È sera tarda, e Salvo Montalbano rientra in casa stanco per la giornata. Vorrebbe rilassarsi con una nuotata, ma il mare grosso non glielo permette: e allora si trova costretto a ripiegare su un libro. Non ha ancora deciso quale, quando riceve una telefonata da “Orazio Genco, quasi settantenne ladro di caseâ€.
Inizia così il primo dei venti racconti di questa raccolta, pubblicata per la prima volta nel 1999. Vi troviamo protagonisti d’ogni risma, delitti talora cruenti ma anche spaccati di piccola società che fanno affiorare un sorriso benevolo alle labbra. Si tratta di storie piuttosto brevi, la cui risoluzione arriva dopo una decina di pagine pressappoco: e che tuttavia sanno tratteggiare di volta in volta personaggi o situazioni con estrema efficacia. Il commissario Montalbano è più un uomo di pancia e di intuito per le persone, che non il tipo del detective razionale, serioso e logico: quasi una specie di Maigret alla sicula, come lui non disdegna peraltro i piaceri della buona tavola – sarà casuale la scelta proprio di quel racconto per intitolare la raccolta? – e della vita in generale. Ugualmente, l’interesse dei racconti, al di là del mistero criminoso da risolvere (che costituisce poi l’amo cui il lettore viene agganciato per cominciare), è negli schizzi umani e sociali che regalano in quel loro impasto linguistico, metà dialetto metà italiano, che è marchio di fabbrica delle storie di Montalbano.
Può essere quasi ostica la lingua per un non siciliano: ma solo fino alla seconda o terza pagina, perché laddove magari non arriva la grammatica, l’istinto presto supplisce, come quando, in vacanza all’estero in un paese di lingua romanza, dopo uno o due giorni si comincia a comprendere all’incirca quel che gli autoctoni vogliono dirci. Si comincia allora a entrare in un mondo paradossalmente tanto familiare quanto distante, dove i crimini non sono più che un pretesto e il vero protagonista è lo sfondo, la scenografia.
Certo, tra venti, non tutti i racconti risultano della stessa fattura e dunque alcuni paiono meno riusciti di altri (per menzionarne uno, il tentativo epistolare di “‘Salvo amato…’ ‘Livia mia…’†si rivela in fin dei conti noioso); ma accanto ad essi si trovano ottimi espedienti di metanarrativa (“Montalbano si rifiutaâ€), citazioni (“Sostiene Pessoaâ€) ed autentiche perline quali “Catarella risolve un caso†(un riconoscimento al più zelante degli assistenti del commissario!), “Referendum popolare†e il menzionato racconto d’apertura, “La prova generaleâ€. Nel complesso, benché si tratti di racconti gialli slegati (senza, cioè, una trama unica a dipanarsi in crescendo, come sarebbe in un romanzo), sono talmente accattivanti che si comincia a leggere il primo, e si arriva in fondo al libro prima ancora di accorgersene—avendoli però ben gustati tutti, uno per uno.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: Gli arancini di Montalbano, Andrea Camilleri
Collana, editore e anno: Mondadori, Omnibus, 1999
ISBN o ISSN: 9788804469728
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Film
Il commissario Montalbano (serie) (1999)
Link di approfondimento
- La pagina dedicata a Gli arancini di Montalbano sulla Wikipedia italiana
- La pagina dedicata a Salvo Montalbano sulla Wikipedia italiana
- Sulle tracce di Montalbano
- Il commissario Montalbano – RAI