Traduttore: Amalia D'Agostino Schanzer
Editore: Feltrinelli Genere: Narrativa
Pagine: 292
ISBN: 9788807804595
Compra su: IBS :: Amazon :: Feltrinelli :: Libraccio
Schede libro: Sito editore :: Goodreads :: Anobii
Il nostro voto:
In una cittadina del "profondo" Sud degli Stati Uniti l'onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d'ufficio di un negro accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrare l'innocenza, ma il negro sarà ugualmente condannato a morte.La vicenda, che è solo l'episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai a essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell'infanzia che è un po' di tutti noi con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte, in pagine di grande rigore stilistico e condotte con bravura eccezionale.
Dovevo scrivere questa recensione proprio il giorno della morte di Harper Lee; lo avevo programmato ormai da un mese, in verità. Ma non mi è parso giusto pubblicarla proprio quel giorno, mi sembrava fuori luogo e di cattivo gusto. Nulla di ciò che sto per dirvi sul libro cambia rispetto a ciò che vi avrei detto prima; voglio solo aggiungere, ora che la sua autrice ci ha lasciati, che un grazie per lo stupendo romanzo che ci ha regalato è d’obbligo.
Il buio oltre la siepe è una delle letture che fa parte della mia Gnod Challenge sulla mappa di Jane Austen; uno di quei libri che volevo leggere da tempo, e che la challenge mi ha spinto finalmente a leggere davvero. E per fortuna, perché è davvero uno di quei libri che mi ha fatto pensare “perché non l’ho letto prima?”
La storia è nota a tutti: la nostra Scout è una bambina sveglia, amante dei libri, un po’ selvaggia nei giochi, forse, sempre insieme al fratello Jem e, durante l’estate, anche con Dill. Uno dei loro giochi preferiti è cercare di far uscire Boo Radley, un ragazzo che vive chiuso in casa per evitare di finire in riformatorio. I bambini sono orfani di madre, e vivono con il padre, Atticus, avvocato, e la loro domestica nera Calpurnia. Il racconto nella prima parte è pervaso di normalità: una coppia di bambini un po’ scatenati che combina guai, è affascinata dall’ignoto e si diverte con poco. Scout adora anche la lettura. Una famiglia normale, insomma, la cui unica differenza con qualsiasi altra è che i bambini chiamano il padre per nome.
Il fulcro della vicenda però si ha quando Tom Robinson viene accusato di uno stupro; e questo, per il periodo storico in cui il romanzo si colloca, è aggravato dal fatto che Tom è un bracciante nero, e la sua presunta vittima una donna bianca, Mayella Ewell, una ragazza che vive con il padre Bob e il resto della sua famiglia ai margini della società, quasi in una discarica, dove si arrabattano per riuscire a trovare da mangiare e non riescono a tenersi un lavoro per più di due giorni, perché percepire il sussidio è meglio. E Atticus è incaricato di difendere il giovane. Questo scatena nella comunità un sentimento di disprezzo sia per Atticus che per i figli; stiamo parlando di un periodo in cui la segregazione razziale è fortissima, e la difesa di un uomo nero accusato di un crimine così odioso è vista malissimo, e Atticus viene definito ‘negrofilo’, parola piena di sprezzo che ben fa capire da che parte sta la comunità bianca. Anche i bambini (innocenti!) subiscono le conseguenze della situazione.
La parte del processo è la parte che ho preferito, perché è una chiarissima dimostrazione di cosa può fare un pregiudizio razziale: mandare a morire un innocente. Tom infatti non ha stuprato Mayella, e Atticus riesce a dimostrarlo; riesce a dimostrare anche che in realtà, le ferite della ragazza non sono dovute a una violenza sessuale, ma alle percosse di suo padre Bob. Nonostante questo, nonostante sia evidente a tutti che Tom è innocente, che l’accusa è falsa e che tutto serve solo a coprire la violenza di Bob, Tom viene condannato. E la reazione dei bambini, di Jem e Scout, che seguono il processo dalla balconata dei neri, accanto al pastore che hanno conosciuto grazie a Calpurnia, è quella pura e genuina di due persone convinte che l’innocenza non possa mai essere condannata; convinzione che prescinde dal colore della pelle, perché, come dice Atticus, c’è un’istituzione davanti a cui siamo tutti uguali, e questa istituzione è il tribunale. Un concetto estremamente semplice e lineare, che tutti noi dovremmo tenere presente. Tom però verrà condannato, e perderà la vita tentando di fuggire dal carcere.
La crudeltà di Bob Ewell non si esaurisce nella violenza contro la figlia: diventa odio e si scaglia contro i figli di Atticus, contro la vedova di Tom, contro il giudice; ancora una volta, contro degli innocenti. Ma stavolta avrà la punizione che si merita, perché a difendere i due bambini dal suo attacco a tradimento ci sarà Boo Radley.
Il romanzo è un bellissimo racconto di giustizia, di integrità, di coraggio, di difesa della dignità umana, del rispetto per le persone che ci stanno intorno, della considerazione del loro punto di vista, e di lezioni che sono senza tempo proprio per ciò che trasmettono. Ed è anche una stupenda riflessione sul ruolo che Scout ha e “dovrebbe” (stando al sentire comune dei personaggi femminili con cui entra in contatto) avere nella società in quanto femmina, e su quello che invece avrà: perché Scout è una bambina che non esiterebbe a battersi per difendere l’onore del padre, che non esita ad affrontare chi vuole linciare Tom. Scount è semplicemente un mito ed è uno di quei personaggi che ti fa rimpiangere di non poterli conoscere.
Il buio oltre la siepe non può mancare tra le vostre letture. Credetemi, lo adorerete.
I nostri voti | |
---|---|
Trama | |
Personaggi | |
Stile | |
Ritmo | |
Copertina | |
Generale: |
Reading this book contributed to these challenges: