Devo dire che questa presentazione dell’eroismo femminile mi è piaciuta molto. Gli uomini sono presenze assenti, che le eroine sentono accanto ancora e a cui scrivono lettere per rimproverare, a volte rinfacciare, ma la maggior parte delle volte semplicemente per esprimere i loro sentimenti nella loro grandezza, nel loro dolore di un abbandono o di un tradimento. Lo stile è semplice, quotidiano, pieno del sentimento che l’autore -uomo- cerca di esprimere per bocca ogni volta di una donna diversa. E’ vero, spesso può sembrare esagerato, soprattutto quando le eroine dichiarano di voler morire; ma su questo si può tranquillamente chiudere un occhio, considerando i secoli a cui quest’opera ha sopravvissuto. E poi, come non commuoversi di fronte alla lettera di Laodamia al neosposo Protesilao, partito poco dopo le nozze per Troia, dove troverà la morte? Sarà che ho sempre adorato quel mito, ma la delicatezza con cui viene espressa l’adorazione per la statua di cera del marito, semplice parvenza di averlo ancora accanto, è un momento bellissimo, inserito com’è in un discorso sulla nostalgia di gesti semplici e veri, come dormire con la testa sul braccio del marito, togliergli la corazza dopo la battaglia, lasciarlo risposare sul seno. E Deianira, con tutto il suo dolore per un tradimento immeritato, che scrive: “mi hai amata tra tante” con una nota di amarezza per l’essere una tra le tante eppure di orgoglio per essere l’unica ad essere la moglie. E che dire della lettera di Saffo, impregnata di una delicata e quasi velata sensualità , anche nella descrizione della masturbazione, tanto che bisogna legger due volte per assicurarsi di aver capito?
E gli esempi potrebbero andare avanti: la disperazione di Medea e di Arianna, il dolore di Fedra innamorata del figliastro…
L’unica lettera che non ho amato è stata quella di Ipsipile a Giasone, ma credo sia un “problema” personale, per il semplice fatto che adoro il personaggio di Medea, e il modo in cui la gelosia di Ipsipile la descrive mi infastidisce.
Per il resto Ovidio è un autore meraviglioso, e penso che le sue lettere (come tutte le sue altre opere…) valgano una lettura. Non impegnativa, ma nemmeno da fare sotto l’ombrellone…se si conosce poco il mito greco, è meglio avere accanto un dizionario mitologico ^_*
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: Heroides, Ovidio
Titolo e traduttore italiano: Heroides: Lettere d'amore
Collana, editore e anno: Giunti Demetra, Acquarelli, 1993
ISBN o ISSN: 8871223357
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Link di approfondimento
Pagina dell’autore su Wikipedia italiana
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Pagina del libro su Wikipedia italiana
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La mappa letteraria di Ovidio su Gnod
Copio e incollo i commenti ricevuti da questa recensione sul vecchio blog:
Evelyn il 11/06/2004
Meravigliose le eroine descritte da Ovidio^^! Soprattutto perchè si tratta di una versione più "umana" del mito, i sentimenti immediati e che vanno al di là dall’immagine canonizzata della tradizione…ho amato molto Penelope, Medea, le heroides che eroico hanno la loro tragica umanità…Ovidio in fondo era un audace, l’ho sempre apprezzato molto ed ammirato le sue Metamorfosi, tant’è che a suo tempo fece una testa grande come un cocomero al mio povero prof. che tra gli elegiaci preferiva Tibullo e di Ovidio gli fregava poco ^//^! Sì, decisamente merita una lettura, meglio se in lingua (è un peccato perdersi la carica semantica che l’italiano può restituire solo in parte), ma va bene pure in traduzione^^!
mah, concordo solo in parte con il tuo giudizio, le lettere sono commoventi, ma anche ripetitive e un po’ troppo enfatiche. Non voglio togliere nulla ad ovidio, che è uno dei miei autori latini preferiti (dopo orazio e petronio), ma le heroides non mi sono piaciute molto. Apprezzo la spavalderia, ma non posso darne un giudizio così entusiastico. 😛
Beh, penso vada anche un po' rapportato all'epoca in cui sono state scritte 🙂