In 120 misere paginette Robert Reed si prefigge due cose: raccontare la storia di una ragazzina e della sua crescita e affrescare una società fantascientifica, ma non troppo.
La premessa è tanto semplice quanto geniale: nel passato, sulla Terra, sono stati sviluppati dei congegni, i cosiddetti Ripper, che consentono di infrangere la barriera dello spazio-tempo e che permettono ti trasferire cose e persone in luoghi lontanissimi. Purtroppo, data la mole di variabili complesse che il calcolo della destinazione porta con sé, tali passaggi sono utilizzabili una ed una sola volta.
Un giorno, prima dell’inizio del romanzo, un uomo fa transitare attraverso un Ripper se stesso e un ignaro collegio femminile, dando origine ad uno spin-off (concedetemi il termine preso in prestito dalla televisione) della razza umana. Questa sotto-razza sviluppa tutta la sua cultura a partire da questo “rapimento” che diventa evento centrale di una vera e propria religione.
Ma quale religione può fondarsi sul rapimento (e presumibilmente sul conseguente stupro) di ragazzine?
Kayla vive in una società patriarcale che ha come fine la colonizzazione di nuovi mondi e la propagazione della razza umana nello spazio. Per fare questo periodicamente un uomo, chiamato col titolo di Padre, parte con una o più donne e tutti i viveri che può portarsi dietro verso un mondo sconosciuto.
Sandor e Kayla sono fratello e sorella ma, quando Kayla viene scelta da un uomo per essere portata via contro la sua volontà , Sandor fa una cosa inconcepibile per quella cultura: la difende.
Il romanzo, come dicevo, offre uno spaccato molto interessante di una società ipotetica che mitizza e reinterpreta un evento tutt’altro che positivo (il rapimento), poi in questo spaccato ambienta la storia, piccola e discreta, di due fratelli che cercano di crescere in questa società .
Scritto con uno stile fluido e leggero, il romanzo avvicenda le due narrazioni con capitoli di flashback alternati a capitoli “normali” e, nel complesso, riesce meglio in quelli più smaccatamente fantascientifici. La società in questione è infatti interessante e ricca di spunti, mentre la storia di Kala e Sandor pecca di poca forza narrativa e di poco approfondimento. Sembra quasi che l’autore abbia avuto un idea e poi abbia cercato una storiella per dare qualcosa da leggere al lettore mentre racconta quello che davvero gli interessa.
Nel complesso però il senso di fastidio per questa scelta è limitato e circoscritto; mediato senza dubbio del risultato complessivo che, pur nella sua brevità , rimane una lettura piacevole e intrigante.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: A billion of Eves, Robert Reed Titolo e traduttore italiano: Un miliardo di donne come Eva, Roberto Chiavini Collana, editore e anno: Odissea Fantascienza, DelosBooks, 2008 ISBN o ISSN: 9788895724003 Prezzo (in media): € 9,00