I personaggi di questo libro sono diventati così famosi che a volte si usano i loro nomi, come un modo di dire, per indicare due facce opposte della stessa persona. E devo dire che la loro fama è strameritata: dietro ai nomi, e a ciò che evocano anche in chi non ha mai letto quanto scritto da Stevenson, c’è infatti un concetto forte, affascinante, interpretato in una maniera originale e accattivante.
La storia cattura fin dall’inizio: il mistero che aleggia intorno a Hyde e ai suoi rapporti con Jekyll, nonchè qualcosa di indefinito nel suo aspetto che lo rende ripugnante agli occhi di chi lo osserva, è dosato perfettamente ed è impossibile non essere incuriositi. Man mano che la storia procede, poi, la tensione rimane sempre quasi costante, a tratti crescendo appena, fino allo svelamento finale del segreto intorno all’intera vicenda. Si inizia ad avere simpatia per il dottor Jekyll, nonostante lo si veda agire poco, nel corso della storia, anche e soprattutto per l’idea di ripugnanza che aleggia intorno al signor Hyde. Chiunque lo incontri, infatti, ha una sensazione inspiegabile e indefinibile di orrore e di disgusto, e sostiene di vedere qualcosa, in Hyde, che ripugna, anche se non si capisce bene cosa sia e non viene mai spiegato: anche questo contribuisce ad accrescere il fascino di questo misterioso e crudele personaggio. L’idea poi che si viene ad avere del dottor Jekyll, anche per come viene descritto dagli altri personaggi, porta a sentire ancora di più la tragedia che lo dilania.
Il libro sfrutta alcuni stratagemmi che sono poi divenuti classici: il senso di ripugnanza dovuto all’aspetto fisico del personaggio malvagio, come se la crudeltà e l’indole cattiva possano rispecchiarsi anche nel corpo; lo sdoppiamento della personalità in due inclinazioni separate nettamente; l’idea dello scienziato che supera i limiti invalicabili posti dalla natura (in questo caso, nella mescolanza nella stessa persona di un’indole a fare sia del bene che del male) e che per questo viene punito dalla natura stessa, dato che non può poi controllare le conseguenze di ciò che ha fatto.
Non vi sto a raccontare la trama del libro, perchè penso che oramai sia così famosa, per un motivo o per l’altro, che comunque a grandi linee la si conosca. Vorrei invece porre l’accento sul modo in cui la storia è raccontata, attraverso gli occhi di personaggi esterni, due amici di Jekyll che una sera hanno una testimonianza diretta della crudeltà di Hyde: Utterson e Enfield, che decidono di vederci un po’ più chiaro in virtù dell’amicizia che li lega al dottor Jekyll. Splendida anche la parte finale del libro, affidata alla voce di Jekyll con lo stratagemma della lettera da aprire solo dopo la morte di un personaggio, in cui viene raccontata tutta la parte iniziale della vicenda di cui noi leggiamo solo il culmine, quando oramai le cose sono sfuggite al controllo umano. Anche questa lettera rappresenta un punto importante nella teoria della scissione della personalità che sta alla base del libro.
Insomma, il mio consiglio è leggerlo, in lingua originale o in traduzione, e godersi la storia vera, così com’è stata concepita, senza le mediazioni che nascono dagli adattamenti cinematografici, televisivi, o anche solo dal sentito dire. Il linguaggio, semplice, preciso, quasi scientifico, è l’ideale per la storia che racconta. E poi, oltre ad essere un classico, questo libro è anche piacevole, intrigante, ed è la base su cui si fonda un mito della letteratura. Non può mancarvi.