Casa Howard è un libro complesso, affascinante, interessante, uno di quei libri che rileggeresti dieci volte e saresti capace di trovarci sempre nuovi significati, nuovi spunti, farci nuove riflessioni. Questo perchè, di fondo, il lettore non viene a conoscenza di tutto. Il narratore si limita ad esporre la vicenda e quindi ci sono parti che rimangono oscure e che il lettore sente, in qualche modo, fondamentali per capire l’intera faccenda.
Le tematiche sono tante e profonde, anche se unite dal motto che fa anche da sottotitolo al romanzo: solo connettere. Solo condividendo, unendosi agli altri, smettendo di vivere isolati, si riesce a godere della pienezza della vita e a superare le barriere che ci frenano. Ma al di là di questa continua lotta per far capire che connettere è importante da un lato e le resistenze a questa idea dell’altro, c’è un’altra tematica, più forte, che permea il libro e che lo fa somigliare a una saga familiare: le differenze sociali, che si vedono sia nell’agiatezza della vita quotidiana sia nell’accesso alla cultura, sia nella lotta per migliorare la propria posizione. Abbiamo di fronte tre famiglie che si pongono su tre livelli diversi: le protagoniste, ossia le sorelle Helen e Margaret Schlegel, di origine tedesca ed esponenti dell’aristocrazia londinese, dedite alla lettura, alla riflessione, all’amore per le arti e la musica, unite (connesse, appunto) da un legame che sfugge alla comprensione degli altri personaggi; la famiglia Wilcox, con cui le due sorelle entrano spesso in contatto per motivi diversi, e che è completamente diversa da loro, più attaccata ai beni materiali e alla posizione sociale, caratterizzata da una sorta di indifferenza per le classi più deboli; e la famiglia, se così si può definire, di Leonard Bast, un giovane che tenta in tutti i modi di elevarsi al di sopra della propria condizione, ma rimane continuamente incastrato nelle ristrettezze della propria vita che non gli permettono di arrivare alla cultura che vorrebbe avere, e che lo fanno spesso sentire in imbarazzo di fronte alle sorelle Schlegel, che lui ammira profondamente. Il romanzo ha svariati salti temporali di alcuni anni, e di questi lassi di tempo il lettore non sa nulla: l’autore chiude un capitolo ad un dato momento e riprende la storia anni dopo, senza far più cenno agli anni che ha invece ignorato. Al lettore rimane la curiosità insoddisfatta di sapere cosa sia successo in quegli anni, ed è proprio questa la forza del libro: saperti connettere ai personaggi fino a questo punto.
Il libro, come dicevo, racconta anche della lotta delle sorelle Schlegel, in particolare di Margaret, per far capire alla famiglia Wilcox in generale e al capofamiglia in particolare che la visione della vita che portano avanti fa acqua da tutte le parti. La contrapposizione dei due modi di vivere, di agire, di pensare, dei punti di vista anche sulla brutta situazione dei Bast, fa riflettere il lettore che si trova a schierarsi quasi senza volerlo. La famiglia Wilcox si dimostra unita solo quando c’è in ballo il guadagno, il denaro, il possesso anche di Casa Howard, nonostante i membri della famiglia l’abbiano sempre disprezzata. E la casa diventa anche il simbolo di questa lotta che le sorelle Schlegel portano avanti, nonostante tutte le resistenze che incontrano.
Come dicevo è un libro complesso, ricco di spunti di riflessione e che si potrebbe rileggere decine di volte senza mai capirlo a fondo. Io lo consiglio a chiunque, perchè penso che riesca a far capire cose che abbiamo sempre sotto agli occhi e che tendiamo a dar sempre per scontate. Non è una lettura leggerissima, ma vale la pena farla. Credo sia uno dei libri che non può mancare nella propria lista di letture.