Il castello dei Pirenei è un romanzo che si può definire quasi epistolare, e per certi versi un romanzo filosofico. Abbiamo di fronte infatti due ex-fidanzati, che si incontrano per puro caso dopo trent’anni da quando si sono lasciati, in seguito a una divergenza di vedute su un evento misterioso che verrà svelato solo molto avanti nel romanzo. In seguito a questo incontro, i due iniziano una fitta corrispondenza e-mail (avendo però cura di cancellare subito quelle ricevute e inviate, dato che sono entrambi sposati con figli), in cui si nota subito la netta contrapposizione dei loro modi di vedere la vita. Da una parte, Stein, molto pragmatico, con una grossa fede nella scienza; dall’altra invece Solrun, più incline di lui a credere nel soprannaturale, nella vita dopo la morte. Due punti di vista inconciliabili, venuti a galla appunto dopo l’evento misterioso a cui entrambi accennano senza parlarne direttamente per un po’; e devo dire che, se devo essere sincera, è appunto questo mistero la parte più interessante del romanzo. O meglio, a mio modo di vedere è stata l’unica parte interessante, dato che è stato solo per la pura curiosità si sapere cosa fosse successo che sono arrivata in fondo.
La lettura a mio avviso non è semplice; i due personaggi secondo me arrivano in modo poco naturale a raccontare il proprio punto di vista, e quando lo fanno si ha l’impressione che non stiano parlando l’uno con l’altra, ma con il lettore. Inoltre le e-mail di Stein, in cui a volte racconta letteralmente nascita ed evoluzione dell’universo, sono un po’ troppo scolastiche e francamente noiose. Capisco che lo scopo è sottolineare il diverso approccio di lui e di Solrun al famoso segreto, ma dopo un po’ ci si stufa perché sembra davvero di essere a lezione. In più, come dice spesso Solrun, a volte viene fatto come risposta a una domanda che chiede tutt’altro, il che lo rende ancora più pesante per il lettore.
Il finale è adattissimo al romanzo, e devo dire che, se si presta abbastanza attenzione quando Solrun racconta la sua sul segreto condiviso con Stein, si trova anche una corrispondenza interessante. E come ripeto, questo mistero ripetuto spinge ad andare in fondo al romanzo, anche nonostante i passi pesanti e di cui non si capisce al volo lo scopo; resta anche un certo velo di insicurezza su questo segreto, dato che non sapremo mai come sono andate veramente le cose, ma solo come sono andate nei contrapposti punti di vista dei protagonisti.
Tutto questo però secondo me non basta a renderlo un romanzo interessante. In definitiva non mi è piaciuto granché, e anche se riconosco la capacità dell’autore di incuriosirmi, non nego che però è stato anche capace di annoiarmi. Insomma, un libro che in definitiva non consiglierei.
Giudizi
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Titolo e autore originale: Slottet i Pyreneene, Jostein Gaarder Titolo e traduttore italiano: Il castello dei Pirenei, Cristina Falcinella Collana, editore e anno: La Gaja Scienza, Longanesi 2009 ISBN o ISSN: 9788830426870 Prezzo (in media): € 16,60
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