Traduttore: Massimo Bocchiola
Editore: Guanda Genere: Narrativa
Pagine: 308
ISBN: 9788882468309
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Il nostro voto:
La notte di Capodanno, in cima a un palazzo di Londra, si incontrano per caso quattro sconosciuti. Non hanno nulla in comune, tranne l'intenzione di buttarsi giù, ognuno per i suoi buoni motivi. Martin è - o meglio, era - un famoso conduttore televisivo, che si è giocato carriera, famiglia e reputazione andando a letto con una quindicenne. Farla finita, per lui, è una scelta logica e razionale. I suoi metodici preparativi vengono interrotti dall'arrivo di Maureen, una donna che ha dedicato la sua vita a un figlio gravemente disabile, e che ha deciso di farla finita. La terza a salire sul tetto è Jess, un'adolescente sboccata e straordinariamente molesta. Vuole buttarsi perché il ragazzo di cui è invaghita non vuole più saperne di lei. L'ultimo è l'americano JJ, un musicista fallito che vive per il rock e la sua ragazza. Ma la sua band si è sciolta, e lei lo ha piantato. Dopo una discussione accesa e stralunata i quattro aspiranti suicidi finiscono per scendere dal tetto, ma per le scale, e imprevedibilmente tutti insieme, uniti da un'intima complicità impensabile fino a qualche ora prima. Poiché nello scenario incerto che ora si apre loro, il compito non facile di ricominciare a vivere dovrà essere affrontato, inevitabilmente, all'interno di un'improvvisata ed eterogenea comunità...
31 dicembre. Un tetto di un maledettamente celebre palazzo di Londra. Quattro persone, con storie diverse, accomunati dalla volontà di chiudere l’anno e la loro vita, si incontrano. Perso il momento catartico, dopo discussioni al limite del grottesco, i quattro aspiranti suicidi decidono di scendere giù, ma dalle scale e darsi una pausa. Da quel momento l’intima complicità che li lega fa vivere ai protagonisti situazioni inaspettate. Tentano, ognuno a proprio modo, di incidere, come imbranati specializzandi in chirurgia, la vita degli altri e di rimuovere quell’evento che li ha portati sul cornicione della “casa dei suicidi”.
Nonostante il tema trattato, nel libro non c’è nulla di patetico né di malinconico, non ci vengono offerte soluzioni rassicuranti per “non buttarci giù”, ma con tono spassoso e dissacrante, lucido e reale, Hornby segue, riproducendo fedelmente la voce, individui fragili, insicuri alle prese con una quotidianità grigia e frustrate. Il risultato è un romanzo spassoso e commovente, che fa sorridere e riflettere, che ritrae in maniera pungente e non edulcorata le stranezze, i percorsi sbagliati, le bizzarrie, gli errori di vite dei nostri giorni. Inizialmente si può storcere il naso per l’irriverente scrittura “informale”, poco letteraria, ma che appare poi funzionale, come registrazione sincera e senza filtri della voce dei protagonisti, ne viene fuori una sorta di flusso di coscienza, un po’ banale talvolta.
Nota: recensione a cura di LR, postata su iobloggo.
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