La donna che vestiva di rosso è un romanzo a mio avviso ben congegnato: ci sono svariati personaggi, le cui storie si intrecciano intorno all’omicidio di Santo Kerne, ma rimanendo misteriose fino al momento giusto, lasciando il lettore a cercare di capire chi potesse voler morto questo ragazzo. Ragazzo che noi non conosciamo mai direttamente: il romanzo si apre subito con il ritrovamento del cadavere da parte di una specie di vagabondo di cui non conosceremo la vera identità fino a pagina 45. E praticamente subito i vari personaggi coinvolti mentono, omettono, non specificano, e questo rende tutti dei possibili sospettati anche agli occhi del lettore.
Anche i personaggi mi sono piaciuti molto: primi fra tutti Thomas, Bea e Barbara, le persone che indagano, a vario titolo, sull’omicidio, e che seguono diversi filoni che sembrano inizialmente distinti tra loro, fino a quando si riassumono nella ‘sceneggiata’ finale in cui l’assassino viene scoperto. Devo dire che fino ad un certo punto ero piuttosto confusa su chi potesse aver ucciso Santo; in effetti, quasi tutti i sospettati potevano averlo fatto, per un motivo o per l’altro, e non credo che si sia mai parlato di alibi, nel romanzo, per cui era possibile che ciascuno di loro fosse l’assassino. E francamente, fino a buona parte del romanzo ho pensato che Thomas indagasse in una direzione per evitare di doverlo fare su Dairdre, la primissima persona ad aver mentito su Santo Kerne. Mistero azzeccatissimo anche questo, perché dura più a lungo degli altri segreti degli altri personaggi, e rende quindi Dairdre un personaggio complesso e ancora più sospettabile, soprattutto perché ci sono varie cose su di lei che non tornano. Quando però Thomas richiede un determinato esame su una fotografia, basta pochissimo per mettere insieme i pezzi e capire chi ha ucciso Santo – e a quel punto, anche perché.
La parte del thriller, pur essendo preponderante, non mette comunque in ombra le storie dei singoli personaggi. Da una parte abbiamo quasi la comicità della vita di Bea, separata con un figlio adolescente che preme perché suo padre e sua madre tornino insieme; dall’altra la drammaticità della situazione della famiglia Kerne, tra presente e passato, e la figura enigmatica della madre di Santo, una donna che nei suoi ‘brutti periodi’ si veste di rosso e trova qualcuno da sedurre, poco importa chi, anche se si tratta di un ragazzino,ode fidanzato della figlia.
Il dipanarsi dei vai segreti che i personaggi custodiscono, per un motivo o per l’altro, è ciò che permette all’indagine di Bea di avanzare, insieme a quella del lettore, che si trova di fronte un bel colpo di scena se non capisce chi è l’assassino (cosa che però, ripeto, non è difficilissimo fare). I personaggi sono ben caratterizzati, anche i minori, e lo stile fluido e scorrevole rende il romanzo una lettura davvero piacevole. Quasi 570 pagine che non smettono di stupire il lettore e in cui, secondo me, segreti e misteri vengono risolti in maniera brillante e per nulla banale.
Una lettura consigliata, insomma, soprattutto a chi ama i thriller che non tengono troppo con il fiato sospeso ma che sanno comunque coinvolgere il lettore.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: Careless in red, Elizabeth George Titolo e traduttore italiano: La donna che vestiva di rosso, Maria Cristina Pietri Collana, editore e anno: La Gaja Scienza, Longanesi, 2009 ISBN o ISSN: 9788830423985 Prezzo (in media): € 18,60