. Certo, alla prova del tempo l’inglese ha dimostrato di non aver alcun bisogno d’aiuto da parte del francese. Ma è senz’altro un peccato ed un’occasione mancata, per Dumas, il non aver preso personalmente in mano una rielaborazione del fuorilegge di Sherwood; soprattutto quando è poi il suo nome ad apparire sulla copertina.
A Newton Compton, tuttavia (e ad Einaudi per il primo volume), a fronte di moltissime altre riduzioni per ragazzi, vanno doverosi ringraziamenti per aver pubblicato l’opera in edizione integrale.
I nostri voti | |
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Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |
Interessante!
A me venne regalata un’edizione particolare di Robin Hood: credo siano quelle create più che altro per le scuole, dove ogni tot capitoli c’è una serie di esercizi/domande/spunti da fare. Magari un giorno o l’altro la prenderò in mano e vedrò com’è.