Traduttore: Maria Barbara Piccioli
Editore: Sonzogno Genere: Chick-lit, Narrativa, Romanzi rosa
Pagine: 397
ISBN: 9788845411212
Amazon :: Feltrinelli
Goodreads :: Anobii
Il nostro voto:
Melissa Fuller, ventisette anni, nonostante sia la giornalista di cronaca mondana del New York Journal, non ha dimenticato le origini provinciali. Ama i suoi genitori, non ha mai tentato il suicidio, non si è mai drogata, si prodiga per il prossimo e nutre un sincero interesse per i personaggi di cui scrive: la Grande Mela non l'ha ancora contagiata. Le sue "disgrazie", d'altro canto, sono ben poca cosa: un regolamento aziendale inflessibile che non contempla scuse per i ritardi, un capo che la ossessione perché prepari il pezzo e non si perda in chiacchiera via mail con le colleghe, l'amica del cuore sull'orlo di una crisi di nervi perché si deve sposare, un ex fidanzato che la tormenta perché gli perdoni una scappatella e continui ad uscire con lui...
Tutto questo però non conta più nulla quando Melissa, già in ritardo, esce una mattina e trova Helen Frielander, la sua vicina, gravemente ferita durante una fallita rapina in casa: al diavolo il lavoro, bisogna portarla in ospedale e sbrigare le formalità. La vecchia signora risulta avere un solo parente: il nipote Max, fotografo di moda e noto donnaiolo, sempre in giro per il mondo, che neppure la polizia riesce a rintracciare. Chi allora si prenderà cura del gigantesco alano e dei due pestiferi gatti della donna finché rimarrà in ospedale? Mel, naturalmente. Anche se ciò le provoca l'ennesimo conflitto con il capo e la direzione del giornale... i suoi ritardi sono ormai cronici, le lettere di richiamo fioccano a ritmo continuo, il lavoro ne risente. Urge scovare, ovunque sia, il fatidico nipote.
Ma le vie telematiche, si sa, sono infinite e finalmente Mel riesce a mettersi in contatto con Max e a incontrarsi con lui. Il grande fotografo si rivela assai diverso da come lo dipingono le madrelingue. Altro che sciupafemmine! max, di persona, è molto simpatico e anche un po' imbranato. Così, tra una cena cinese davanti alla TV perché i gatti hanno bisogno di compagnia, una "galoppata" al parco con il cane, lo scambio di opinioni via posta elettronica, fra i due scocca l'amore.
Eppure c'è un tarlo che rode Melissa... Per quale strana ragione Max si fa chiamare John?
Divertente commedia dei nostre tempi sotto forma di E-mail, Il ragazzo della porta acc@nto è un romanzo fresco e spiritoso, pieno di personaggi simpatici e rappresentativi della vita di una grande metropoli tentacolare nell'era telematica dove, nonostante tutto, ci si può ancora innamorare.
Il ragazzo della porta acc@nto è un romanzo di Meg Cabot, che ho letto perché faceva parte della mia mappa di Jane Austen creata per la Gnod Challenge: e in particolare, è stato uno dei romanzi che sono state piacevoli scoperte.
Avete notato quella @ nel titolo? Ebbene, vi trovate di fronte a un grosso indizio su ciò che vi aspetta quando aprirete il romanzo. Il ragazzo della porta acc@nto infatti è un romanzo epistolare in versione moderna: non abbiamo di fronte lettere, ma e-mail. Un sacco di e-mail, che i personaggi si scambiano per tenersi aggiornati sui progressi di un’incresciosa situazione. Melissa, la protagonista, è spesso in ritardo al lavoro, ma nella prima sua e-mail che leggiamo scopriamo che in realtà ha un buon motivo per esserlo, quel giorno: la sua vicina Helen era riversa in casa, probabilmente aggredita durante una rapina, e lei non si è sottratta ai suoi doveri, l’ha portata in ospedale… anche se questo implicava doversi poi occupare degli animali della vicina. Melissa è una giornalista, e potrebbe scrivere di questo brutto episodio, ma il suo capo non sembra tanto d’accordo: deve smettere di tardare al lavoro. E quindi Melissa si imbarca nella ricerca del nipote della signora Helen, Max, un fotografo donnaiolo che in quel momento si trova in vacanza con un modella, e che non sembra molto propenso a scegliere di mollare vacanza e modella per il capezzale della povera donna. Per questo Max escogita un piano, e Melissa sarà, suo malgrado, vittima di questa macchinazione: chiederà al suo amico John di sostituirlo, rispondere a questa insistente impicciona e levargli dai piedi gli sgradevoli impegni che si troverebbe davanti.
C’è tutto quello che caratterizza il genere chick-lit, in questo romanzo: i momenti divertenti, una protagonista alle prese con amiche isteriche e un ex fidanzato che non vuole capire che ormai è finita, i pasticci al lavoro e un nuovo amore che spunta così, senza che nessuno lo abbia cercato. Ma c’è qualcosa di più, e credo sia questo ad avermi realmente affascinato: la scelta di racchiudere la storia in una serie di e-mail, rendendolo di fatto un romanzo epistolare, con tutte le difficoltà che questo tipo di narrazione implica. Difficoltà che l’autrice ha superato secondo me egregiamente.
Partiamo dalla caratterizzazione dei personaggi: è evidente che, in un romanzo dove tutto viene narrato tramite e-mail, al massimo in un caso o due tramite articoli di giornale – i personaggi fanno i giornalisti – la difficoltà più lampante è quella di caratterizzare i personaggi in maniera soddisfacente. Il problema è, appunto, che il narratore non solo è sempre interno, ma assume anche diversi punti di vista: e il massimo che possiamo sapere sui personaggi è quello che scrivono, e quello che gli altri scrivono di loro. Ovviamente è difficile avere descrizioni fisiche – anche se l’autrice ha trovato l’escamotage giusto per cavarsela – perché chi di voi si mette a descriversi scrivendo un’e-mail a un’amica? In ogni caso, tramite indizi sparsi riusciamo a capire benissimo che persona abbiamo di fronte: Melissa è una ragazza cresciuta lontano dall’ambiente newyorkese, che pur vivendo in città è rimasta ancora la persona semplice che era prima di trasferirsi; è la classica ragazza di questo tipo di romanzi, che fa preoccupare la mamma perché è single; è una ritardataria cronica sul lavoro, propensa in maniera strabiliante a fare tardi per i motivi più disparati. Ma è anche una buona amica, un’ottima vicina di casa, che non solo si occupa di soccorrere la vicina ferita, ma anche di curare i suoi animali e di contattare i parenti. È una ragazza che respinge l’ex fidanzato traditore. È una brava persona. E lo stesso si può dire di John, dei suoi scrupoli nel corteggiare Melissa, sapendo che lei lo crede Max.
Altro problema è quello del racconto degli eventi, che, com’è ovvio, ci vengono presentati attraverso il filtro del punto di vista di chi li sta raccontando. Assistiamo a tutto “a scoppio ritardato”: le cose succedono e noi dobbiamo attendere l’e-mail successiva, e chi ci dice che non siano stati omessi particolari importanti? Inoltre, in casi come questi c’è il rischio che il lettore senta l’innaturalezza del racconto, ancora più che in un romanzo epistolare “classico”: se leggiamo un libro come Le relazioni pericolose, sappiamo che è ambientato in una precisa epoca storica, in cui era molto probabile che i personaggi si informassero con le lettere di ciò che succedeva loro. Ma Il ragazzo della porta acc@nto è estremamente attuale, ed è lecito supporre che una ragazza faccia all’amica il resoconto della serata precedente tramite una telefonata. O un sms. O una chat su Facebook. L’e-mail può dare l’effetto classico che si percepisce quando capiamo con molta chiarezza che un personaggio sta dicendo una cosa non a beneficio di un altro personaggio con cui dialoga, ma del lettore. Un effetto di questo genere però non si percepisce in questo romanzo: e anche questo, secondo me, è indice di come sia un esperimento ben riuscito.
Ovvio, non siamo di fronte a un capolavoro. Il ragazzo della porta acc@nto è il classico romanzo con cui si riposa il cervello, con cui si stacca da letture magari più impegnative, o da periodi un po’ pesanti della vita quotidiana. Preso per ciò che è, cioè narrativa d’evasione allo stato puro, è un ottimo libro che vi farà trascorrere qualche ora piacevole, in compagnia di personaggi ben delineati, caratterizzati bene, che si muovono in una vicenda un po’ strana… e con un tratto particolarmente originale: comunicano via e-mail.
I nostri voti | |
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Copertina | |
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