Ho letto questo libro un paio di anni fa, con una mentalità diversa da quella attuale, ma ciò non toglie ch non l’abbia apprezzato. Canone inverso è alternativamente un thriller, un romanzo filosofico e il racconto di un’amicizia finita male, ma soprattutto risponde perfettamente alla deifnizione di libro come caleidoscopio. La trama è un po’ complessa: un misterioso acquirente acquista un violino che, invece della chiocciola ha una mascherina antropomorfa. Questi viene contattato da un autore che aveva visto quel violino in mano ad un misterioso e talentuoso violinista che bazzicava in bettole di quart’ordine. Comincia qui un lungo flashback che ricorda l’incontro dell’autore con il violinista, all’interno del quale si inserise un flashback sulla vita del violinista stesso, che asserisce di chiamarsi Jeno Brau. Ogni altra parola sulla trama sarebbe sprecata perchè rovinerebbe il finale del libro, ma bisogna parlare dei temi del libro. La musica innanzitutto, l’amore per la musica che Jeno e il suo amico Kuno, consociuto in un collegio musicale, condividono, un amore che li scuote dentro portandoli a livelli superbi e che li unisce intimamente, portandoli anche verso la scoperta del "mistero della vita". Questo rende il libro particolarmente adatto a chi suona uno strumento e sa già cosa significhi la passione per la musica, ma non solo. Il libro infatti tratta anche dei problemi del giovane Jeno, del suo sentirsi inadeguato in casa di aristocratici, la sua amicizia con Kuno, amicizia che quasi rasenta l’amore e poi l’odio, perchè un grave mistero e un peccato incombe sulle loro origini. E tante, tante pagine sono dedicate a temi quali l’immortalità e il passato, trattati ampiamente e analiticamente, ma sempre con sentimento.
L’atmosfera del libro è di un mistero fitto e quasi di ossessione per la musica e ogni aspetto della vita, che coinvolge il lettore portandolo a leggere velocemente e tutto d’un fiato, fino al finale quasi pazzoide, che lascia sbigottiti.
Non ho letto il libro, ma vidi il film, qualche mese fa, ma non so dirti se mi sia piaciuto o no. C’è da dire che l’idea del flashback nel flashback mi è piaciuta parecchio e crea quell’attesa nello spettatore che ti spinge a proseguire la visione per sapere come tutti i nodi si sciolgano.
Conoscendomi, però, il libro mi piacerebbe di più.