“I ‘Canti di Hyperion’ trattava dell’irriflessiva hubris di una razza che osava assassinare il mondo natio per semplice menefreghismo e che poi portava fra le stelle questa pericolosa arroganza, solo per incorrere nell’ira di un dio che l’umanità aveva aiutato a generare.”
***Il commento può contenere spoiler!***
Queste parole, pronunciate da Martin Sileno all’interno del libro, riassumono degnamente il contenuto di “Hyperion”, primo romanzo della tetralogia fantascientifica “I Canti di Hyperion”, ad opera dello scrittore statunitense Dan Simmons.
Nel volume inaugurale della saga, che pare effettivamente una grande introduzione al suo successore (“La caduta di Hyperion”), si snodano le vicende di una civiltà in decadenza, dominata dall’Intelligenza Artificiale e minacciata da una guerra galattica che vedrà l’Egemonia (abnorme alleanza interplanetaria) scontrarsi contro i barbari Ouster. Per sventare tale pericolo e investigare sull’apertura delle Tombe del Tempo – arcani monumenti innescatori di anomalie temporali – sette pellegrini vengono mandati in missione sul misterioso pianeta Hyperion, primo obiettivo della flotta spaziale nemica.
Il racconto consta di una serie di micro storie che narrano le vite dei sette prescelti, il loro legame con il pianeta e con lo Shrike: la divinità sanguinaria che lo abita. Storie per lo più drammatiche nelle quali però si mischiano in maniera fluida molti generi (poesia, tragedia, giallo, avventura, azione, horror, suspence, romanticismo) e dove vengono trattate le tematiche più svariate (filosofiche, teologiche, sociologiche, ecologiche, scientifiche) in maniera tutt’altro che superficiale.
Conosciamo le stupefacenti scoperte di un gesuita su Hyperion ed il suo rapporto con padre Hoyt; le battaglie che hanno costruito la fama del colonnello Kassad ed i suoi incontri con l’enigmatica Moneta; la commovente vicenda di Sol Weintraub e Rachel, padre disperato nel tentativo di salvare la figlia infetta da un terribile morbo (contratto nelle Tombe del Tempo), che la porta a ringiovanire e perdere la memoria in maniera irreversibile; la folle esistenza del sardonico poeta Martin Sileno, superstite della vecchia Terra andata distrutta; le investigazioni di Brawne Lamia ingaggiata dal cìbrido John Keats (si come il poeta, anzi riproduzione del poeta) e l’evolvere della loro relazione ed infine le rivoltose imprese della famiglia del Console per salvare il bucolico pianeta Patto-Maui.
Si tesse, attraverso le vicissitudini dei sette personaggi, il filo di una trama in realtà molto più complessa che si svilupperà  pienamente soltanto nel seguito.
Ricco di geniali invenzioni futuristiche, rimandi alla letteratura (in particolare il riferimento alla poesia di John Keats è massiccio, basti considerare il titolo, le citazioni all’interno del testo e l’inserzione del personaggio suo replicante), colpi di scena e pathos, “Hyperion” merita di sicuro la fama che ha ottenuto negli anni. Il romanzo è davvero a tutto tondo, come solidissima la caratterizzazione dei personaggi; altrettanto buone sono le scelte narrative e l’ispirazione nella trama che, se da una parte si rifà alla tradizione fantascientifica, dall’altra la rinnova e la vivifica arricchendola con la brillante contaminazione di altri generi, partendo dalla mitologia passando per l’horror fino a solcare i confini del sentimentale. A dirla tutta, il libro pecca di una certa lentezza, ma superato lo scoglio delle prime cento pagine (necessarie, inoltre, per ambientarsi nel mondo iper-tecnologico creato da Simmons) le vicende assorbono progressivamente il lettore fino a lasciarlo senza fiato, con il desiderio irresistibile, nel finale, di passare al secondo libro della saga per scoprire in che modo andranno a combaciare tutti i tasselli sparsi dall’autore nel primo episodio.
I Canti di Hyperion:
– Hyperion
– La Caduta di Hyperion
– Endymion
– Il Risveglio di Endymion