Confesso di aver acquistato Il fantasma dell’Opera perchè cercavo qualcosa di “leggero” da leggermi in treno, attirata dalla trama e dal prezzo molto basso di questa collana della Newton (questo libro costava 4 €, prezzo accettabilissimo). Ho trovato un romanzo godibilissimo che ho adorato, in un’edizione che mi ha soddisfatta molto per il rapporto qualità -prezzo, e che mi ha fatto venir voglia di conoscere di più Leroux e di cercarmi le varie trasposizioni cinematografiche del romanzo.
Il fantasma dell’Opera è la storia di un amore: l’amore per la musica (che ha una parte fondamentale nel romanzo, e che viene citata spessissimo), e l’amore contrastato nel triangolo di protagonisti, ossia Christine, la bella ed eccellente cantante, Raoul, il nobile che è innamorato di lei e che lotta per averla, ed Erik, il fantasma, appunto, un uomo con un viso mostruoso su cui porta sempre una maschera, e che si aggira nei sotterranei dell’Opéra, dove vive. Se vogliamo, la trama è piuttosto lineare: Erik insegna a Christine a cantare, presentandosi a lei dapprima come l’Angelo della Musica, e poi come colui che in realtà è il fantasma che infesta il teatro e che vorrebbe costringerla a vivere con lui nei sotterranei; Raoul, innamorato della ragazza, ma contrastato per via delle differenze sociali (lui è nobile, mentre lei è una ragazza di umili origini), cerca in tutti i modi di averla per sè (anche se non supera mai i limiti che invece Erik oltrepassa senza problemi; alla fine scopriamo la storia, struggente, che sta dietro alla crudeltà di Erik, e andiamo incontro al classico lieto fine.
Tutto questo, come dicevo, potrebbe dar vita a una trama noiosetta. L’abilità di Leroux è invece quella di tenere tutto in sospeso, di tenere il lettore in tensione fino alle ultime pagine, dosando perfettamente l’alternarsi di scene più “comiche”, come quelle che riguardano i personaggi di secondo piano, a quelle più tragiche, ricche di pathos e tensione. In questo senso, non è stata la lettura “leggera” che mi aspettavo, tutt’altro: il romanzo è così ben costruito che ci si immerge senza riuscire a separarsene fino a quando non si è arrivati alla fine. Inoltre, alla base di tutto c’è una documentazione dettagliata, che permette all’autore non solo di ricostruire i sotterranei dell’Opéra così come sono, e di descrivere con maestria la vita dei camerini, ma anche di far credere al lettore che si tratta di una storia reale, con il trucco, utilizzato da svariati autori, della storia vera che però può essere narrata solo in quel momento. Si arriva fino a metà libro circa con la convinzione che il fantasma non esista, in realtà ; ma poi incontriamo Erik e la vicenda prende pieghe inaspettate.
Insomma, una lettura secondo me piacevolissima, intrigante e affascinante.
L’ultima nota sull’edizione: in quella che vi presento qui, è presente un’introduzione di Vieri Razzini molto interessante, perchè analizza le svariate trasposizioni cinematografiche che sono state fatte nel corso degli anni di questo romanzo, e analizza il testo confrontandolo con altri “mostri” della letteratura: Dracula, Frankenstein, il signor Hyde. Una nota a sfavore al carattere utilizzato per la biografia dell’autore, purtroppo molto piccolo.
Il Fantasma dell’Opera è un romanzo gotico purtroppo dimenticato. Si ricorda spesso la versione teatrale di Andrew Lloyd Webber, che da questa storia ha creato un musical, ma non la fonte. Che paccato! Erik è un anti-eroe che non ha nulla da invidiare a un Frankestein o a un Dracula. Anzi la storia d’amore esplicita può rendere ancora più appetibile per il pubblico del romanzo popolare.
E sì, le scelte di Leroux di raccontare dapprima all’esterno la storia del teatro dell’opera e del suo fanstama è azzeccata.