Traduttore: Maria Barbara Piccioli
Serie: Serie di Amelia Peabody #4
Editore: Nord Genere: Narrativa
Pagine: 359
ISBN: 9788842914259
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Il nostro voto:
La nuova stagione di scavi in Egitto si annuncia eccezionale per Amelia Peabody, suo marito Radcliffe Emerson e il loro vulcanico figlioletto Ramses, che a soli otto anni si comporta già come un esperto archeologo. Dopo lunghe trattative, infatti, sono riusciti ad avere l'autorizzazione a studiare la camera mortuaria della mitica Piramide Nera, a Dahsur. Ma già al suo arrivo al Cairo, Amelia ha la sensazione che qualcuno voglia approfittare del loro lavoro per appropriarsi illegalmente di reperti preziosissimi...
I romanzi sulla storia e sull’archeologia mi affascinano sempre tantissimo, e se riguardano una delle tre civiltà antiche che adoro non so resistere. Per questo mi sono fatta incantare anche dalla trama di questo libro: per poi rimanere però piuttosto delusa.
Qualsiasi presentazione che si trovi in rete del romanzo fa pensare a un miscuglio di storia, archeologia, cultura egizia e giallo/thriller e stuzzica la curiosità . Purtroppo però il romanzo è scritto in maniera un po’ piatta, con un’ampollosità che ho trovato un po’ fastidiosa; capisco la scelta di scriverlo sotto forma di diario della protagonista, Amelia Peabody, e del mantenere quindi un lessico e uno stile consoni al personaggio e al tempo in cui ha vissuto, ma certe frasi sono proprio pesanti. Inoltre la trama è piuttosto lineare: ad Amelia e suo marito sono stati affidati gli scavi sulla camera mortuaria dell’antica Piramide Nera, e vengono ostacolati da una serie di imprevisti dietro a cui può stare solo la Mente Criminale, un personaggio che fa la parte del cattivo e che risulta quasi impossibile smascherare, date le sue grandi abilità . Non c’è nessun “enigma della piramide nera” a dare il titolo al romanzo: la piramide nera è solo uno dei siti archeologici attorno a cui ruota la vicenda, ma a parte il fatto che i personaggi devono lavorare lì non c’è nessun mistero che riguardi strettamente la piramide, anzi: il mistero sta piuttosto negli imprevisti che devono affrontare i personaggi, ma non c’è nessuna tensione a fare di questi ostacoli quelli di un vero e proprio giallo. Lo stile, come dicevo, piuttosto piatto e ampolloso uccide la tensione della vicenda (ma questo potrebbe essere dovuto al fatto che si tratti di un diario).
Altra cosa che mi è piaciuta poco: i personaggi. Amelia, la voce narrante, è piuttosto pesante, suo marito mi è rimasto sullo stomaco praticamente da subito e il figlio (Ramses…) è insopportabile. Anche il loro modo di parlare risente dello stile dell’intero romanzo; e questo non solo rende i dialoghi pesanti e un po’ noiosi, ma anche poco credibili, anche se calati nel tempo della storia.
Insomma, nonostante tutte le premesse che mi incuriosivano tantissimo, sono rimasta piuttosto delusa dalla lettura. Il romanzo è sicuramente interessante dal punto di vista storico, ma qualsiasi spunto affascinante viene affossato da uno stile che proprio non mi piace. E questo influenza sicuramente il mio giudizio. Spero che negli altri romanzi ci sia un guizzo in più da parte dell’autrice, dato che la tematica e l’ambientazione sono estremamente affascinanti.
I nostri voti | |
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Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |