Il primo fine settimana di ottobre sono stata a Ferrara in occasione del Festival dell’Internazionale (festival che peraltro di consiglio vivamente). Per fortuna circa una settimana prima era stata inaugurata al Palazzo dei Diamanti un’interessantissima mostra, dal titolo “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi”, che rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2017. E quindi ho deciso di approfittare dell’occasione e vedere la mostra.
Come saprete, quest’anno ricorre il cinquecentesimo anniversario della composizione dell’Orlando furioso, che vide la luce proprio a Ferrara nel 1516. La mostra ripercorre in parte lo sviluppo dell’opera e in parte ricostruisce l’immaginario collettivo e condiviso su cui si fondava non solo l’Orlando furioso, ma tutta la cultura di quel periodo. Se vi dovessi elencare quello che ho visto, credo che rimarreste stupiti dalla varietà e in parte anche dalla distanza tra le opere e gli oggetti: per farvi un esempio concreto, vedrete un elmo risalente all’epoca della Grecia antica, vedrete degli strumenti musicali e nell’ultima sala vedrete la spada appartenuta a Francesco I. Che cosa lega questi oggetti? L’Orlando furioso, appunto.
Se decidete di utilizzare l’audioguida, che è compresa nel biglietto d’ingresso, sarete guidati per circa un’ora da una voce che vi racconterà le scelte che sono state fatte e il motivo per cui determinate opere e determinati oggetti si trovano in questa mostra. Come vi dicevo, quello su cui effettivamente si fonda è la ricostruzione dell’immaginario collettivo, cioè proprio quello che Ariosto vedeva quando chiudeva gli occhi: i canoni di bellezza femminile, esemplificati da un’opera di Botticelli, le caratteristiche iconografiche dei vizi e delle virtù, l’ideale del principe combattente e così via. In effetti, non è una mostra come le altre, nel senso che non vedrete opere accomunate da una tematica, da un determinato periodo storico, da una corrente artistica: quello che vedrete è una ricostruzione, tramite mappe, armature, armi e dipinti, di quello che la cultura era nel momento in cui Ariosto scrisse l’Orlando furioso. In una delle sale, gli organizzatori hanno cercato di ricostruire anche la trama del poema: i primi canti sono rappresentati in maniera quasi fedele, con tutti gli intrecci, e i personaggi che si incontrano e si lasciano. Ovviamente, un’opera così lunga e così complessa non può essere completamente riportata su una parete, e quindi a un certo punto i canti non vengono più inseriti con tutti i loro avvenimenti, ma si intrecciano in un arabesco che riempie comunque quasi completamente una delle pareti, davanti a cui trovate un’armatura. In un’altra sala, è stata ricostruita l’atmosfera della luna di Ariosto, quel posto in cui si trova il senno degli uomini che sulla Terra sono impazziti, e dove si trova quindi anche il senno di Orlando. Il pavimento è stato modificato in modo che al visitatore sembri veramente di camminare sulla Luna così com’è stata immaginata da Ariosto. E in questa sala troverete anche una sorta di rappresentazione della luna stessa. In un’altra sala vedrete la spada di Francesco I, in un’altra le lettere che annunciano l’opera di Ariosto, in un’altra ancora una meravigliosa mappa. Il tutto accomunato da un’opera e dal suo autore.
Mi rendo conto che potrebbe sembrare strano trovare alcune cose, però quegli oggetti, quelle opere, quelle lettere e quei libri sono stati inseriti proprio perché facevano parte dello sfondo culturale in cui si muove non solo Ariosto, ma anche le persone a cui si ispira e quelle a cui dedica il suo poema. Una delle cose che mi è piaciuta molto dell’audioguida è proprio il farci notare che al giorno d’oggi noi siamo bombardati dalle immagini, al giorno d’oggi noi vediamo le fotografie che un nostro amico può aver scattato dall’altra parte del mondo, e le vediamo praticamente in tempo reale. Tutto questo può renderci più difficile da una parte capire quanto fosse permeante un certo tipo di rappresentazione grafica – per esempio, la rappresentazione del vizio della lussuria era immediatamente riconoscibile, così come lo era la rappresentazione della virtù della carità. Così come il canone di bellezza femminile era rappresentato non solo da Botticelli nei suoi dipinti, ma anche da Ariosto nelle sue opere, quando descrive ad esempio Angelica. Quello che ci troviamo di fronte nella mostra è proprio un’immersione totale nel mondo così come Ariosto lo vedeva ai suoi tempi, quando non era per nulla strano far discendere la dinastia degli Este di Ferrara da Ettore di Troia. È una mostra particolare, che secondo me è molto più apprezzabile se sfruttate l’audioguida, che è stata pensata come un lungo discorso di presentazione che vi guida da una sala all’altra, che vi spiega per quale motivo nella stessa sala ci sono cose così diverse, che vi permette di capire il legame che corre tra l’elmo antico che trovate all’inizio e la spada del re francese che trovate alla fine, il tutto in funzione dell’opera di Ariosto. I riferimenti al poema infatti sono moltissimi e ovviamente sono il punto focale della mostra, ed è proprio la sua forza: il suo essere così diversa dalle altre, così varia, così “strana” eppure così stupenda.
Non credo di essere riuscita a trasmettervi davvero la bellezza di quel percorso, però sono certa che vederlo non vi deluderà per nulla, e che anzi, se vi è possibile, questa è una mostra che non vi dovete perdere. Non è necessario conoscere l’opera di Ariosto, non è nemmeno necessario “ripassare” la trama, perché come vi dicevo sarà la mostra stessa a guidarvi. Io vi dico solo che alla fine dell’audioguida, che come vi ripeto dura circa un’ora, non di più, ero quasi triste, perché avrei voluto che ci fosse altro da vedere. Eppure già così è una mostra davvero molto ricca, sia nelle opere sia nelle riflessioni che suscita. Quello è il mondo che Ariosto vedeva quando chiudeva gli occhi, era il suo punto di riferimento e la sua fonte di ispirazione. È diverso e lontano dal mondo che vediamo oggi, dai nostri punti di riferimento e dalle nostre fonti di ispirazione, ma in questa diversità e lontananza possiamo trovare anche dei punti in comune, e scoprirli, capire il filo che lega quelle cose a quello che noi vediamo oggi, è una cosa davvero molto bella.
Vi lascio qui sotto i link relativi alla mostra, dove potrete trovare tutte le informazioni sugli orari, sulle date e sui costi. Più sotto invece, trovate il link per soggiornare a Ferrara e vi ricordo che, prenotando tramite questo link, senza spese aggiuntive, sosterrete le attività di Amazing Readers. Grazie!
Link utili
- Palazzo dei Diamanti di Ferrara
- Area Stampa, da cui potete scaricare una scheda di approfondimento che vi consiglio di leggere
- Orari e tariffe
- Soggiornare a Ferrara