In una società basata su valori liberali, come quella occidentale, gli uomini sono liberi o sono prigionieri di un sistema complicato che fa credere loro di essere liberi? Quando compriamo quel determinato pacco di biscotti al supermercato, lo facciamo perché è la nostra volontà, o lo facciamo perché qualche giorno prima siamo stati bombardati da messaggi subliminali nascosti negli spot televisivi?
Ballard, con “Millennium People”, secondo romanzo della trilogia dedicata al terrorismo urbano e alle rivolte della media-borghesia, cerca di dare una risposta a queste domande.
David Markham è uno psicologo piuttosto affermato che vive in uno dei quartieri più ricchi di Londra. E’ apparentemente soddisfatto del suo lavoro e del suo matrimonio. Sua moglie, Sally, è una sua ex paziente, conosciuta durante il ricovero in ospedale della donna, in seguito a un gravissimo incidente.
Quando, durante un attentato all’aeroporto di Heathrow, la prima moglie di Markham rimane uccisa, l’uomo decide di indagare per proprio conto.
Le ricerche lo portano a Chelsea Marina un quartiere residenziale medio-borghese della Londra Ovest, dove fa la conoscenza di Kay Churchill, un’ex docente di critica cinematografica, Vera Blackburn, con un passato tutt’altro che tranquillo, Stephen Dexter, un sacerdote in crisi mistica, Joan Chang, un’immigrata cinese e Richard Gould, carismatico pediatra radiato dall’ordine dei medici per i suoi metodi poco ortodossi.
Il contatto con Chelsea Marina porta Markham a rivalutare tutta la sua esistenza, a rendersi conto che egli, come tutti gli altri borghesi, non è per nulla libero, ma invischiato in un meccanismo di convenzioni tacite a cui è impossibile sfuggire.
“La borghesia deve essere tenuta sotto controllo, ricordatelo, David. Loro lo capiscono e mantengono l’ordine tra i propri ranghi. Non con le armi o con le purghe, ma con le convenzioni sociali. Il modo giusto di fare sesso, di trattare la propria moglie, di filtrare al circolo di tennis, di iniziare una relazione. Ci sono regole non dette che noi tutti dobbiamo imparare”
Guidati dalla carismatica Kay Churchill, gli abitanti di Chelsea Marina insorgono contro il sistema, protestando per motivi oggettivamente futili: le rette scolastiche troppo alte, le doppie strisce gialle dei parcheggi, il bisogno di sentirsi veramente liberi in un ambiente che cerca di controllare i suoi cittadini in ogni attività, da quelle pubbliche a quelle private.
La borghesia è sempre stata vista come una classe di controllo, e moderata. I borghesi non si ribellano, reggono il sistema con il loro tacito consenso. Ma da Chelsea Marina si solleva una voce: la borghesia è stanca, insorge, brucia le sue case, costruisce barricate, protesta come il proletariato.
“Siamo sempre più scontenti. I ceti medi dovrebbero essere la spina dorsale della società, con tutti i loro doveri, le loro responsabilità. Ma le vertebre sono incrinate. Le qualifiche professionali non valgono niente. Una laurea in lettere è come un diploma in origami”
Il governo è preoccupato, perché se la borghesia insorge tutto il sistema crolla. Ma le proteste non escono da Chelsea Marina. La gente è troppo contenta della sua vita fatta di scuole private, cene di gala, circoli di tennis, shopping guidato, notizie filtrate alla televisione.
Ma accanto alla protesta borghese, c’è un’altra protesta, ben più sottile e profonda, portata avanti da un altro personaggio, il dottor Richard Gould.
Egli considera le proteste di Chelsea Marina, superficiali, fini a sé stesse, prive di una vera spinta rivoluzionista. La vera rivoluzione deve compiersi altrove, deve colpire l’intera opinione pubblica, deve interessare qualcosa di più intangibile e per questo, forse, più vero. E’ una rivoluzione che punta verso l’alto, verso dio, verso l’esistenza stessa.
Esistono, quindi, due piani di riflessione che in certi casi arrivano ad intersecarsi tra loro.
Il primo piano di riflessione è più superficiale e connesso alla vita quotidiana. E’ collegabile a Kay Churchill e alle rivolte di Chelsea Marina. Si fa riferimento a una situazione ben precisa, borghese e, in un certo senso, materiale: le doppie strisce gialle, i costi elevati di gestione, le rette scolastiche, l’erba dei prati perfettamente tagliata… Particolari trascurabili se presi singolarmente, ma che possono diventare espressioni di un qualcosa di più profondo e radicato. E’ una questione puramente sociale, connessa all’uomo, alla vita cittadina e al suo rapporto con la società. Un rapporto che Kay considera di sottomissione.
L’altra riflessione è più profonda e connessa a questioni esistenziali. E’ collegabile a Richard Gould e all’attentato di Heathrow. Gould non si ferma al rapporto dell’uomo con la società e alla sua massificazione. No, lui va oltre. Le sue riflessioni, le ragioni che sono alle basi delle sue azioni, l’intera spinta a tutto il suo operato, s’inseriscono in un piano più astratto e filosofico. Gould ragiona in termini di realtà ed esistenza. Per lui la vita non ha valore, e l’universo è come un ammasso indistinto e privo di senso.
“Purtroppo, la vita non vale niente. O quasi niente. Gli dei sono morti, e noi non ci fidiamo dei nostri sogni. Emergiamo dal vuoto, per un breve momento ci giriamo a guardarlo, e poi ci ripiombiamo dentro. Una giovane donna giace morta sulla soglia di casa. Un delitto insensato, ma il mondo si ferma. Restiamo in ascolto, ma l’Universo non ha niente da dire. C’è solo silenzio, così siamo costretti a parlare”.
“Millennium People” è dedicato a noi. Alla società del nuovo Millennio. Alla società del passaggio, dell’11 settembre, dei computer, dell’iterazione globale, dell’ipod e delle guerre intelligenti.
Personalmente, l’ho trovato ben scritto. Credo che Ballard abbia la rara capacità di scrivere concetti complessi in modo semplice. Non è uno di quelli che si da fare con paroloni difficili e frasi che sembrano i merletti di una tenda del settecento…
E’ uno di quei libri che andrebbero letti, anche se poi, una volta chiuso non si condividono le idee espresse.
Notizie sull’autore
James Graham Ballard è uno scrittore all’avanguardia della narrativa inglese. E’ nato a Shangai nel 1930. Dopo l’attacco a Pearl Harbor è stato rinchiuso in un campo di prigionia insieme alla famiglia e solo 1946 è riuscito a tornare in Inghilterra. Nel 1961 ha scritto il suo primo romanzo "Il mondo sommerso". David Cronenberg ha tratto un film dal suo romanzo "Crash" del 1973. Mentre, il romanzo autobiografico "L’impero del Sole", del 1984, è diventato un film per volere di Steven Spielberg.