Diary è diverso rispetto ad altri libri di Palahniuk, come Invisible Monsters e Fight Club, più complesso e completo. Sia l’ambientazione che la descrizione dei personaggi sono molto più approfondite e rivestono il ruolo principale nella comprensione della trama: è l’isola su cui si svolgono le vicende, Waytandsea, la vera protagonista del romanzo. Anche l’atmosfera in cui si svolgono le vicende non è quella un po’ splatter e orrifica cui l’autore ci ha abituato in altri casi, è anzi quasi sognante e tranquilla. Proprio per questo l’accelerazione nella narrazione degli ultimi capitoli e il finale risultano ancora più scioccanti.
La forza di questo romanzo sta anche nelle riflessioni che suscita in tutti noi turisti dell’estate sul modo in cui trattiamo i luoghi di villeggiatura, nonché sul convivere in noi di sentimenti contrastanti e non per questo meno autentici:
Misty continuava a voltarsi indietro per accertarsi che nessuno stesse guardando. Che nessuno vedesse la parte più stereotipata e sincera di lei dipinta ad acquerello.
Lo stile è molto particolare, questo sì tipico di Palahniuk; la narrazione viene svolta in forma diaristica: è il diario di una donna al marito in coma. Come tale, comincia in prima persona ma, man mano che la narrazione procede e gli eventi prendono il sopravvento, nella vita della protagonista e nell’interesse del lettore, la narratrice del diario si trasforma in una narratrice globale del romanzo e prende il sopravvento la terza persona. Non mancano aforismi amari che però colpiscono molto:
Dimenticare il dolore è difficilissima, ma ricordare la dolcezza lo è ancor di più.
La felicità non lascia cicatrici da mostrare. Dalla quiete impariamo molto poco.
L’immortalità artigianale di Misty.
Si tratta quindi di una di quelle letture che ti coinvolgono, che riesci a finire in un giorno e che anzi vuoi finire in un giorno per non staccarti dal libro. Una nota però: il finale si intuisce già prima degli ultimi capitoli.
In definitiva, consigliatissimo a chiunque ami questo genere e questo autore o voglia passare un po’ di tempo in compagnia di una lettura originale.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: Diary, Chuck Palahniuk
Titolo e traduttore italiano: Diary, Matteo Colombo
Collana, editore e anno: Piccola biblioteca oscar, Mondadori, 2008
ISBN o ISSN: 9788804577300
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Le pagine dedicate all’autore sulla Wikipedia italiana e inglese
Le pagine dedicate al libro sulla Wikipedia italiana e inglese
Sito ufficiale dell’autore (in inglese)
Sito italiano dedicato all’autore
La mappa letteraria di Chuck Palahniuk su Gnod