Credo che questo libro sia davvero bellissimo. Una pecca c’è nell’introduzione, in cui l’autore, con un artificio abbastanza diffuso (il manoscritto ritrovato e sistemato da chi scrive), cerca di dare autenticità alla storia; è troppo lunga e soprattutto l’autore si perde troppo nella descrizione della sua vita e di come ha ritrovato il manoscritto e la famosa lettera scarlatta.
Per il resto, il romanzo è avvincente e davvero ben organizzato; pervaso di un leggero alone di disperazione e allo stesso tempo di speranza, di un senso di giustizia che non è quella dei saggi puritani che condannano Hester ad indossare la lettera scarlatta sul petto. La ricostruzione dell’atmosfera, il riferirsi alle supertizioni del tempo e un leggero accenno alla caccia alle streghe sono davvero mirabili. Si sente veramente l’ipocrisia di questa società in cui Hester, l’adultera, è l’unica votata alla verità ; i saggi che fissano gli occhi sulla lettera che porta sul petto spesso sono macchiati di peccati ben peggiori del suo, le dame che ne volevano la morte alla sua uscita di prigione con la figlioletta in braccio non sono così pure, nemmeno le giovani spose a cui Hester non può ricamare il velo nuziale sono migliori dell’adultera che sopporta con coraggiosa dignità la vergogna della lettera scarlatta. E non è la vergogna a ‘purificare’ la peccatrice, ma la consapevolezza di aver sbagliato; Hester è l’emblema della verità nelle società delle apparenze, le uniche sue bugie sono fatte per amore del padre di sua figlia. E il padre di sua figlia è il suo esatto contrario: se lei porta la verità sul petto e spesso veste la figlia di un colore scarlatto, come a sottolineare la sua condanna, lui diventa la vittima di un mondo di falsità e apparenze. La sua malattia, che gli deriva dalla consapevolezza di non meritare l’adorazione che la gente gli dona, viene scambiata per una malattia da troppo studio; quando in chiesa, dal pulpito, proclama la sua colpa, le persone che ascoltano ritengono che si tratti di semplice umiltà . Se Hester diventa l’emblema della verità , lui diventa quello di una santità ipocrita, che gli pesa come un macigno sulle spalle, e lo porta spesso a portarsi una mano sul cuore. La scena più bella, a cui sembra tendere tutto il romanzo, è il discorso nella foresta tra Hester e Dimmesdale, il padre della sua piccola Pearl. Un gesto d’amore semplice, quello di Hester, il volerlo avvertire che è vittima di un imbroglio, da parte del marito di lei, che si trasforma per entrambi in un anelito alla libertà , via da quel posto in cui lei è la peccatrice e lui il santo. Il momento culminante, in cui Hester torna ad essere donna togliendosi la lettera scarlatta dal petto e sciogliendo i capelli che teneva raccolti, è commovente per la sua autenticità , in una storia in cui tutto è falso.
Leggetelo, ne vale la pena…credo che questa storia, anche se siamo lontani dagli eccessi puritani, sia emblematica di chi crede di poter giudicare, senza sapere; di chi si ferma alle apparenze, di chi non vuole vedere nè sentire nulla più di quello che *vuole* vedere e sentire. Ed è sicuramente una sana lezione su cosa sia la dignità , il coraggio, la forza.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: The scarlet letter, Nathaniel Hawthorne
Collana, editore e anno: Giunti Classics, Giunti Editore, 2001
ISBN o ISSN: 8809020790
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Film
La lettera scarlatta, 1973
La lettera scarlatta, 1995
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