Lily Bart.
Una ragazza abituata ai lussi e alle comodità, che si trova un giorno a dover cercare di sposarsi per mantenere quella sicurezza che ha sempre conosciuto; e per fare questo, spende più del necessario e si indebita con alcuni uomini, che fanno sembrare le cose diverse da quello che in realtà sono. La ragazza si trova insomma spesso in situazioni spiacevoli; e alla fine, pur di mantenere intatta la sua dignità, restituisce tutto il denaro ricevuto in prestito (mentre lei pensava fossero introiti del suo giocare in borsa), pur sapendo che questo le lascerà ben poco.
Molto importanti, in questo romanzo, sono sicuramente le "buone maniere", che vengono spesse testate in Lily e che ella possiede quanto basta per rendere la sua compagnia piacevole. Ma è anche la società delle apparenze che ci viene descritta; Lily viene messa a tacere un paio di volte da donne che si comportano peggio di lei, ma che rivoltano contro di lei fatti del tutto innocenti -facendola sembrare un’adultera- con il sorriso sulle labbra. Un esempio di quanto l’apparire sia importante lo troviamo nel comportamento della stessa Lily: all’inizio, quando esce dall’appartamento di Selden (l’uomo che ama) dopo aver preso il thè e conversato con lui, e inventa una scusa per non ammettere di non essere stata da lui con Rosendale (anche se viene scoperta); e poi tante altre piccole cose nel suo atteggiamento e nei suoi pensieri, come il non badare a quanto spende pur di non sembrare "povera".
Ed è lei stessa a sottolineare quanto sia importante per una donna sposarsi. E lei cerca di sposarsi; si aspetta proposte di matrimonio che poi vanno in fumo o vengono rivolte ad altre donne; e la rincorsa stessa che sembra aver luogo nel romanzo tra lei e Selden, in cui i due sembrano riavvicinarsi più volte e poi si allontanano di nuovo, e l’unica cosa che li unisce è una parola, che l’autrice non rivela, che aleggia alla fine sulla morte di Lily.
Tutto, insomma, sembra contro Lily ma a poco a poco il lettore capisce che è anche "colpa" di Lily se alcune accadono o non accadono; a parte l’episodio dell’eredità, che Lily non riceve perchè, probabilmente, non abbastanza ruffiana con zia Giulia ("any one who knew how to please Aunt Julia has a right to her money", dice lei stessa), la sua ingenuità nel credere nell’aiuto di un uomo nei suoi giochi in borsa; si rivela alla fine che lui non giocava affatto in borsa per lei, ma le dava del denaro suo aspettandosi qualcosa in cambio.
E poi, anche la sua incredibile incapacità di imparare dagli errori passati: già nei capitoli iniziali Lily ci appare in difficoltà economica ma non bada alle spese: anche il denaro che poi "guadagna" con la borsa viene speso ancor prima di essere percepito.
Tuttavia, non è un personaggio negativo.
Lily è anzi un personaggio la cui moralità, come intesa nel libro, è infrangibile. Non solo non ha mai fatto nulla di quello di cui è accusata (l’adulterio; l’aver accettato il denaro sapendo che non era guadagnato tramite investimenti), ma addirittura, quando riceve finalmente la scarsa eredità lasciatale da zia Giulia (che le ha preferito una ragazza più ruffiana), la utilizza per saldare tutti i suoi debiti. Anche se disdegna il lavoro e trova riprovevole, in un certo senso, lavorare per vivere (tenete conto che il libro è del 1905), ci prova. E anche i flirt con gli uomini non si spingono mai oltre al tentativo di strappare una proposta di matrimonio.
Mi rendo conto di aver parlato solo di Lily^^ Ma è il personaggio centrale del libro e attorno a cui ruota tutta la vicenda; ed è probabilmente un monito, di per sè, ai danni che le apparenze, lo status, un certo "dover avere" invece che dover essere possono provocare.