Ossessione è stato ritirato dalla stampa, con il consenso dell’autore, in seguito ad alcuni dei massacri avvenuti nei college statunitensi negli anni passati. Eppure, leggendo il romanzo, troviamo solo in parte nei personaggi le reazioni che ci aspetteremmo dalle vittime in un frangente simile: paura, panico, smarrimento, certo, non mancano, ma quando il protagonista Charlie Decker spara alla professoressa di matematica e prende in ostaggio la sua classe, la reazione principale è la calma, addirittura la partecipazione. Le reazioni sconvolte sono tutte fuori, del preside, dello psicologo scolastico, del capo della polizia: uno alla volta, e più volte, tutte queste figure "istituzionali" si mettono in contatto con Charlie tramite l’interfono che collega gli uffici alle aule, ma vengono sempre sconfitti nello scontro dialettico, e la loro autorità fatta a pezzi. Non che Charlie sia un geniale oratore, anche se l’intelligenza non gli manca: semplicemente è in una posizione di forza, non ucciderà i suoi compagni ma tutti credono che sia capace di farlo, e puntando su questo prende in mano il gioco. Questa è una espressione che ricorre spesso, prendere in mano il gioco: Charlie lo ammette candidamente, è "andato fuori di matto", ma il gesto folle si configura come una lucidissima rivolta contro il sistema.
La cosa veramente geniale del romanzo è che a questa rivolta aderiscono gli studenti ostaggi, anche quelli che inizialmente erano più spaventati e che poi, con sempre maggior convinzione, partecipano alla informale terapia di gruppo cui Charlie li sottopone, e in cui uno alla volta esprimono il loro disgusto verso i genitori, verso i pregiudizi, verso certe convenzioni sociali. Ossessione diventa il resoconto di uno scontro giovani contro adulti (da ricordare che King aveva 19 anni quando iniziò a scrivere questo romando – il suo primo romanzo). Non che tutti gli studenti siano così compatti a favore di Charlie. Uno in particolare, Ted Jones, cerca sino all’ultimo di bloccarlo, rifiuta di partecipare a ciò che sta accadendo, si chiude totalmente. Incredibilmente, sarà lui, tra tutti, ad uscirne peggio, vittima della rabbia non di Charlie ma di tutta la classe. Ted Jones è il classico bravo ragazzo, ma in uno degli ultimi capitoli – uno dei più duri che abbia mai letto – vengono scoperti tutti i suoi altarini. Direi quasi che è una figura allegorica: è l’unico ragazzo ad essere completamente integrato nel sistema, e quindi a rifiutare la minima empatia con Charlie, e proprio per questa sua integrazione è il più ipocrita, dai mille difetti e vizi che cerca sino all’ultimo di nascondere, al contrario degli altri che, prima esitanti e poi convinti, non si vergognano ad aprirsi di fronte a tutti.
Una critica antisistema, dunque. Ma Ossessione non è solo questo, è anche un romanzo breve di qualità, in cui King già dimostra le sue potenzialità. La narrazione è in prima persona, per bocca del protagonista Charlie, ma più volte le sue frasi riescono a sviare il lettore, a fargli supporre determinati sviluppi che non avverranno mai. Non inganna mai, sia chiaro: anche i colpi di scena risultano del tutto logici, a rileggerli. Per questo è un’opera da leggere, ma con una raccomandazione: se siete ultrarazionali e amanti dell’ordine, questo libro vi turberà profondamente, quindi evitatelo. Altrimenti, cercatelo in biblioteca.
Sai che non ho mai letto un libro di Stephen king??
Meraviglioso, questo è un libro che per quel che ricordo (letto 18 anni fa) mi colpì tantissimo, tipo una staffilata, ma non so se sono riuscita a rendere l’idea, un Bachman d’annata! A presto, gb
Bellissima la tua analisi di questo capolavoro del Re.
Ho letto tutti i romanzi di King e questo, come tutti quelli originamente firmati con lo pesudonimo di Bachman, a mio avviso è tra i più interessanti.