Dalla sua prima uscita in Italia, nel novembre 2007, Uomini che odiano le donne ha scalato ogni classifica guadagnandosi ristampe su ristampe ed un posto fisso in qualunque bestseller list mettesse piede—così come era già avvenuto all’estero, con un favore che dura ormai da diversi anni. Primo volume della cosiddetta Millennium Trilogy, il suo successo è stato talmente trascinante da creare un seguito di culto e aprire la via al giallo scandinavo, onda che in Italia l’editore, Marsilio, sembra cavalcare con gusto.
Non è difficile intuire il perché di tanto apprezzamento: Uomini che odiano le donne è un buon giallo, la cui inchiesta principale (l’indagine riguardante una ragazza scomparsa quasi quarant’anni prima) viene ben gestita, generando perciò l’inevitabile necessità , nel lettore, di proseguire per sapere come va a finire; lo stile è molto lineare e di facile lettura, con un narratore pressoché invisibile dietro al dipanarsi della storia (che prende i punti di vista ora di Mikael Kalle Blomkvist, il giornalista protagonista incaricato dell’inchiesta, ora di Lisbeth Salander, l’eroina, funzionalmente comprimaria ma di fatto il vero breakout character del romanzo); e il nucleo tematico primario (la violenza sulle donne), fortemente anticipato dal titolo, tocca senz’altro un nervo scoperto in qualunque società e particolarmente in quelle occidentali dove alla questione si cerca di dare il dovuto peso. Risulta, nei fatti, quel genere di libro che una volta preso in mano vien difficile posare, se non dopo aver voltato l’ultima pagina—il genere di storia per cui si è disposti a perdere ore di sonno.
La qualità più interessante di questo romanzo, però, è la sua capacità di generare e mantenere alto l’interesse anche quando, durante la lettura stessa, ci si rende conto che alcuni passaggi paiono di troppo e certe sottotrame ininfluenti. Se è vero che alcune di queste troveranno uno sbocco nei due successivi volumi della trilogia, probabilmente su quasi 700 pagine una riduzione del 40% avrebbe giovato. L’implicazione peggiore di questa lunghezza è che l’inchiesta principale si chiude a cento pagine dalla fine, lasciando una coda molto prolissa dove tirare le fila di dette sottotrame.
(Come nota a latere, il modo stesso in cui l’inchiesta si conclude lascia dubitabondi, ma in questo caso si tratta di propensione individuale alla sospensione dell’incredulità —oppure alla permalosità ).
A fronte di ciò, bisogna riconoscere il fascino – per nulla discreto, anzi tecnologicamente selvaggio – di Lisbeth Salander. La sua prima apparizione avviene sotto una luce mediocre, ma già si intuisce – un po’ perché lo si presagisce dal testo, un po’ perché a forza di sentirne parlare lo si sa – che c’è molto di più di quanto non appaia. Memorabile l’incontro con Kalle Blomkvist, ed interessante seguire le loro interazioni anche se, sul finale, la cosa prende una piega piuttosto scontata.
È possibile che gran parte di queste pecche siano purtroppo da imputare alla prematura scomparsa dell’autore (avvenuta nel 2004 a trilogia appena completata): pur rimanendo un romanzo godibile, l’impressione complessiva è che sia mancato un editing che andasse a operare significativamente sui punti meno riusciti. Malgrado ciò, resta il fatto che è riuscito a conquistare milioni di lettori in tutto il mondo, guadagnandosi il plauso di premi letterari, classifiche di vendita e critici. Potenza del passaparola.
Giudizi
Trama:Rating: Personaggi:Rating: Stile:Rating: Generale:Overall Rating:
Info utili
Titolo e autore originale: Män som hatar kvinnor, Stieg Larsson Titolo e traduttore italiano: Uomini che odiano le donne, Carmen Giorgetti Cima Collana, editore e anno: Farfalle, Marsilio, 2007 ISBN o ISSN: 9788831793322 Prezzo (in media): € 21,50
Acquista ora
Acquista su Amazon
Film
Uomini che odiano le donne (2009)
Millennium (TV Miniseries) (2010)
The Girl with the Dragon Tattoo (in produzione, uscita prevista per il 2011)
Link di approfondimento
La pagina dedicata a Uomini che odiano le donne sulla Wikipedia italiana e inglese
[table id=22 /]