Traduttore: Carlo Linati, Silvia Linati
Editore: Einaudi Genere: Classici
Pagine: 589
ISBN: 9788806131678
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Il nostro voto:
«Era una ragazza intelligente e generosa, una bella e libera natura: ma che cosa avrebbe fatto di sé?»La giovane americana Isabel Archer sa quello che vuole: alla ricerca di un ruolo pubblico e di modelli di comportamento meno provinciali, decide di stabilirsi in Europa, rifiuta due proposte di matrimonio, e, diventata ricca al punto di potersi permettere tutto, resta intrappolata in quella ricca società fiorentina e romana che ha il suo campione in Gilbert Osmond, uno snob in caccia di patrimoni. Sarà lui a perfezionare il destino di solitudine di Isabel che si avvierà per gradi, come Madame Bovary, alla propria dissoluzione psichica.
Ritratto di Signora ruota attorno alla figura di Isabel Archer che incarna il disincanto innocente e speranzoso con il quale una giovane ragazza americana guarda alla vita. Isabel è intelligente, colta, raffinata. È un bocciolo di rosa non ancora sbocciato ed attende nella sua casa americana che il mondo le si schiuda davanti.
Lei desidera guardare il mondo, vederlo:
– Voi volete conoscer la vita. Vi fareste impiccare piuttosto di rinunciarvi, come dicono i giovani.
– Non credo di volerla conoscere nel modo come desiderano conoscerla i giovani di qui. Desidero solamente guardarmi in giro.
– Vuotar la coppa dell’esperienza.
– No, neppure toccarla. Contiene una bevanda troppo avvelenata. Desidero solo di vedere coi miei occhi. – Vedere, ma non sentire.
– Non so se essendo esseri sensibili si possano fare delle distinzioni.
Isabel persegue il suo ideale con fermezza. Rifiuta due proposte di matrimonio, entrambe molto vantaggiose sia dal punto di vista umano che materiale.
Il matrimonio, Isabel, lo considera una specie di gabbia, di impedimento alla realizzazione del suo destino. Non ha paura di ciò che si lascia alle spalle, poiché nutre una profonda fiducia nel futuro e nella vita. La vita è così caleidoscopica, così meravigliosa ai suoi occhi che è un peccato delimitarla con un vincolo come il matrimonio.
Questa personalità , questo modo di vedere la vita, il mirabile futuro che sembra voler costruire per sé stessa, contribuiscono a renderla affascinante agli occhi di Ralf Touchett. L’uomo, seriamente ammalato, convincerà il padre morente a dare parte dell’eredità , che gli spetterebbe, alla ragazza. Egli considera Isabel una creatura meravigliosa e nella desolazione della propria vita, della propria malattia, vede in essa una grande possibilità di realizzazione. Ralf sa che Isabel è destinata a grandi cose e lui desidera innalzarla verso quelle grandi cose.
Ma la ricchezza di Isabel oltre ad essere un mezzo per realizzare i suoi sogni diventa anche un qualcosa che calamita l’attenzione degli altri: ora che è ricca, gli sguardi delle persone verso di lei assumono sfumature diverse e persone che non l’avrebbero neppure guardata, ora arrivano a fissarla. È il caso di Gilbert Osmond, americano naturalizzato italiano, che su indicazione dell’amica Madame Merle, decide di corteggiare Isabel Archer.
Gilbert Osmond è raffinato, intelligente, una mente superiore, un esteta. È un uomo che vive d’apparenze e coltiva queste fin nei minimi dettagli. Egli non potrebbe avvicinarsi mai a una donna solo perché ricca: deve essere interessante, raffinata, colta. Isabel Archer sembra incarnare quell’ideale di donna. Spinto da Madame Merle, Osmond corteggerà e conquisterà Isabel Archer.
Il matrimonio di Isabel e Gilbert viene giudicato negativamente da tutti gli amici della ragazza, che cercano di metterla in guardia sull’uomo, sui suoi fini, sulle vere ragioni che l’hanno spinto a sposarla, sul ruolo che ha avuto Madame Merle in tutta la vicenda. Ma Isabel è diventata cieca, l’amore che nutre per Gilbert le impedisce di vedere la verità , lo difende, nega di essere stata manovrata, vive in un idillio falso e destinato a frantumarsi.
Isabel vive la sua vita intensamente, la brama, la desidera. È una creatura aperta, pronta a ricevere tutto e, contemporaneamente, a non farsi catturare da niente. Ella desidera vedere, ma non toccare, desidera essere la macchina da presa che filma il mondo, non l’attrice che ne recita le regole. Ma i suoi desideri non trovano realizzazione. Isabel vede, a poco a poco, il suo matrimonio sbiadirsi, la sua vita disgregarsi, ma nonostante questo, ella continua a mostrare una facciata limpida, felice, perfetta.
La sua vita sarebbe stata in armonia con la più piacevole impressione ch’essa poteva produrre: voleva essere quel che sembrava e sembrare quel che era.
Isabel sembra felice, ma non lo è. Vive, ingannando il mondo intero affinché non scopra la sua infelicità . Se avessero intuito che il suo matrimonio era infelice, avrebbero premuto affinché lei se ne andasse, ma lei non vuole questo. È infelice, prova un sentimento indefinibile per Gilbert, tuttavia continua ad essere schiava degli obblighi morali. È ossessionata dal fare la cosa giusta, e ogni sua parola, ogni suo gesto è vincolato al proprio concetto di giustizia. Isabel sarebbe morta, piuttosto che commettere un’ingiustizia.
James ci racconta magnificamente di Isabel, descrivendola con la minuziosità di un ritratto. Noi vediamo con gli occhi di un divino osservatore, che prendendoci per mano, ci conduce attraverso tutta la narrazione. Il punto di vista da cui guardiamo è un punto di vista privilegiato: quello di una figura onnipresente che osserva tutto e descrive tutto.
La prosa è fluida, inframmezzata da un buon uso della punteggiatura. Le descrizioni presenti sono ben costruite e scivolano via abbastanza rapidamente. James, inoltre, dedica ad ogni personaggio una o due pagine per raccontarcelo. In questo modo, mette nelle mani del lettore una buona quantità di informazioni per farsi una maggiore idea della storia.
Personalmente, sono rimasta piacevolmente colpita da questo libro. L’ho letto con rapidità , presa sia dallo stile ineccepibile che dalla vicenda narrata. Ho provato verso Isabel Archer un sentimento di odio e amore, di pietà e antipatia, di simpatia e compassione. Credo che sia uno dei personaggi femminili più completi, mai descritti in letteratura. L’ultima parte del libro, poi, mi ha ripagata di tutte le quattrocento pagine lette fino a quel momento, senza contare la mirabile dichiarazione d’amore di Caspar che vale tutta la storia (senza togliere nulla al resto, ovviamente).
I nostri voti | |
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