Il concetto dietro al titolo di questo libro difficilmente lascia indifferenti: le spose infelici, infatti, sono quelle che, promesse a uomini che non amano e costrette a sposarsi per ragioni di convenienza, finiscono per sfogare la loro disperazione in un suicidio. L’immagine che apre il libro è proprio quella di una sposa che si immerge in un fiume – forse sperando che l’abito bianco e pesante la tiri a fondo. Da questo episodio – questa visione, si direbbe – l’autore, Francesco detto Veleno, inizia a mettere ordine nella storia che vede protagonisti lui, il suo amico Domenico detto Zazà e la presenza di una donna in grado di sconvolgere la vita a entrambi. Questa donna si chiama Annalisa, e il nostro protagonista, peraltro narratore in prima persona di tutta la vicenda, rimane estremamente affascinato da lei, fino al punto in cui l’innamoramento sconfina nell’ossessione.
Ciò che veramente alleggia nel libro, dalla prima all’ultima pagina, è una sensazione desolante di sconfitta e di fallimento. Veleno e Zazà sono due ragazzi uniti da una forte amicizia e da una serie di esperienze comuni, nonostante la diversissima provenienza sociale: se Zazà infatti vive nella parte di Martina Franca più povera, Veleno proviene invece da una famiglia benestante che non vuole sentirlo parlare in dialetto. In tutto ciò che Veleno narra, dagli anni in una sgangherata squadra di calcio agli amici persi per droga, alle violenze negli stadi, c’è un senso, come dicevo, di fallimento: la squadra di calcio va a rotoli, gli amici si perdono per overdose (strazianti, in modo opposto, le immagini dei corpi dei morti per overdose e le parole che il narratore dedica a Natuccio), persino gli studi di Veleno e poi i suoi successivi tentativi di trovare una sua strada non hanno assolutamente successo, anzi. Si ha l’impressione di avere a che fare non solo con un gruppo di persone allo sbando, ma anche con un paese allo sbando, dove le dicerie sono tante, e soprattutto su Annalisa, e dove il narratore dice che è possibile vedere ancora i fantasmi delle spose infelici, citate più volte nel corso del romanzo come simbolo di tutto ciò che sta accadendo.
In tutto questo la figura più carismatica è sicuramente quella di Annalisa. Una ragazza a dir poco eccentrica, che lascia un segno profondo nella vita sia di Zazà , l’uomo che ama, e Veleno, l’uomo da cui è amata follemente, ma che non sa ricambiare. Una parte fondamentale del carisma di Annalisa riguarda anche il suo rapporto con il sesso, e ho trovato quasi toccante la differenza tra il modo in cui gli altri uomini si comportano con lei, e come invece si comportano i due amici. Si potrebbe pensare che si tratti di un banale triangolo amoroso, ma non è così. Sicuramente è un triangolo amoroso, con tutti i vertici più o meno infelici e tutti i vertici perfettamente soli. Ma c’è qualcosa di profondo, di parole non dette e di sentimenti celati: a questo proposito credo sia meravigliosa la parte finale, con i monumenti eretti da Zazà , e non vi dico perchè solo per rispetto. Se avete intenzione di leggere questo romanzo, rovinarvi quella parte significa togliervi qualcosa di importante e profondo che va scoperto solo allora, con lo stesso stupore del narratore.
Zazà e Annalisa sono due personaggi non del tutto comprensibili – che sfuggono, nelle loro scelte di vita, sia al lettore che al narratore. A volte anche le personali scelte del narratore sfuggono alla comprensione. Forse è questo a renderli personaggi ancora più affascinanti, perchè si percepisce una loro ricchezza che purtroppo non si arriverà mai del tutto a conoscere. Le rivelazioni finali su Annalisa, soprattutto, gettano una luce diversa su di lei, su ciò che ha fatto, sul perchè, rendendola da una pate più tenera e umana e dall’altra ancora meno comprensibile.
Ci sono pagine dure e difficili, e ce ne sono alcune in cui lo stile si fa ricercato e tortuoso e se non si presta attenzione si perde il filo del discorso. Ma nonostante questo, il romanzo è buono, i personaggi centrali sono credibili e ben caratterizzati, e i personaggi secondari aiutano a tenere in piedi i fili della trama e dell’amicizia che lega ancora i personaggi l’uno all’altro. Leggendo, sembra di assistere a un processo di crescita, ma verso una maturità sofferta e un’età adulta che tiene ancora le tracce dei bambini che giocavano a calcio, ma feriti incredibilmente dalla vita. Un bel libro, sicuramente.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: Il paese delle spose infelici, Mario Desiati
Collana, editore e anno: Scrittori italiani e stranieri, Mondadori, 2008
ISBN o ISSN: 9788804573678
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