Divertentissimo, frizzante, spumeggiante – e irrimediabilmente consumistico – sono i primi aggettivi che mi sono venuti in mente dopo aver ri-letto “I love shopping” di Sophie Kinsella. Il secondo è stato: “Ho proprio bisogno di un paio di scarpe nuove. E di una sciarpa di Danny and George.” Perché ogni ragazza ha bisogno di una sciarpa di Danny and George. Se non li avete mai sentito nominare, non allarmatevi: vuol dire soltanto che non siete mai passati per le parti di Oxford Street o di High Street Kensigton a Londra o che non avete mai letto i libri di Sophie Kinsella. Già, perché “I love shopping” è soltanto il primo di una serie di cinque libri tutti incentrati sulle vicende di Rebecca – Becky – Bloomwood e la sua irrefrenabile dipendenza verso lo shopping. Il titolo originale del romanzo è più tagliente e diretto rispetto alla strana non-traduzione italiana, traducibile come “Il mondo segreto da sogno di una shopping-dipendente”, ma anche così si perde quel gioco di parole che rimanda ad una dipendenza molto vicina a quella per l’alcol e in un certo senso più preoccupante (shopaholic deriva da alcoholic, appunto). Tuttavia, se nei successivi volumi la Kinsella perde un po’ di smalto e originalità incappando nel facile errore della ripetitività, – a mio parere, solo “I love shopping in bianco” e “I love shopping per il baby” sono all’altezza del primo – nel primo romanzo la sua verve umoristica è al massimo e si ride di gusto per ogni trovata assurda o vicenda al limite del reale in cui incappa la nostra protagonista. Becky Bloomwood è giovane, carina, determinata ma fa un lavoro che non le piace occupandosi di affari finanziari per una rivista di basso rango in qualità di giornalista. Ha una sola grande amica, Suze, ereditiera di una fortuna principesca, con cui condivide un appartamento a Fulham, quartiere chic di Londra. Non ha un fidanzato fisso da ben tre mesi, ma ha genitori invadenti che vivono nella campagna inglese e che la credono un genio della finanza, affermazione esatta fino a quando si tratta di calcolare in dieci secondi netti il costo scontato di un capo d’abbigliamento in saldo. Ecco qual è l’unica vera gioia della sua vita: i Saldi, gli sconti, i negozi, lo shopping! Ogni volta che compra l’ennesimo set di oli profumati cerca di convincersi di averne bisogno, assolutamente bisogno, fino a quando non arriva l’ennesimo estratto conto della carta di credito e in cui nero su bianco sono riportate tutte le sue pazze spese. E quando una fumante tazza di thè non riesce più a curare le ferite, è il momento per Becky di correre ai ripari. O di darsela a gambe.
Bollato dai critici britannici come chick lit, ossia letteratura per ragazze, mi chiedo dove sia lo sbaglio nel cercare qualche momento di puro divertimento con questo libro. E’ vero, è frivolo, a tratti assurdo e ripetitivo, ma è trascinante. Non si riesce a fare a meno di tifare per Becky, così insicura e ingenua, nella disperata ricerca di essere qualcuno. Non necessariamente qualcuno di famoso, ma qualcuno e basta: la ragazza con il Cappotto Bianco, la ragazza con il Golfino Grigio, la ragazza con la sciarpa di Danny and George. E ti guardi allo specchio, sentendoti un pochino meno insicura e un tantino più sollevata: siamo tutte un po’ Becky, in fondo.
A me piace tanto al Kinsella, anche se odio questa saga per un motivo solo: detesto Becky, visto che incarna tutto quello che odio. E’ innegabile, però, che, anche se la si odia, le sue avventure fanno morire dal ridere. E lo stile poi? Fresco, allegro, leggero!