Alla menzione del Padrino il pensiero corre, immediato, al maestoso affresco cinematografico d’una famiglia mafiosa italoamericana attraverso le sue generazioni – dal paterfamilias ai suoi figli (e nipoti), tra guerre interfamiliari e lotte intestine – realizzato da Francis Ford Coppola; e a quei personaggi memorabili, oramai parte della cultura pop, portati a vita sul grande schermo da Marlon Brando, Al Pacino e Robert De Niro—solo per citare i protagonisti. Gli appassionati “puristiâ€, magari, discuteranno dei pregi della Part I, dell’irraggiungibilità della Part II e si volteranno dall’altra parte nell’udir parlare della Part III.
E magari, in calce a questo, si fermeranno a considerare quanto in effetti – raro caso nella frequentissima commistione delle due arti – sia centrato e riuscito l’adattamento di quel romanzo che, sin dalla sua uscita nel 1969, è stato in America un bestseller.
È chiaro: riportare un volume di cinquecento pagine in un singolo film, quand’anche di tre ore, è un’impresa sproporzionata. E infatti diverse sottotrame (o riflessioni a latere), che pure son parti essenziali del libro – e se anche non ne supportano la trama principale, tuttavia dipingono con efficacia un sottobosco di personaggi e ambienti ugualmente degni di ricordo – sono eliminate senza dubbio alcuno. Quello che resta, scevro anche dei fronzoli più folcloristici, è un film (a onor del vero, un film e mezzo: poiché la gioventù di Vito Corleone, così magistralmente intersecata all’ascesa di suo figlio Michael nella Part II, deriva direttamente dal libro) intenso, crudo e brutale, spietato e avvincente così come è il romanzo da cui ha avuto origine. Parte del successo risiede, probabilmente, anche nella collaborazione a tempo pieno di Puzo con il regista per la realizzazione della sceneggiatura.
Alla sua pubblicazione, dunque, The Godfather si impose immediatamente sia alla critica che al pubblico proprio per la sua selvaggia rappresentazione della malavita organizzata italoamericana nella città di New York (naturalmente con tentacoli ovunque, negli Stati Uniti e fuori). Una narrazione ricca in suspense; e personaggi che, sin dal loro primo apparire, restano impressi nella memoria con la forza eguale del terrore e della fascinazione. Gli uomini che circondano Don Corleone adottano un codice di vita che non coincide colla morale sociale e lo rispettano fino alla morte—volenti o nolenti. Se talora i pesci piccoli agiscono unicamente quando inviati dai loro diretti superiori (e lo fanno con modalità che definire animali reca offesa a tutte le altre specie viventi), d’altro canto questi diretti superiori, che non si sporcano (quasi) mai le mani, danno sfoggio in moltissime occasioni di straordinaria intelligenza, sottigliezza e, soprattutto, di una logica affilata. È questo uno dei contrasti che concorrono a renderli affascinanti: The Godfather da questo punto di vista è un bengodi per chi, di solito, nei romanzi tifa per i cattivi.
L’intreccio si dipana, nella migliore arte affabulatoria, in un modo che impedisce letteralmente di staccare il naso dalla pagina, ed è condotta con il linguaggio ruvido ed esplicito dei suoi protagonisti. È d’obbligo, se possibile, la lettura in inglese: proprio per non perderne lo stile grezzo e le occasionali storpiature d’italiano americanizzato.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: The Godfather, Mario Puzo
Collana, editore e anno: Signet Book, 1983
ISBN o ISSN: 9780451167712
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Film
The Godfather (1972)
The Godfather: Part II (1974)
The Godfather: A Novel for Television (1977) (TV)
The Godfather: Part III (1990)
Link di approfondimento
Pagina di Wikipedia su Mario Puzo in inglese e in italiano
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The Godfather Trilogy
La mappa letteraria di Mario Puzo su Gnod