Traduttore: Aldo Piccato
Editore: Mondadori Genere: Saggistica
Pagine: 88
ISBN: 9788804549802
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Il nostro voto:
Le difficoltà incontrate dalla coalizione angloamericana nel secondo dopoguerra iracheno hanno portato alla ribalta il problema della possibilità di "esportare" forme di governo democratico, di matrice occidentale, in paesi che ne sono privi. Inserendosi in questo acceso dibattito Amartya Sen, premio Nobel 1998 per l'economia, illustra in queste pagine l'esistenza di secolari tradizioni democratiche in paesi attualmente oppressi da regimi totalitari, e invita a non commettere un ulteriore peccato di "imperialismo culturale": l'appropriazione indebita dell'idea di democrazia. Piuttosto, Amartya Sen ci suggerisce di esplorare e sviluppare quegli aspetti della democrazia che sono valori condivisi dalla storia dell'umanità intera.
La democrazia degli altri è un saggio breve del famoso economista indiano e premio Nobel Amartya Sen. Esso è composto da due interventi, Le radici globali della democrazia (pubblicato precedentemente su “The new Republic”) e La democrazia come valore universale, testo di un discorso pronunciato ad una conferenza sulla democrazia. Le date di questi interventi sono, rispettivamente, il 2003 e il 1999. Molto recenti, dunque, e in un periodo cruciale: nell’ultimo decennio, infatti, lo scenario mondiale ha visto da una parte la difficoltà delle democrazie consolidate a mantenere il proprio ruolo e a diffondere i propri valori, e dall’altra l’emergere economico e politico di stati autocratici come la Cina. Questi eventi sembrano mettere in crisi l’idea per cui lo sviluppo economico possa realizzarsi solo in un sistema aperto e pluralistico, che è l’assunto di fondo dell’ideologia democratica. Sen vuole confutare questa opinione, sostenendo appunto che la democrazia non è un prodotto dell’occidente che può avere successo solo in occidente, ma un valore universale, nel senso che in ogni regione del mondo ci sono gruppi più o meno vasti di persone che hanno buoni motivi per ritenere giusto l’affermazione della democrazia. Per giustificare questa affermazione Sen descrive, in maniera succinta ma efficace, alcuni casi in cui la presenza del metodo democratico può aiutare ad affrontare e superare i problemi che inevitabilmente si presentano in ogni sistema politico-economico.
Difendere l’utilità della democrazia sottintende la necessità che essa si diffonda negli ancora numerosi paesi che democratici non sono. Ma quale democrazia? Sen affronta il problema polemizzando con gli autori che ritengono che la democrazia nasca da valori e tradizioni esclusivamente occidentali, e che deve essere quindi “esportata” negli altri paesi. Il nostro autore invece sostiene, con dovizia di esempi, che idee di tolleranza, autogoverno e partecipazione sono presenti nelle tradizioni di molte culture non occidentali, e sono state di estrema importanza per la creazione di sistemi democratici in India e nel Sud Africa post-apartheid (due dei pochi esempi di democratizzazione riuscita in Asia e Africa). Senza negare la centralità del pensiero occidentale sul tema della libertà, Sen ricorda il contributo non occidentale, che non può essere trascurato nei processi di democratizzazione.
L’elemento più importante di questo saggio è la sua accessibilità. Amartya Sen in queste opere indirizzate al grande pubblico scrive non come accademico, ma come divulgatore. Il suo stile è semplice ma efficace, rifugge dalla grossolanità di molti opinionisti e polemisti politici in favore della pacatezza e della riflessione. Il risultato è che anche chi è a digiuno del dibattito politico e ideologico sulla democrazia (cioè la stragrande maggioranza della popolazione) può leggere e comprendere facilmente le sue tesi.
Nota: recensione pubblicata sul vecchio blog. Non riesco a risalire al suo autore.
I nostri voti | |
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Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |
Che bella idea recensire un saggio di Amartya Sen.
Proprio con una sua opera abbiamo aperto le lezioni di psicologia di comunità, e sono subita rimasta affascinata dalla ventata di freschezza del suo pensiero.