Recensione postata da pulce sul vecchio blog
Il mondo visto dal sottosuolo appare con una chiarezza cruda e disarmante, e la descrizione è sempre attuale. Da un lato ci sono gli “uomini d’azione”, quelli che pascolano beati davanti al muro dell’impossibile, quelli che non hanno dubbi e in verità non comprendono niente; assieme a loro ci sono gli uomini del “due per due quattro”, i cosiddetti amici dell’umanità, i fantasmi del Positivismo e delle ideologie razionaliste, con la loro presunzione di sapere per certo che cosa è meglio per l’uomo… e che non vedono come per l’uomo sia spesso tanto più importante affermare semplicemente la propria volontà, piuttosto che cercare un vantaggio, foss’anche per fare la cosa più stupida e autolesionista del mondo. L’umanità impazzirebbe di proposito, piuttosto che farsi incastrare nella tabellina di ciò che è razionalmente meglio per lei. Dall’altra parte (in quanto per principio vi si colloca neanche fosse in esilio) c’è l’uomo del sottosuolo. Alienato, incapace di avere rapporti umani che esulino dalla logica di aggressione-sottomissione, assolutamente privo di qualsiasi forza morale, prigioniero irrimediabile del cerchio gelido gesto plateale-vergogna-ossessione-nuova assurdità, incastrato in una logica pseudo-letteraria tanto ferrea quanto paradossale, che non partorisce altro che nuove ossessioni, paralisi e assoluta incomunicabilità. E’ nevrotico ed imbottito di un disprezzo che lo soffoca nei rapporti con gli altri, e che si diverte a riversare su sé stesso nei momenti di più profonda vergogna, quando iniziano le beate fantasticherie. E’ incapace di prendere qualsiasi decisione perché non sa affrontare la realtà: ecco perché si isola nella sua tana, nel sottosuolo.
Sono stata prolissa (è nella mia natura ^_^), ma spero non del tutto inadatta. Ho amato questo libro perché mi ha fatto riflettere su molte cose del mondo, e senza indorare la pillola mi ha posto davanti a quello che una mente è capace di fare a sé stessa. E potrebbe davvero essere la mente di chiunque. Ho amato questo libro perché, anche senza la sua stessa follia, mi sono riconosciuta in molti pensieri, paure e circoli viziosi dell’uomo del sottosuolo, ho capito che certi abissi nella mente non esistevano solo per me e che soprattutto esisteva un modo per descriverli, in tutta la loro oscurità.