Traduttore: Carlo Augusto Viano
Editore: Laterza Genere: Classici, Filosofico
Pagine: 158
ISBN: 9788842045021
Compra su: IBS :: Amazon :: Feltrinelli
Schede libro: Sito editore :: Goodreads :: Anobii
Il nostro voto:
Il primo, il meglio argomentato e il più persuasivo manifesto per la tolleranza e la libertà di pensiero. La "Lettera sulla tolleranza", e il Saggio sullo stesso tema che qui l'accompagna, sono tra i testi fondamentali della moderna cultura europea, tra quelli che più hanno contribuito ad educare alla civiltà liberale. E nello stesso tempo sono tra le pagine più attuali mai scritte. John Locke (1632-1704) è uno dei maggiori esponenti dell'empirismo inglese.
Credo che i classici del pensiero, come appunto la Lettera sulla tolleranza di Locke, abbiano la capacità di sembrare attualissimi nonostante siano stati scritti secoli prima. Leggere oggi questa epistola e le riflessioni in essa contenute fa pensare al dibattito sulla tolleranza (in particolare quella religiosa) e alla separazione tra Chiesa (qualunque Chiesa sia) e Stato. Il bello è si tratta di riflessioni di una tale modernità che si potrebbe pensare siano state scritte ieri.
Qualche nota sull’opera: scritta nel 1685 e pubblicata in latino nel 1689, fu in seguito tradotta in altre lingue e si diffuse in un periodo storico in cui si temeva che il cattolicesimo potesse prevalere in Inghilterra. L’argomento della lettera è appunto una risposta ai problemi di ordine religioso e politico, e invita sia alla separazione tra religione e politica, sia alla tolleranza religiosa, argomento che era già stato trattato da altri pensatori come Spinoza e Bayle.
L’analisi di Locke propone, come i suoi “predecessori”, la possibilità che in un’unica società possano convivere civilmente persone che praticano religioni diverse; si spinge fino a definire gli ambiti in cui può operare la religione e quelli in cui può operare lo stato, dando così al concetto di tolleranza una dimensione che anche al giorno d’oggi risulta moderna. Secondo l’autore, lo Stato esiste per garantire agli uomini alcuni interessi primari, come possono essere la conservazione del proprio corpo, la libertà eccetera; la Chiesa, invece, esiste per garantire la salvezza dell’anima. Partendo da questo presupposto, l’autore dimostra con argomentazioni serrate come lo Stato possa intervenire sul religioso solo nel momento in cui le sue pratiche di adorazione della divinità ledono gli interessi degli altri. Allo stesso modo, non può esistere una via “politica” per determinare in cosa (e se) deve credere una persona: la religione è un sentimento interno, che si può sentire verso una divinità o l’altra, e il bravo magistrato, secondo l’autore, è colui che tollera il proliferare di credenze religiose diverse, pur vigilando che non arrivino a mettere a rischio quegli interessi che lo stato deve garantire.
Non è solo lo Stato a non poter imporre la religione ai suoi cittadini; anche la Chiesa non può farlo, dato che l’unico modo, secondo Locke, per fare proseliti è usare la persuasione e non la violenza, che in nessun caso cambierebbe le convinzioni più interiori delle persone.
La divisione tra Stato e Chiesa, e le motivazioni che l’autore porta a sostegno di questa sua tesi, possono essere condivise oppure no, anche perché, pur scrivendo un testo a sostegno della tolleranza religiosa, Locke ritiene che non si debba tollerare l’ateismo né la Chiesa cattolica romana (il che potrebbe anche sembrare una specie di controsenso: o almeno, lo sembra a me, per cui non vedo per quale motivo si debbano fare delle differenze). Ciò non toglie che comunque si sia di fronte a un testo che affronta un argomento tuttora irrisolto nella nostra società , e che lo fa in una maniera da far riflettere anche noi. Basti pensare all’analisi di Locke sulla divisione di ambiti tra Chiesa e Stato.
L’edizione Laterza di cui vi parlo in questo commento contiene anche il Saggio sulla tolleranza, che però ho trovato un po’ più noiosetto e meno incisivo della Lettera. Inoltre, l’introduzione aiuta a comprendere meglio il periodo storico in cui si colloca l’opera, ciò che l’ha preceduta e seguita, ciò che l’ha accompagnata. Assolutamente da leggere.
I nostri voti | |
---|---|
Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |