Devo dire che se Spettri avesse mantenuto l’atmosfera da storia di fantasmi che prometteva di essere all’inizio, la lettura sarebbe stata molto più piacevole; l’autore ha, secondo me, una buona capacità di rendere l’atmosfera spettrale e sinistra, anche se fa spesso ricorso a dei luoghi comuni (ad esempio temporali, lampi e tuoni). Il problema però inizia quando intorno a questa storia iniziale di fantasmi – che peraltro ho apprezzato molto – ne vengono create altre, in un unico intreccio che nasconde un mistero che sinceramente non è chissà quanto originale (credo che ci siano più libri in cui si tira in qualche modo in mezzo il Santo Graal di quanto se ne abbia bisogno). La trama insomma lascia un po’ a desiderare; certo, capire quello che unisce le varie storie di fantasmi e perché è simpatico, e può andar bene per una lettura superficiale, ma sinceramente non basta a tenere in piedi tutto in maniera un po’ diversa dai soliti romanzi di questo tipo.
Ho trovato però abbastanza interessante non tanto il contenuto, ma il modo in cui l’autore ha unito i vari racconti e il trittico di Rhinehart, una serie di tre dipinti che viene nominata spesso, nel romanzo, e che è composta da tre pannelli su cui sono dipinti la madonna, il bambin Gesù e i magi in adorazione. Anche qui però c’è qualcosa che non torna del tutto; all’inizio del romanzo, infatti, compare un personaggio a mettere in guardia una dei protagonisti, Sophia, e si defiisce in un certo modo… peccato però che poi questo gruppo non venga più nominato nemmeno per sbaglio, e quindi si rimane con il dubbio: questo gruppo ha un ruolo o serviva solo all’autore che poi se n’è scordato perché la sua utilità finiva lì?
Mi sono piaciuti i protagonisti. Richard e Sophia un po’ meno, e la loro storia è a tratti un po’ troppo scontata per essere davvero interessante (insomma, l’uomo che sblocca sessualmente la ragazza traumatizzata oramai è un po’ ridondante), mentre Harper e Bernard sono molto particolari e a tratti divertenti, e mi sono piaciuti molto, anche perché fino a metà libro non avevo capito chi era davvero Harper e quale fosse il suo rapporto con Bernard.
Lo stile dell’autore a volte non aiuta; ho notato che ha una tendenza ad accoppiare spesso le stesse parole, per cui la luna, ad esempio, è sempre gibbosa, e ogni volta che si incontra un determinato personaggio l’autore ci ricorda che ha gli occhi porcini – e dato che compare spesso dopo un po’ questa cosa stufa. Ti viene a pensare che non sei scemo e avevi capito già alla prima volta. Aggiungiamo a questo una trama che, sinceramente, non è delle più originali, per quanto l’autore sia riuscito bene a legare tra loro i vari fili, e due personaggi che da soli non riescono a tenere in piedi tutto il romanzo.
In definitiva adattissimo a chi cerca una lettura poco impegnativa, ma penso che stuferebbe anche queste persone.
Giudizi
Trama:Rating: Personaggi:Rating: Stile:Rating: Generale:Overall Rating:
Info utili
Titolo e autore originale: The uncanny, Andrew Klavan Titolo e traduttore italiano: Spettri, Maria Cristina Pietri Collana, editore e anno: Teadue, Tea 2000 ISBN o ISSN: 9788878187719 Prezzo (in media): € 8,26