Editore: Feltrinelli Genere: Narrativa
Pagine: 163
ISBN: 9788807819131
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Il nostro voto:
L'Iliade di Omero continua a cantare dal fondo dei secoli. Canta cinquantun giorni dell'ultimo anno di una guerra che porta, dopo un decennio, alla conquista e alla distruzione della città di Troia. Canta dei, uomini ed eroi, memorabili nell'ira e nell'ambizione, nell'audacia e nell'astuzia, dentro i confini di un eterno campo di battaglia. Guidato dall'idea di adattare il testo per una lettura pubblica, Alessandro Baricco rilegge e riscrive l' Iliade di Omero come se dovessimo tornare là a Omero, nell'Iliade, a contemplare uno dei più maestosi paesaggi del nostro destino.Lavorando sulla traduzione di Maria Grazia Ciani, monta il materiale originario in un concentrato di ventuno voci (l'ultima è quella di Demòdoco, un aedo che, sulla scorta dell'Odissea e di altre fonti, narra la fine di Troia); i personaggi omerici sono chiamati in scena - gli dei lasciati sullo sfondo - a raccontare, con voce vicinissima alla nostra, la loro storia di passioni e di sangue, la loro grande guerra, la loro grande avventura.
Della genesi di Omero, Iliade di Baricco si è parlato tantissimo ai tempi in cui il libro uscì. Nasce infatti dalla considerazione che l’Iliade era, in principio, un poema trasmesso oralmente (nella versione di Omero, infatti, ricorrono varie volte alcune formule o gruppi di parole il cui scopo era agevolare la memoria degli aedi); la sua lunghezza, però, impedirebbe oggi come oggi di farne una lettura pubblica – di trasmetterla oralmente, appunto – senza stancare un pubblico magari anche digiuno di mitologia, e che quindi fatica a capire certi passaggi o si perde nei numerosi epiteti di dei ed eroi.
Ecco quindi l’idea di raccontare l’Iliade tagliando completamente via la presenza degli dei. Chi conosce l’Iliade omerica sa che gli dei giocano un ruolo a dir poco fondamentale nella guerra di Troia e nel suo esito: appaiono ai personaggi, determinano l’esito dei duelli, spostando quindi di volta in volta l’asse della guerra, che comunque il Fato vuole che venga vinta dagli Achei. Si potrebbe avere l’idea che un’Iliade senza dei non sia in realtà un’Iliade; si potrebbe pensare che ci si trovi di fronte una specie di riassunto da bignami. E invece, secondo me, l’abilità di Baricco ha fatto sì che pure senza una parte fondamentale, l’Iliade fosse comunque trasmessa in tutti gli snodi principali della trama, ma dandole una dimensione diversa. Senza dei, infatti, vengono a cadere tutti quei piccoli “sotterfugi” narrativi del poema: dal salvataggio nel duello all’apparizione al personaggio, dalle discussioni sulla fine del conflitto per arrivare persino a far cadere la causa scatenante – il Pomo della Discordia che permette a Paride di avere la donna più bella. Le ragioni che muovono i personaggi nell’Iliade di Baricco sono totalmente umane; senza influssi divini, è più facile vedere cosa sta dietro alle azioni, il perché un personaggio faccia una cosa e non un’altra, e li si sente in qualche modo più vicini, anche se lontanissimi nel tempo (l’Iliade è pur sempre un poema datato alcuni secoli prima di Cristo) e facenti parte di una cultura dell’eroismo che noi non riusciamo a concepire davvero. Baricco mantiene un linguaggio piuttosto pesante nella narrazione, un linguaggio che evoca un poco quello usato da Omero stesso, e dedica i vari capitoli ora a un personaggio ora all’altro, ripercorrendo l’intero poema dall’inizio alla fine guardandolo di volta in volta con gli occhi di Ettore, di Achille e di tanti altri personaggi “minori”. Risultano pesanti le scene di battaglia; sono di fatto una sorta di elenco di chi uccide chi e alla fine del paragrafo si ha in testa una marea di nomi comparsi e scomparsi nel giro di due-tre righe. Ma tutto il resto è davvero interessante, e vale la pena leggerlo, anche se magari si storce il naso, per vedere un’interpretazione diversa di un’opera che comunque appartiene all’umanità da millenni. E poi lo sapete che io dico sempre che va bene storcere il naso prima di leggere un libro, ma se prima lo si legge si storce il naso per dei motivi validi e non per dei pregiudizi 🙂
Insomma, non mi aspettavo tantissimo da questo libro, devo dire la verità ; amo l’antica Grecia e l’Iliade è e rimane, per me, intoccabile. Ma questa interpretazione mi ha fatto vedere cose che magari non avevo notato, ed è stata comunque interessante e piacevole. Ed è un esperimento coraggioso riuscito abbastanza bene, e per questo mi sento di consigliarlo. Magari se siete ultra intransigenti no, ma una lettura la vale. E magari avvicina all’Iliade qualcuno troppo spaventato dalla massa di versi che compongono il poema originale. Sarebbe un merito, no?
I nostri voti | |
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Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |
Detto che Baricco (da quel genio del marketing che tutti conoscono) è riuscito a far casualmente coincidere l’uscita di questa sua Iliade con il colossal americano di Troy, consiglio vivamente di cercare sul web la versione delle letture teatrali del libro (circa sette ore di letture); mirabilmente intercalate da ciò che Baricco sa fare meglio: insegnare.
Spiegare facendo arrivare alle orecchie e al cervello di chi ascolta la magia di una storia, di un movimento, di una scelta. Come ci ha insgnato nei suoi Barnum.