Le notti di Salem è il secondo romanzo di Stephen King. Non è tra i suoi più famosi, ma è comunque un’opera impeccabile, e contiene molti degli elementi che saranno caratteristici del re dell’horror. Rispetto al primo romanzo, Carrie, è meno sperimentale nella forma, ma come quello riprende e rivisita argomenti già ampiamente utilizzati nella narrativa. Se in Carrie al centro della storia c’era la telecinesi, nelle Notti di Salem il tema principale è il vampirismo.
La trama è semplice: lo scrittore Ben Mears si reca a Jerusalem’s Lot, tranquilla cittadina del Maine dove già aveva vissuto per un periodo in giovinezza, per scrivere un romanzo. La scelta del luogo è dovuta al fatto che l’argomento del romanzo è Casa Marsten, una magione che domina dall’alto il paesino e in cui Mears vede una concentrazione di forze maligne (da ricordare che proprio in Casa Marsten lo scrittore ebbe un trauma da giovane). Proprio in coincidenza del suo arrivo in città, altri due forestieri giungono e comprano Casa Marsten ed un vecchio negozio, con la motivazione ufficiale di voler aprire un negozio di antiquariato. Dei due forestieri uno, Barlow, non appare mai in paese. Quasi contemporaneamente ai nuovi arrivati, a Salem’s Lot iniziano ad avvenire strani eventi: un cane viene crocifisso, due bambini scompaiono… nel giro di pochi giorni gli avvenimenti misteriosi e via via più sanguinosi aumentano, seminando lo scompiglio tra gli abitanti. Mears ed alcuni suoi amici si rendono conto prima degli altri che gli avvenimenti mostrano le tracce inequivocabili delle attività dei vampiri, anche se inizialmente nessun altro ci crede. Il romanzo è soprattutto la storia del tentativo di uccidere Barlow, il vampiro che ha dato il via agli avvenimenti, ma che si dimostra astuto al punto da rintuzzare ogni attacco…
Non racconto il finale, sia per non rovinare la sorpresa agli eventuali lettori sia perché non è la cosa più importante. Nelle Notti di Salem l’elemento più angosciante è il degrado inesorabile. La città attaccata dai vampiri e condannata dall’incapacità a credere nel soprannaturale muore collassando su sé stessa, e la descrizione che King dà di questo collasso è terribilmente vivida. Il talento dell’autore, che già si dimostrava in questi primi romanzi, è dimostrato dal fatto che la scena più terrificante in assoluto non è uno dei tanti assalti sanguinosi che costellano l’opera, ma lo scontro tra il vampiro Barlow e il prete cattolico Callahan, sconfitto dalla sua mancanza di fede. Callahan non muore, ma la descrizione della sua sconfitta è peggio di qualsiasi immagine di tortura.
Per chi ha già letto le opere del King più maturo forse Le notti di Salem risulterà un romanzo pleonastico, che non aggiunge nulla. Ma preso in sé merita, è un gioiello della narrativa.
La trama è semplice: lo scrittore Ben Mears si reca a Jerusalem’s Lot, tranquilla cittadina del Maine dove già aveva vissuto per un periodo in giovinezza, per scrivere un romanzo. La scelta del luogo è dovuta al fatto che l’argomento del romanzo è Casa Marsten, una magione che domina dall’alto il paesino e in cui Mears vede una concentrazione di forze maligne (da ricordare che proprio in Casa Marsten lo scrittore ebbe un trauma da giovane). Proprio in coincidenza del suo arrivo in città, altri due forestieri giungono e comprano Casa Marsten ed un vecchio negozio, con la motivazione ufficiale di voler aprire un negozio di antiquariato. Dei due forestieri uno, Barlow, non appare mai in paese. Quasi contemporaneamente ai nuovi arrivati, a Salem’s Lot iniziano ad avvenire strani eventi: un cane viene crocifisso, due bambini scompaiono… nel giro di pochi giorni gli avvenimenti misteriosi e via via più sanguinosi aumentano, seminando lo scompiglio tra gli abitanti. Mears ed alcuni suoi amici si rendono conto prima degli altri che gli avvenimenti mostrano le tracce inequivocabili delle attività dei vampiri, anche se inizialmente nessun altro ci crede. Il romanzo è soprattutto la storia del tentativo di uccidere Barlow, il vampiro che ha dato il via agli avvenimenti, ma che si dimostra astuto al punto da rintuzzare ogni attacco…
Non racconto il finale, sia per non rovinare la sorpresa agli eventuali lettori sia perché non è la cosa più importante. Nelle Notti di Salem l’elemento più angosciante è il degrado inesorabile. La città attaccata dai vampiri e condannata dall’incapacità a credere nel soprannaturale muore collassando su sé stessa, e la descrizione che King dà di questo collasso è terribilmente vivida. Il talento dell’autore, che già si dimostrava in questi primi romanzi, è dimostrato dal fatto che la scena più terrificante in assoluto non è uno dei tanti assalti sanguinosi che costellano l’opera, ma lo scontro tra il vampiro Barlow e il prete cattolico Callahan, sconfitto dalla sua mancanza di fede. Callahan non muore, ma la descrizione della sua sconfitta è peggio di qualsiasi immagine di tortura.
Per chi ha già letto le opere del King più maturo forse Le notti di Salem risulterà un romanzo pleonastico, che non aggiunge nulla. Ma preso in sé merita, è un gioiello della narrativa.
Ho già sentito parlare di questo libro… più che altro Salem è un nome che mi risulta familiare… e non mi rifersico al gatto di Sabrina!!!
ho appena finito di leggere questo libro…è il primo romanzo di stephen king che leggo e lo ritengo un gioello della narrativa! Pochi libri mi hanno coinvolto così tanto…un raconto talmente realistico da portarti a guardare fuori dalla finestra prima di addormentarsi 🙂