Ho letto parecchie cose su Il profeta di Gibran: soprattutto opinioni di chi lo considera un’accozzaglia di luoghi comuni che si può tranquillamente fare a meno di leggere, perchè tanto sono, appunto, cose risapute. Invece, secondo me, è proprio per questo che Il profeta non è una lettura così pessima. Non certo lettura di un capolavoro, ma nemmeno di qualcosa che potrebbe benissimo non esistere.
In effetti, moltissime delle cose espresse da Gibran sono luoghi comuni. Cose scontate, ma non banali: soltanto semplici. Quelle cose che ce le hai sotto gli occhi sempre e tendi a dimenticare che sono comunque importanti, da non sottovalutare, da tenere sempre in considerazione. Leggere Il profeta non vi svelerà nulla di nuovo, nulla di eclatante o magico o che vi cambierà la vita: vi aiuterà, se vorrete, a vedere le cose di ogni giorno con un occhio diverse, a considerarle dal punto di vista del non dare mai nulla per scontato, dell’amore e dell’accettazione degli altri e della diversità. La saggezza espressa dal profeta protagonista è una saggezza semplice, spartana, popolare, se vogliamo; le metafore che usa per esprimere i concetti sono interessanti e originali. Il profeta viene interpellato da varie persone su vari temi centrali nella vita di ognuno: l’amore, i figli, il matrimonio, l’amicizia, e via discorrendo. Ciò che dice il profeta potrebbe dirlo chiunque di noi, se solo avesse quella concezione di vivere in pace col mondo, di accettare quello che ti offre la natura, di accettare che, semplicemente, così vanno le cose. Forse sono semplicemente io che l’ho letto in un momento particolare della mia vita, per cui quelle cose mi hanno parlato in maniera diversa. Però non me la sentirei di bollare questo libro come inutile – secondo me va preso per quello che è: un serie di esempi di saggezza semplice, che non ha nessuna pretesa di verità universale, ma che esprime il modo di vivere di un uomo in pace con se stesso, con il mondo e con gli altri. E credo che, se si lasciano da parte i pregiudizi che possono nascere su questo libro, si possa anche apprezzare e pensare di più alle cose che sa dire.
In questa edizione è presente anche la raccolta di aforismi Sabbia e schiuma, che mi sono piaciuti meno per una mia particolare antipatia nei confronti degli aforismi. Direi, però, che vale lo stesso discorso che ho fatto per Il profeta: possono insegnare qualcosa, magari non tanto, ma pur sempre qualcosa.
In definitiva, non credo che sia un capolavoro imperdibile, ma nemmeno un libro pessimo da non guardare nemmeno. E’ un libro semplice, secondo me, che in questa semplicità ha la sua forza, su cui forse si hanno troppe aspettative. Ma superata la delusione iniziale, si può passare un bel pomeriggio di lettura e riflessione in compagnia di questo libro, cosa che non fa mai male.