Traduttore: Enrichetta Carafa Capecelatro
Editore: Einaudi Genere: Storico
Pagine: 1446
ISBN: 9788806177539
Compra su: IBS :: Amazon :: Feltrinelli :: Libraccio
Schede libro: Sito editore :: Goodreads :: Anobii
Il nostro voto:
Il romanzo ha per sfondo storico gli eventi che avevano dominato i primi due decenni del secolo XIX, determinando la penetrazione in Russia delle idee della Rivoluzione francese. Si intrecciano le vicende di due famiglie russe: i Bolkonskij e i Rostov, unificate da un filo conduttore rappresentato da un personaggio, il conte Pierre Bezuchov, nel quale è evidente la personificazione dell'alter ego dell'autore. Attraverso la grandiosa rappresentazione di tali vicende, dosata da un realismo che stabilisce un miracoloso equilibrio tra il mondo psicologico dei personaggi e quello esteriore dei fatti della natura, Tolstoj prosegue la sua ricerca delle ragioni e dei fini della vita, ricerca serena, profonda e soprattutto vera.
Un libro notevole, sia di dimensioni che di spessore “morale”, ma non fatevi ingannare dalla mole: 1700 pagine scorrono velocemente.
Il romanzo narra la vita dell’alta società moscovita e di Pietroburgo durante il periodo delle campagne napoleoniche, dal 1805 al 1820, focalizzandosi in particolare sulla famiglia dei Rostòv e Bolkonskij. I Rostòv hanno il titolo di conti, ma la loro situazione economica è dissestata; i rampolli della famiglia sono l’ufficiale Nikolaj e la bella e sempre allegra Natasa; la famiglia Bolkonskij è invece costituita dal principe andraj, anticipatore del comunismo e personaggio dal grande carisma, dal vecchip principe dalle vedute antiquate e dalla Principessini Màrija, molto legata alla fede cattolica. Personaggio di collegamento tra queste due famigli è il conte Pierre Bezuchov, un personaggio sempre alla ricerca di se stesso, pensieroso e riflessivo. La storia alterna le vicende mondane e i banchetti dei nobili gli episodi di guerra, da Austerlitz all’abbandono di Mosca, da Jena alla ritirata francese, presentando due mondi collegati, ma in contrapposizione: l’homo-bellicus del romanzo, il soldato o l’ufficiale, pieno di sentimenti orgogliosi, spinto a dare tutto se stesso, soddisfatto di sè e con uno scopo nella vita e il nobile, immerso in un mondo di etichetta e finzione, che sente la mancanza di qualcosa, ma senza riuscire a penetrare le profondità morali della vita (solo Pierre ci proverà, ma nel finale rinnegherà quella sua ricerca).
Scrivendo questa recensione, ho trovato difficoltà ad inserire “Guerra e Pace” in una categoria, perchè la definizione che mieglio gli si adatta è quella di romanzo epico, l’epopea di un popolo che ha dimostrato la sua superiorità alla “invincibile armata” napoleonica, un’epica fatta di anti-eroi, pieni di dubbi e di resistenze verso il potere superiore che sembra muovere le loro vite. E, contemporaneamente, “Guerra e pace” è un romanzo di formazione, perchè tutti i personaggi maturano nel corso della loro vita, un romanzo d’amore, perchè ci sono alcune delle più tenere pagine che si possano leggere, un romanzo storico, perchè la ricostruzione delle battaglie è sempre molto fedele e particolareggiata (tuttavia le descrizioni dei campi di battaglai non sono mai noiose!) e, infine, un romanzo filosofico.
Infatti, l’epilogo del romanzo comincia con delle riflessioni di carattere storiografico, ma, come disse lo stesso Tolstoj, una fine diversa gli venne “strappata dalle viscere”: si era tanto affezionato ai usoi personaggi da sentire il dovere di concludere compiutamente la loro storia. Dopo 4 paragrafi di carattere riflessivo la narrazione viene ripresa, fino a giungere al termine delle vicende. La seocnda parte dell’epilogo, invece, riprende il progetto originale, sviluppando il tema delle leggi che regolano la storia e il rapporto necessità-libero arbitrio nel comportamento umano. E, da queste pagine, emerge la grande novità ed innovazione del genio russo di Tolstoj: la storia non è la storia dei condottieri e dei re perchè la loro volontà è sottomessa ad una forza superiore, la forza del popolo, senza la quale non ci sarebbero state campagne napoleoniche e gloria russa; la forza del popolo che muove la storia sin dai tempi più remoti e che dovrebbe essere la protagonista delle opere storiografiche. Questa concezione, assolutamente innovativa perchè precedette gli sviluppi nella stessa direzione della letteretura italiana, francese e tedesca, insieme ad un vago sentimento di comunismo utopistico di stampo cattolico, valse a Tolstoj il riconoscimento anche degli statisti comunisti, primo fra tutti Lenin.
Un libro che avrebbe meritato il Nobel. Meglio non aggiungere altro.
I nostri voti | |
---|---|
Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |
Non ho mai avuto modo di avvicinarmi a questo libro, ma mi sa che lo metterò tra i libri da leggere: alla fine anche "Il signore degli anelli" è un bel malloppone e poi se "Guerra e Pace" è diventato un classico che si legge e si studia ancora un motivo ci sarà. Mi avete convinto!!!!
non devi mai farti spaventare dalla mole di un libro, perchè a volte è più facile leggere un libro di 1000 pagine in uno stile scorrevole che uno di 200 pagine!